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Al «Noi» le volontarie
fanno la differenza

Una tombolata nella sede del Circolo: un appuntamento irrinunciabile per gli anziani del paeseAlcune componenti del consiglio direttivo del Circolo Noi
Don Ulisse e i ragazzi del Grest realizzano un murale
Una tombolata nella sede del Circolo: un appuntamento irrinunciabile per gli anziani del paeseAlcune componenti del consiglio direttivo del Circolo Noi Don Ulisse e i ragazzi del Grest realizzano un murale
Una tombolata nella sede del Circolo: un appuntamento irrinunciabile per gli anziani del paeseAlcune componenti del consiglio direttivo del Circolo Noi
Don Ulisse e i ragazzi del Grest realizzano un murale
Una tombolata nella sede del Circolo: un appuntamento irrinunciabile per gli anziani del paeseAlcune componenti del consiglio direttivo del Circolo Noi Don Ulisse e i ragazzi del Grest realizzano un murale

La storia di ogni Circolo che oggi fa parte dell’Associazione Noi Verona comincia negli anni Settanta-Ottanta del secolo scorso ed è la prosecuzione di altre precedenti realtà organizzative dedicate alla catechesi e all’aggregazione che, in genere, erano il frutto dell’iniziativa pastorale di parroci e curati. Venne poi il tempo dell’adesione all'Anspi (Associazione nazionale San Paolo Italia) creata dal sacerdote bresciano monsignor Gian Battista Belloli, per dare agli oratori e ai Circoli giovanili una configurazione giuridica all’interno dell’associazionismo nazionale. Anche a Sanguinetto, per iniziativa dell’allora parroco don Vasco Grella (1965-97), ora in pensione e cappellano della Casa di riposo, a metà degli anni Settanta nacque la Casa della gioventù in via Trifoglio, dov’era la sede delle Acli. In quegli anni in parrocchia, oltre a don Grella c’era anche un vicario parrocchiale - il curato -, al quale di solito era affidata la pastorale giovanile e gli aspetti catechistici e aggregativi. La Casa della gioventù era molto frequentata ed era punto di riferimento di tutti i ragazzi del paese. Agli inizi del terzo millennio, quand’era parroco don Claudio Tezza (1997-2005), la Casa della gioventù aderì al Noi territoriale e visse ancora anni gloriosi, com’era stato in precedenza in altri paesi nei quali don Claudio aveva operato a beneficio della gioventù. Tant’è vero che nel 2007 tutta la struttura venne messa a norma. Ma con il trascorrere delle generazioni di ragazzi e il venir meno della presenza del curato la vivacità dell’ambiente andò diminuendo. Continua però la sua funzione aggregativa grazie alla costanza di un gruppo dirigente tutto al femminile (parroco a parte) che ne anima la struttura e con grande dedizione elabora la programmazione annuale, che cerca di realizzare attraverso iniziative e proposte varie. Abbiamo interpellato alcune rappresentanti del consiglio direttivo per avere il polso dell’andamento delle attività del Circolo e conoscere a che punto sono nella realizzazione del loro programma. È la vice presidente Mariella Bronzato che, per prima, prende la parola. «Siamo circa trecento iscritti, quasi un decimo dell’intera popolazione, che fa riferimento alla nostra parrocchia. Il Circolo, grazie all’impegno dei volontari, è aperto il sabato, pomeriggio e sera, e la domenica pomeriggio. Potremmo offrire un servizio migliore se avessimo la disponibilità di altri volontari». Quali ambienti avete a disposizione? Interviene la segretaria del Circolo, Maria Cristina Pilati: «Abbiamo ambienti sufficienti per le nostre attività. A piano terra c’è un grande salone con annesso il bar; al piano superiore ci sono delle aule per la catechesi ed un altro salone attrezzato anche per la proiezione di film. «All’esterno c’è un cortile con una piastra polivalente e un campetto di calcio. Queste strutture sportive vengono utilizzate soprattutto durante l’estate quando si svolge il Grest». «I nostri ambienti», riprende la vicepresidente, «sono anche a disposizione di altri gruppi del paese che ce li chiedono per le loro iniziative. Non siamo una casta chiusa, siamo aperti alla nostra realtà sociale. Per esempio: frequentissime, presso di noi, sono le feste di compleanno: è un bell’aiuto per le famiglie che, altrimenti, si ritroverebbero le case sottosopra». A questo punto entriamo nel vivo delle proposte. «Tutte le settimane, ogni sabato sera, il Circolo è affollato da sessanta-settanta persone, prevalentemente anziane, che godono a stare insieme giocando a tombola», ricorda la segretaria. «Se venisse meno questo appuntamento dove andrebbero queste persone? Rimarrebbero isolate, sole a casa a guardare la televisione? Dopo la tombola, nella stessa sera proponiamo una piccola lotteria di novanta numeri: il ricavato va agli adolescenti per l’organizzazione della santa notte o per altre iniziative che animano il Circolo». «Se vogliamo considerare i nostri impegni dobbiamo dire», ricorda ancora Maria Cristina Pilati, «che il Circolo è occupato minimo 250 giorni all’anno. Un impegno non indifferente che ci accolliamo volentieri perché ci piace; nessuno ci obbliga, non cerchiamo gli applausi da nessuno; lo facciamo per gli altri secondo lo spirito del Noi». Un altro aspetto importante nella gestione del Circolo è quello amministrativo. «Noi siamo autonomi da questo punto di vista», conferma la vicepresidente Mariella Bronzato, «e non abbiamo finanziamenti, tranne il piccolo introito annuale di un migliaio di euro, che ci arriva dal 5 per mille dell’Irpef. Dobbiamo autofinanziarci e lo facciamo industriandoci in mille modi senza pesare sulla parrocchia o andando a “pitoccare“ contributi vari». •

Gian Battista Muzzi

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