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G&P Intech

«Un’iniziativa culturale importante. Ci fa sentire ambasciatori nel mondo della bellezza e dell’eccellenza italiana»

Arte e business. Le scene di Aida sull’abito di Giorgio Giacomin
Arte e business. Le scene di Aida sull’abito di Giorgio Giacomin
Arte e business. Le scene di Aida sull’abito di Giorgio Giacomin
Arte e business. Le scene di Aida sull’abito di Giorgio Giacomin

Tra i Beni Culturali, i professionisti di G&P Intech sono decisamente di casa. Il gruppo con sede nel Vicentino opera infatti da molti anni nell’ambito delle tecnologie di riqualificazione strutturale e antisismica anche con riguardo a edifici di pregio artistico, oltre che di edilizia civile, industriale e infrastrutturale. Ma la vicinanza alla membership di Fondazione Arena e Gruppo Athesis, di cui G&P Intech è colonna dal primo anno, si spiega altresì con il fatto che, come riferisce l’ad Giorgio Giacomin, «Verona, con il suo territorio, è non solo una città del Veneto, bensì una realtà di rilievo nazionale in grande trasformazione, la quale da anni vede significativi cambiamenti nel tessuto urbano, con importanti progetti di rigenerazione civile, di viabilità e ambiente che hanno un forte impatto sia nel sociale che nella cultura. Ed è proprio in occasione dei lavori di riqualificazione dell’ex Arsenale Austriaco Franz Josef I, che - essendo la nostra azienda operativa a Verona da molto tempo - ci è stato proposto di partecipare al progetto di Art Bonus “67 Colonne”».

E vi è subito piaciuta?
«Certo, e non solo per l’eccellenza culturale direi unica del progetto, ma anche perché sono particolarmente legato a Verona e al suo festival lirico, che frequento da molti anni. Mio nonno materno aveva delle tenute agricole tra Verona e Vicenza e fin da ragazzo lo accompagnavo nel centro cittadino di cui ho dei bellissimi ricordi. Anche oggi parte della mia famiglia vive a Verona. Mio figlio, responsabile in azienda dell’area finanza e controllo, ha scelto di vivere qui, pertanto non mancano le occasioni per visitare con tutta la famiglia l’hinterland veronese e goderne il paesaggio e le sue specialità culinarie. Questo territorio ci vede inoltre impegnati a livello aziendale anche con eventi e manifestazioni. Il fascino di questa terra ha fatto da cornice alla nostra ultima convention nazionale di Gruppo, organizzata in Valpolicella.

Che altro rappresenta, per lei, l’Arena?
Credo sia un unicum non solo dal punto di vista archeologico. Lo storico anfiteatro romano è visitato da milioni di turisti ogni anno, anche e soprattutto per il messaggio culturale che la città trasmette pure all’estero. Il Progetto 67 Colonne ci fa sentire Ambasciatori della grande bellezza italiana e delle sue eccellenze imprenditoriali. Se è vero che l’umanità è il patrimonio di conoscenza che si trasmette agli altri, penso che per le nuove generazioni non ci sia migliore messaggio che un simbolo culturale e storico come quello della città di Verona, pervasa dall’arte e dalla bellezza per stimolarci a vivere in contesti più proattivi, inclusivi e innovatori. Negli ultimi anni G&P Intech ha investito nel sociale e in attività culturali e artistiche partecipando in partnership anche alla realizzazione di un film prodotto da una casa cinematografica veronese presentato al Festival del Cinema di Venezia. Partecipare e investire in questo settore oggi è uno strumento prezioso per l’attività d’impresa. L’arte per me non è una forma di espressione autoreferenziale, ma un messaggio profondo, complesso, universale, per il bene comune.

Quali eventi delle “67 colonne” ha più apprezzato?
Molto emozionante, per me, la prima del Centenario del festival lirico con Aida. Uno spettacolo intenso e moderno, in una cornice di pubblico molto coinvolgente. Ho molto apprezzato anche l’opera simbolo del 100° Arena Opera Festival del maestro Massimo Listri. Esprimo dunque un plauso all’organizzazione, sempre impeccabile e professionale in tutte le occasioni istituzionali, artistiche e conviviali alle quali ho avuto modo di partecipare.

Il suo legame con il mondo artistico musicale in generale?
È da sempre presente nei miei affetti: tra i nostri familiari abbiamo una soprano, musicisti e attori di teatro. La passione per il teatro e la lirica ci ha sempre accompagnati negli anni e personalmente ho un ricordo indelebile del maestro Luciano Pavarotti, interprete in una Tosca al Teatro dell’Opera di Roma, e del regista Franco Zeffirelli, nella Traviata in Arena. 

Anche la vostra attività, in fondo, contribuisce alla tutela di grandi opere.
L'attività si sviluppa essenzialmente nella ricostruzione, riqualificazione strutturale e della prevenzione sismica con specifiche tecnologie da noi sviluppate per migliorare il rischio sismico. Ricordo che dei nove terremoti e dissesti idrogeologici che negli ultimi 25 anni hanno interessato il nostro Paese, almeno cinque hanno determinato gravi conseguenze in termini di vite umane, patrimonio costruito, identità culturale. Per mitigare il rischio, oltre alle risorse pubbliche, è fondamentale un cambio di paradigma culturale nell’opinione pubblica, negli stakeholder, negli operatori impegnati ogni giorno nella professione e nei cantieri. La stessa Verona e molti comuni della provincia sono in area a medio-alta pericolosità sismica. Essere legati al territorio in cui operiamo, dunque, significa apportarvi altresì conoscenza e formazione. L’anno scorso in Gran Guardia abbiamo organizzato proprio un seminario sulle nuove sfide della PA, e fatto emergere l'esigenza di sicurezza e sostenibilità delle opere. Il sistema Italia è un’eccellenza mondiale, con ricadute industriali anche verso l’estero: quale migliore messaggio nel mondo delle 67 Colonne?

Francesca Saglimbeni

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