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Verso il voto

Otto domande per Verona: ecco i grandi temi che riguardano la città

Verona, otto i temi sui quali L'Arena interroga i candidati alle elezioni politiche 2022
Verona, otto i temi sui quali L'Arena interroga i candidati alle elezioni politiche 2022
Verona, otto i temi sui quali L'Arena interroga i candidati alle elezioni politiche 2022
Verona, otto i temi sui quali L'Arena interroga i candidati alle elezioni politiche 2022

L’Arena affronterà con i candidati veronesi alle elezioni politiche del 25 settembre otto grandi temi che riguardano la città, otto domande che aspettano risposte: cosa pensano di fare riguardo a questi argomenti una volta che saranno eletti, quale sarà l’impegno che si sentono di garantire di fronte ai cittadini elettori?

Ma anche i  lettori de L’Arena possono contribuire a fare chiarezza in questa breve ma intensa campagna elettorale inviando i propri quesiti al nostro numero Whatsapp ( 335.6390147). Le domande più interessante saranno poste ai candidati. Non solo, la redazione Web de L’Arena monitorerà anche tutti i post su Facebook, Twitter e Instagram con l’hashtag #politiche2022verona.

QUI, invece, è possibile votare la propria priorità rispetto agli otto temi nel nostro sondaggio.

 

1. INFRASTRUTTURE. Catullo, Garda  Olimpiadi: risorse  per una road map?

Verona città ha un progetto di filovia elettrica da 143 milioni, di cui il 60 per cento finanziati dallo Stato. I cantieri erano cominciati, poi si sono interrotti. Ma il filobus si deve fare, per rispettare il contratto. Sarà in larga parte senza fili, tranne che nelle parti fuori città. Ma è ipotizzabile che arrivi fino ai Comuni contermini, per evitare che le automobili arrivino fino in città? E di questo potrebbero farsi interpreti anche i futuri parlamentari veronesi, per far convogliare sul progetto ulteriori finanziamenti? E per la variante alla strada statale 12 - che sarà dell’Anas - da Isola della Scala a Ca’ di David e Verona sud, che ha già ottenuto 60 milioni nell’ambito delle opere per le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano e Cortina 2026, c’è un impegno per far rispettare i tempi dei cantieri e per sollecitare altri fondi? Sul fronte delle infrastrutture c’è poi il grande tema del collegamento ferroviario dell’aeroporto Catullo con la stazione di Verona Porta Nuova e si è pensato anche con il lago di Garda: al di là dell’iniziativa dei territori, potrebbe esserci anche un concorso di livello nazionale per arrivare a questa infrastruttura, della quale si parla da decenni? Alta velocità e alta capacità ferroviaria: i cantieri sulla linea Brescia-Verona-Vicenza-Padova sono partiti; per quanto riguarda la direttrice nord-sud sono in fase di progettazione; ci sarà un monitoraggio continuo degli esponenti politici veronesi su questa opera pubblica, e come?

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2. TURISMO. Quale modello per l’economia della bellezza

Verona città d’arte, di musica, lirica e leggera, con l’Arena, città del festival shakespeariano al Teatro Romano, con il centro storico patrimonio Unesco. C’è una Fondazione lirica Arena, che tra i suoi soci oltre al Comune ha lo Stato, ed è proprietaria di Arena di Verona Srl, che gestisce l’extralirica. Come si può implementare il rapporto della Fondazione con lo Stato? Ma c’è anche una provincia, ricca di cultura, di siti archeologici e preistorici, di opere d’arte e di architettura. Luoghi di musica e teatro. E poi il grande patrimonio delle ville venete. Oltre a una regia locale, per cercare di fare rete, come si potrebbe intervenire, anche in sede legislativa e governativa, per collegare meglio e quindi valorizzare questo grande patrimonio? Solo parzialmente collegato alla cultura, il turismo è uno dei motori dell’economia veronese. Decine di milioni i visitatori e i turisti che giungono nel nostro territorio, dalla città al lago di Garda, anche sul monte Baldo e in Lessinia. Da sempre s’invoca la necessità di creare maggiori sinergie, sul fronte del turismo, sia per quanto riguarda i servizi che l’accoglienza. Come può contribuire la squadra dei parlamentari veronesi per raggiungere questo risultato? E poi: si parla di numero chiuso di turisti, come a Venezia: è una ipotesi percorribile anche per Verona, soprattutto in certi periodi dell’anno? E dunque possibile parlare di sostenibilità anche per quanto riguarda il turismo, facendo in modo però che ciò diventi una risorsa, offrendo nuove opportunità di mercato?

3. AMBIENTE. L’aria, l’acqua  gli sprechi: quali vie sostenibili?

La grave siccità di questa estate 2022 ha riacceso i riflettori sul tema delle risorse idriche. Si calcola che la dispersione idrica, nel Veronese, sia intorno al 40 per cento, quindi molto elevata e questo in generale, nel senso che il dato non è rapportato soltanto a quest’anno. Ma perché, e questo tema riguarda sia i consorzi di bacino delle acque ma anche livelli amministrativi superiori, non si lavora per creare bacini di laminazione di raccolta delle acque, sia quella piovana sia quella dei fiumi? Da utilizzare per l’irrigazione dei campi quando le piogge scarseggiano, come nel caso di quest’anno in particolare. Come possono essere facilitati e sostenuti questi interventi, che hanno un impatto ambientale, da una parte, ma dall’altra potrebbero contribuire a tutelare, l’ambiente, a cominciare proprio dai terreni agricoli ma più in generale, anche, di tutto il patrimonio naturale? E ancora, sul fronte ambientale, quali potrebbero essere degli interventi di carattere legislativo o dei provvedimenti governativi, per tutelare il patrimonio ambientale, ma al tempo stesso coniugando lo sviluppo economico, oltre che la residenzialità? Ancora, quanto sarebbe possibile investire sulla cosiddetta mobilità dolce, quindi sulle piste ciclabili, sui mezzi di trasporto elettrici, per contenere quanto possibile l’inquinamento atmosferico? Quali sono possibili forme di incentivi da Roma per i Comuni e le aziende di servizio locale che per favorire progetti di mobilità sostenibile?

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4. SANITÀ. Medici di famiglia, liste d’attesa: come intervenire?

Due anni e mezzo di pandemia da Covid, oltre a provocare la morte di circa 150mila persone, in Italia, e la crisi economica, hanno messo a dura prova anche la tenuta del sistema sanitario e dei servizi sociali. Un altro tema caldissimo, ovunque ma anche nella città e nella provincia di Verona e nel Veneto, è tutt’ora quello della carenza di medici e in particolare di quelli di base, di famiglia. A gestire la sanità sono le Regioni, ma con i fondi ripartiti loro dallo Stato. Che cosa si può fare su questo fronte? Togliere il numero chiuso alle Università, tra cui quelle di medicina? Facilitare la diffusione capillare dei servizi, magari pagando di più i medici che scelgono sedi disagiate? Sono ipotizzabili altre forme di incentivo per i medici di base, anche per coprire in maniera il più possibile capillare i territori? E come può essere sostenuta la piena entrata a regime degli ospedali di comunità? E ancora, sul fronte dei servizi sanitari, che cosa si può fare per ridurre le liste d’attesa? E quali altre iniziative potrebbero essere messe in campo nel campo della sanità, tema diventato ormai centrale, in particolare dopo questi due anni e mezzo di pandemia, con una emergenza peraltro non ancora terminata? Una pandemia che ha posto poi domande sul terreno del disagio economico e sociale, anche dei giovani: che cosa si può mettere in circolo, soprattutto nella prospettiva di anni difficili, per le ricadute che inevitabilmente ci saranno?

5. ISTRUZIONE. Ricerca, didattica ed edifici moderni: in cosa investire?

Il mondo della scuola e dell’università, come del resto tanti altri, è stato particolarmente condizionato dai due anni e mezzo di pandemia da Covid. Dalla chiusura degli istituti, alla “Dad”, la didattica a distanza, piombata improvvisamente nella vita di studenti e insegnanti. In ogni caso, la scuola e l’università sono uno dei pilastri del del Paese. Ma l’istruzione in quale modo sarà al centro dell’agenda di governo, il che potrebbe tradursi in una richiesta di investimenti per infrastrutture, per dotazioni tecnologiche e per la rivalutazione della professionalità dei docenti? E quali potrebbero essere delle iniziative per mantenere al centro dell’attenzione l’esigenza educativa? E ciò considerando che la scuola non può avere semplicemente il ruolo di fornire conoscenze e competenze per il mondo del lavoro, ma è anche un luogo di formazione umana, sociale, valoriale? Sono ipotizzabili nuove iniziative formative che riportino famiglie e insegnanti a cooperare per l’emergenza educativa? Università: Verona ne ha una con oltre ventimila studenti.
Il tema di fondi per la ricerca, da destinare agli atenei, è da sempre al centro delle richieste del mondo universitario: come e dove si può agire a livello parlamentare per implementare questi fondi per la ricerca e anche per evitare che troppi giovani, durante o dopo il percorso di studi universitari, vada in Stati esteri? Dove magari i fondi per la ricerca sono più consistenti, pubblici o privati.

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6. PNRR. Piani per la ripresa come accelerare per avere risultati?

Verona e la sua provincia stanno già facendo i conti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr, nato per fronteggiare l’impatto negativo sull’economia determinato dalla pandemia. Sono circa 235 miliardi, per l’Italia, finanziati dall’Europa. Comuni, Province, Regioni, Università, anche soggetti privati, si sono già mossi per intercettare risorse da destinare a progetti di varia natura, da ristrutturazioni e riconversioni di immobili fino al finanziamento dei progetti di ricerca. A livello parlamentare come si possono sostenere tutte queste di finanziamenti? E quali altre iniziative potrebbero esserci per implementare le richieste dei proponenti i progetti? E quale potrebbero essere altri ambiti di applicazione? Come si può intervenire per facilitare l’impiego dei consulenti per il Pnrr, negli enti locali, che dovrebbero sostenere chi ha i progetti e i bandi a portarli avanti? Ma più in generale, si potrà rendere più facile l’impiego di fondi pubblici per infrastrutture, imprese, modernizzazione e formazione? Il nuovo Parlamento e il nuovo governo dovranno affrontare anche questi temi, tra cui quello della transizione ecologica, e il Piano nazionale di ripresa e resilienza si colloca con le sue missioni anche su questo fronte. Ma c’è poi quello della emergenza sociale, pure legato alle conseguenze della pandemia: in particolare su questi ambiti quali potrebbero essere delle iniziative per utilizzare questi fondi, già assegnati o da assegnare?

7. ENERGIA. Rincari, cosa fare per le imprese e le famiglie?

Energia, economia, famiglie e imprese. La guerra in Ucraina ha accelerato la crisi sul fronte degli approvvigionamenti soprattutto del gas, che in Italia (ma anche in Europa) dipende dalle forniture della Russia. E in Italia l’energia elettrica è prodotta ancora per il 40% circa. Le bollette dei cittadini, esercizi commerciali e imprese hanno subìto impennate fino a 10 volte. Sotto accusa e sotto la lente sono le strategie energetiche nazionali ed europee. Cosa fare su questo fronte? Puntare sul risparmio (come chiede anche l’Europa, taglio del 15% dei consumi nazionali), identificare nuovi fornitori internazionali oppure trovare altre misure innovative dal punto di vista fiscale, per incentivare le fonti rinnovabili, alternative a quelle fossili?
Molti progetti di installazione di impianti fotovoltaici o eolici trovano intoppi burocratici che spesso scoraggiano famiglie ed imprese. Su questo aspetto cosa si può fare?  Il tema dei rincari energetici è nazionale ma si gioca su uno scacchiere europeo e internazionale. I veronesi si ritrovano le bollette degli operatori dell’energia locali e nazionali di una materia prima che arriva dall’estero: la Russia ha ridotto del 75% in giugno le forniture verso la Ue. L’Italia ha 5 fornitori (Algeria, Tap-Azerbaijan, Libia, Paesi Bassi e Norvegia). Finora l’Italia ha retto bene il taglio del gas russo, ma manca il gas per coprire l’11% dei consumi invernali. Molti prospettano la soluzione: il gas liquefatto. Siete disposti a fare i rigassificatori? 

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8. LAVORO. Capitale umano quali misure per sciogliere i nodi?

Lavoro, occupazione e manodopera. L’altra faccia della situazione economica e delle imprese di questo periodo di tensioni su prezzi legate all’inflazione e ai rincari delle materie - da quelle energetiche alle commodities agricole - è la mancanza di personale nei vari settori produttivi e nelle attività commerciali. Nel Veronese l’abbiamo visto nel turismo, in agricoltura e nel manifatturiero (per le figure di tecnici, ma non solo). Al tema delle risorse umane si collegano altri due aspetti: la formazione e la sicurezza sul lavoro. Lavoro e qualità del lavoro. Come recuperare manodopera, quella di base e quella specializzata? Bisogna intervenire sui flussi migratori oppure sulle politiche fiscali (vedi cuneo fiscale) per sgravare il costo del lavoro? Età pensionabile e politiche occupazionali per i giovani: ricambio generazionale all’interno delle aziende, come valorizzare le risorse umane presenti e come far entrare le nuove leve? Il ruolo dell’università e delle scuole: come incentivare il legame con il mondo imprenditoriale? Come motivare i nostri laureati a giocarsi il futuro in Italia e nelle nostre aziende? Le competenze vanno create ed alimentate, come? L’Italia e Verona, come potrebbero diventare attrattive per multinazionali ma anche per giovani (cervelli) stranieri? Infine la meritocrazia non optional ma determinante per la crescita del Paese: come può essere alimentata? Il sistema dei concorsi pubblici funziona e dovrebbe essere riformato?

Enrico Giardini

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