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«Siamo sempre vicini alla città e al territorio. E' la nostra mission»

Il presidente della Fondazione Banco Popolare Maurizio Marino e la sede veronese del Banco BPM in Piazza Nogara
Il presidente della Fondazione Banco Popolare Maurizio Marino e la sede veronese del Banco BPM in Piazza Nogara
Il presidente della Fondazione Banco Popolare Maurizio Marino e la sede veronese del Banco BPM in Piazza Nogara
Il presidente della Fondazione Banco Popolare Maurizio Marino e la sede veronese del Banco BPM in Piazza Nogara

Vicino ai cittadini, a supporto del territorio. Questo impegno fa parte del Dna della Fondazione Banca Popolare di Verona, nata dalla volontà di Banco Bpm con l'obiettivo di sostenere iniziative nei settori dell'istruzione, dell'assistenza sociale e sanitaria, della cultura, del culto, della ricerca scientifica, del patrimonio artistico, storico e architettonico in continuità con l'attenzione riservata dal gruppo bancario ai territori e alle diverse realtà che ne costituiscono il profilo identitario. Una mission molto importante che ha spinto la Fondazione, guidata dal presidente Maurizio Marino, ad aderire con entusiasmo all'iniziativa «67 colonne per l'Arena», il progetto che ha preso il nome dall'idea di ricostruire idealmente la cinta più esterna di arcate, distrutta da un terremoto nel 1117, attraverso l'abbraccio ideale di imprenditori, e non solo, uniti dall'amore per l'Arena, per il suo ruolo culturale in Italia e nel mondo. A questo appello, fatto con l'obiettivo di sostenere in un periodo complesso il simbolo di Verona, ha risposto l'intera città, come sottolinea il presidente Maurizio Marino: «È nei momenti di difficoltà - sottolinea - che emergono le capacità di trovare la giusta coesione attorno a grandi progetti».

Perché la Fondazione Banca Popolare di Verona ha aderito all'iniziativa 67 Colonne?
La Fondazione è nata per assumere e fare propri i valori di solidarietà sociale e civile da sempre espressi dalla Banca Popolare di Verona e oggi confluiti, per il territorio di competenza, da Banco Bpm alla Fondazione Banca Popolare di Verona. Gli ambiti di intervento a cui la Fondazione rivolge la propria attenzione sono rappresentati dalle attività di interesse generale nei settori dell'educazione, formazione, istruzione, assistenza sociale e sanitaria, ricerca scientifica e, nel nostro caso particolare, dal sostegno e dalla condivisione di iniziative che riguardino la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale. Sono queste le finalità che hanno mosso la Fondazione Banca Popolare di Verona ad accogliere l'idea di assumere un suo ruolo istituzionale aderendo al progetto 67 Colonne, unendosi così all'analogo interesse espresso da un grande numero di istituzioni culturali, imprenditoriali ed economiche della città unito - cosa straordinaria - ad una spontanea, diffusa e significativa adesione di molti cittadini.

La Fondazione ha preso parte attiva all'iniziativa?
La Fondazione non solo doveva essere presente, ma si è proposta come partecipante attiva per affermare il valore dell'iniziativa e la bontà dell'idea. Le proposte innovative hanno poi aumentato l'interesse e hanno consentito di aprire molte più porte di quanto ci si sarebbe potuti aspettare.

Questo tipo di impegno fa parte del vostro Dna?
Nella Fondazione Banca Popolare di Verona è presente quello spirito e quella disponibilità che ha caratterizzato la Banca Mutua Popolare di Verona che, fin dalla sua nascita nel lontanissimo anno 1867, ha rappresentato un punto di riferimento primario per le comunità in ambito non solo cittadino. Questo è il testimone che ha raccolto la Fondazione e che la rende certa di poter essere presente per soddisfare le esigenze e le emergenze di questi terribili anni che lasceranno un segno indelebile.

E la città come ha vissuto questo progetto innovativo creato e promosso a supporto dell'Arena?
Da tutto questo la città ha tratto non solo beneficio per sé per i suoi cittadini, ma ha trovato uno straordinario spirito di corpo che abbiamo visto esprimersi in numerose occasioni.

L'iniziativa 67 Colonne ha sollecitato l'orgoglio di una città che con i suoi cittadini ha saputo far fronte per difendere un luogo prezioso e una tradizione di spettacolo ammirato nel mondo.
Il successo del progetto conferma ancora una volta l'importanza della collaborazione delle diverse realtà presenti: è nei momenti di difficoltà che emergono le capacità di trovare la giusta coesione attorno a grandi progetti.

Cosa ha prodotto questa iniziativa?
Ha prodotto un segnale di condivisione sociale, civile, culturale. Ha consentito di far percepire lo spirito di una città e di una comunità nelle quali l'unione spontanea di cittadini, enti, associazioni, imprese attorno ad un progetto importante ha permesso di produrre quel sostegno non solo economico, ma anche ideale e di entusiasmo per superare le gravi difficoltà venutesi a creare per la pandemia.

Infine, una domanda personale, presidente: c'è un ricordo che le è caro dell'Arena?
Mi lega uno dei ricordi più simpatici e singolari. Da bambino alla domanda cosa avrei voluto fare da grande io rispondevo con sicurezza "il lavandaio". Avendo in ambito familiare rappresentate molte diverse professioni: nessuno si spiegava una scelta così decisa, sicura, ma anche singolare. La nonna carissima, donna molto attenta, ha potuto ricostruire le vere ragioni. Prima dell'avvento delle lavatrici il servizio di lavanderia veniva svolto dai lavandai di Avesa. Uno di questi, essendo dotato di una magnifica voce da tenore, aveva l'abitudine di accompagnare il ritiro o la riconsegna dei prodotti con il canto di una romanza particolarmente suggestiva tratta dalle opere areniane. Io rimanevo conquistato e confermato che solo i lavandai potessero accedere alla magnificenza del canto: quindi offrivo la mia disponibilità alla nobile arte del lavandaio pur di accedere alle preziose armonie delle opere dell'Arena..

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