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LE TESTIMONIANZE. Flavio Zanoni e Maria Teresa De Bastiani sono due figure di riferimento

Dall’oratorio al bar,
qui tutti si sentono
come a casa loro

Flavio ZanoniAlcuni anziani al bar del Circolo Noi, punto di riferimento per grandi e bambiniMaria Teresa De Bastiani
Flavio ZanoniAlcuni anziani al bar del Circolo Noi, punto di riferimento per grandi e bambiniMaria Teresa De Bastiani
Flavio ZanoniAlcuni anziani al bar del Circolo Noi, punto di riferimento per grandi e bambiniMaria Teresa De Bastiani
Flavio ZanoniAlcuni anziani al bar del Circolo Noi, punto di riferimento per grandi e bambiniMaria Teresa De Bastiani

Flavio Zanoni è il «controllore» dell’oratorio: «Chi vuole entrare passa da me in prima battuta. Io valuto se è una richiesta gestibile; se è un compleanno di un bambino verifico sul calendario la disponibilità di una sala in base al numero di invitati. In caso di necessità chiedo l’intervento del presidente o dei parroci». Qual è il lavoro da svolgere? «L’iniziativa che ci tiene impegnati è l’Oratorio aperto con punte quotidiane di 40 50 ragazzi. Siamo partiti con i piccoli e man mano hanno preso il sopravvento gli adolescenti. Ci sono i volontari che li seguono; quando mancano i volontari l'oratorio chiude». C’è poi il doposcuola... «È nato il venerdì con la San Vincenzo», spiega Zanoni. «I soci hanno raccolto questa esigenza soprattutto da parte delle famiglie extracomunitarie. Noi siamo collegati con la scuola elementare D’Azeglio del quartiere e accogliamo anche qualche ragazzo da fuori. Sono esclusivamente immigrati. Abbiamo a che fare con questi ragazzini che sono come tutti gli altri, poco più di una trentina. Penso che il rapporto bambino-insegnante dovrebbe essere di uno a uno... ma non abbiamo le forze necessarie. E un’altra cosa vorrei far presente, senza voler insegnare nulla a nessuno: non ho mai visto tanti compiti come quelli che vengono assegnati ai bambini». C’è poi il gruppo degli alcoolisti anonimi... «Sì, e stiamo facendo un corso per adulti che hanno parenti con l’Alzheimer. Queste iniziative danno valore al Circolo». Maria Teresa De Bastiani è invece un punto fermo del bar del Circolo. Tutti la conoscono e a lei fanno riferimento. Con un entusiasmo degno di un’adolescente racconta le tappe della sua vita e il volontariato che l'ha portata ad essere sempre coinvolta, dagli anni ’70 a d oggi, nel Circolo Anspi prima e ora nel Noi. «Da ragazza abitavo di fronte alla chiesa; perciò questo è il mio quartiere. Sono presente nel Circolo dal 1973. Tenendo conto che anch’io ho lavorato e ho tirato su una famiglia, compatibilmente con questi impegni, ho sempre garantito la mia presenza. Certo, ci sono state delle pause come quando mi sono sposata o quando ho dovuto accudire i miei genitori anziani. Però, anche quando lavoravo, al lunedì mattina ero sempre presente al Circolo». Attualmente il bar è aperto tutti i giorni dalle 9.30 a mezzogiorno e dalle 15 fino alle 18-18.30 conforme alla stagione. «I miei turni sono il lunedì mattina, il mercoledì pomeriggio, il giovedì mattina e qualche domenica, quando mi tocca. Ma passo tutti i giorni a vedere come va, anche se non posso fermarmi perché ho una famiglia e sono costretta a conciliare gli impegni familiari con il Circolo». Oltre ai turni dietro al bancone del bar ha altri impegni: «Devo fare i rifornimenti, mantenere i rapporti con i fornitori e pagare; seguo il tesseramento e compilo le tessere del Noi. Senza dimenticare che dall’anno scorso abbiamo avviato un bellissimo esperimento, quello del rinfresco dopo la messa delle 10, la domenica. Sono io che lo preparo. «Ma non solo: per Natale organizzo sempre un pranzo per gli anziani. Non qui nel Circolo. Andiamo al ristorante, però, e siamo sempre una sessantina. E gli anziani, per pagarselo, si mettono via i soldi un po’ per mese. Ogni anno organizzo una gita e anche quella è molto apprezzata. Insomma qui al Circolo è sempre una festa». Se chiedete a Maria Teresa cosa la spinga a fare quello che fa e che cosa ci trovi in questo suo volontariato avrete la risposta più semplice e profonda: «Ci trovo che i “miei” anziani li vedo soddisfatti e apprezzano quello che faccio. Anche a Pasqua ho organizzato la lotteria dell'uovo di Pasqua e ho messo sul bancone delle uova sode; hanno apprezzato. Si sentono come a casa. Gli anziani sono contenti di frequentare il Circolo ed io sono contenta di vederli contenti». •

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