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I PROTAGONISTI

«Uniti nella volontà di ricostruire, questo ci ha conquistato»

Scenografie Un elemento dell’allestimento di un’opera collocato all’esterno dell’anfiteatroRaffaele Nava responsabile delle vendite di Verona Motori
Scenografie Un elemento dell’allestimento di un’opera collocato all’esterno dell’anfiteatroRaffaele Nava responsabile delle vendite di Verona Motori
Scenografie Un elemento dell’allestimento di un’opera collocato all’esterno dell’anfiteatroRaffaele Nava responsabile delle vendite di Verona Motori
Scenografie Un elemento dell’allestimento di un’opera collocato all’esterno dell’anfiteatroRaffaele Nava responsabile delle vendite di Verona Motori

 «Un progetto che ci ha conquistato subito, già dal nome che suggerisce la volontà di ricostruire idealmente la cinta più esterna delle arcate areniane, distrutta nel 1117 da un terribile terremoto. Questo, grazie all’abbraccio di imprenditori, e non solo, uniti dall’amore per l’Arena, per il suo ruolo culturale in Italia e nel mondo». C’è anche Verona Motori tra le aziende che hanno deciso di supportare il progetto 67 Colonne: la concessionaria ufficiale Jaguar, Land Rover e Mg, nata nel 2018, con questa iniziativa ha voluto rendere ancora più stretto il suo rapporto con la città, evidenziato già nella scelta del brand. Quello di Verona Motori, spiega il responsabile delle vendite Raffaele Nava, è stato un abbraccio ideale all’Arena e un supporto concreto alla Fondazione «in virtù del suo ruolo centrale nella storia, nella cultura e nell’economia del territorio». Una sensibilità che fa parte del Dna dell’azienda: basti pensare che durante la pandemia Jaguar Land Rover Italia, cogliendo una necessità espressa dalla Croce Rossa Italiana, ha reso disponibile una piccola flotta di vetture che si sono rivelate fondamentali per rispondere all’emergenza Covid.

La decisione di supportare l’iniziativa 67 Colonne per l’Arena è una testimonianza del vostro impegno verso la comunità e il territorio. Cosa vi è piaciuto di questa iniziativa?
L’accordo è stato fatto dall’amministratore di Verona Motori, Massimo Nember, che in questo progetto ha creduto e crede molto. È oggettivamente un’iniziativa interessante che lega ancora di più la nostra azienda, che è giovane essendo nata nel 2018, alla città. Ed è affascinante perché rende più solido il rapporto tra un brand che sta registrando grandi risultati nel mercato globale e il simbolo di Verona.

Siete un’azienda giovane: perché avete scelto di legare il vostro nome a quello della città?
Il nostro obiettivo è il presidio del territorio veronese, nel quale ci affacciamo. Tuttavia offriamo prodotti e investimenti che possono interessare un bacino ben più ampio, ed essere attrattivi anche per clienti che vengono da fuori i confini provinciali. Dal punto di vista del servizio, cerchiamo infatti di soddisfare pienamente il cliente, anche in questo periodo complesso, nel quale si registra una difficoltà nel reperire alcuni prodotti sul mercato. Mi riferisco in particolare alle componenti elettroniche: un problema che sta toccando l’intera industria dell’automotive globale.

Il settore sta vivendo un periodo complesso: la carenza di materiali e l’aumento dei costi energetici colpiscono anche l’automotive, costringendo spesso i consumatori ad attendere da sei mesi a un anno per avere una macchina nuova. Questo a livello generale, di comparto. Quali sono le prospettive per il futuro?
Difficile dirlo, l’orizzonte a breve termine è incerto. Non si conoscono i tempi per una reale risoluzione di questo problema che riguarda ogni brand. Noi, fortunatamente abbiamo prodotto a disposizione: siamo sereni.

La pandemia ha portato a una esplosione del canale di vendita online. È cambiato qualcosa anche per quanto riguarda il vostro settore?
È innegabile che durante la pandemia ci siano stati dei cambiamenti anche nelle modalità di acquisto dell’auto e che abbiamo notato anche successivamente, quando molte limitazioni sono venute meno. I timori legati agli spostamenti e la paura del contagio da parte dei clienti hanno spinto anche la nostra concessionaria a gestire alcune trattative sul web. La rete è stata un supporto importante soprattutto quando il clima era di incertezza ma ora, fortunatamente, stiamo tornando a una situazione di normalità: avere un professionista che segue fisicamente nelle diverse fasi della vendita è diverso. È ciò di cui hanno bisogno i clienti. Il ritorno alla normalità lo stiamo vedendo anche dai numeri, dall’affluenza che ormai ha raggiunto i volumi pre Covid, almeno per quanto ci riguarda.

La vicinanza di Verona Motori al territorio si manifesta in diversi modi: dalla collaborazione con la Croce Rossa Italiana all’adesione all’iniziativa 67 Colonne. Ma l’attenzione alla comunità nella quale si nasce e si cresce è evidente anche dalla sensibilità verso alcune tematiche, come quella della sostenibilità. Proponete ai clienti un’ampia gamma di veicoli «green»: sicuramente è una risposta a un mercato in crescita, ma possiamo definirla anche una volontà di spingere verso una maggiore sensibilità e attenzione per la tutela dell’ambiente?
Nella nostra concessionaria abbiamo l’intera gamma di veicoli ibridi, nelle diverse tipologie, Land Rover e Jaguar. Rappresentiamo anche MG, marchio storico inglese delle decapottabili sportive che da qualche anno è stato acquisito da un gruppo cinese, il quale già produce veicoli per altri brand famosi. Noi siamo stati selezionati come rappresentanti per la provincia di Verona: la qualità di MG è paragonabile a quella dei marchi più prestigiosi, con prezzi decisamente interessanti e inoltre – tema al quale siamo molto sensibili - offre un’ampia gamma di ibride e full electric. Chi si orienta verso questi veicoli ibridi, qui in Veneto, ha un grande vantaggio perché indipendentemente dal propulsore non paga il bollo per tre anni.•.

Francesca Lorandi

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