<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
I protagonisti

«Si conferma il senso di appartenenza al nostro territorio»

Carlo Orlandi di Assiteca «indossa» la Carmen di Bizet
Carlo Orlandi di Assiteca «indossa» la Carmen di Bizet
Carlo Orlandi di Assiteca «indossa» la Carmen di Bizet
Carlo Orlandi di Assiteca «indossa» la Carmen di Bizet

«L'Italia vanta un patrimonio culturale unico al mondo, è nostro dovere tutelarlo e valorizzarlo. Il Progetto delle 67 Colonne è un esempio di successo: una sfida pensata e realizzata da un team di persone molto competenti che ci ha permesso di essere protagonisti nel sostenere il territorio». E così Assiteca, gruppo italiano specializzato nella gestione dei rischi d'impresa e nel brokeraggio assicurativo, presente da quarant'anni a Verona, ha deciso anche quest'anno di supportare l'iniziativa. Continua il direttore Carlo Orlandi: «Una sinergia tra la città e il mondo imprenditoriale, attraverso le relazioni che possono nascere, è importante per tutti. Il mondo conosce Verona per l'Arena e l'Opera Festival, ci piace pensare che la relazione con i nostri clienti, italiani e internazionali, si possa consolidare anche grazie all'esperienza unica che fanno vivere l'Arena e la nostra città».

È questo che vi ha spinto ad aderire anche a questa seconda edizione?

Abbiamo deciso di rinnovare il supporto al progetto per confermare il nostro forte senso di appartenenza al territorio con la volontà di sostenere una piena ripresa del Festival e di ciò che rappresenta l'Arena a livello culturale ed economico in Italia e nel mondo. Assiteca dallo scorso maggio è entrata a far parte del Gruppo Howden, la più grande realtà europea di brokeraggio assicurativo che opera in oltre 95 Paesi nel mondo. Una partnership strategica che consente di unire l'esperienza e il posizionamento di Assiteca sul mercato italiano con la solidità finanziaria e la presenza internazionale del Gruppo Howden. Un binomio perfetto che rappresenta una svolta per l'intero settore della consulenza assicurativa: nasce infatti in Italia una realtà capace di garantire le soluzioni più all'avanguardia nella prevenzione e protezione dei rischi aziendali con un "servizio sartoriale" rafforzato da una "visione globale".

Lo scorso anno l'adesione da parte di privati e aziende è andata oltre le aspettative: lo immaginava un simile attaccamento del territorio all'Arena?

Mi aspettavo un successo del progetto, le buone basi si sono viste dalla prima edizione, ma i risultati raggiunti dalla Fondazione Arena sono andati oltre ogni aspettativa. Dal punto di vista economico le opere e gli altri eventi organizzati in Arena, durante questa stagione, hanno riportato in vita la città. La scorsa estate la risposta turistica, sia in città che sul lago e sui Lessini, è stata decisamente importante. Certamente anche le realtà che non operano nel settore del turismo, come il nostro Gruppo, comprendono perfettamente l'importanza che ricopre l'Arena per tutto il tessuto economico locale, ma anche regionale e direi nazionale.

È una forma di collaborazione tra pubblico e privato riuscita: pensa che questo modello di cooperazione andrebbe replicato anche per altri progetti?

Credo che la collaborazione tra pubblico e privato sia un'opportunità per entrambe le parti coinvolte. Perfetto per valorizzare l'arte, i monumenti e la cultura, ma anche per altre attività di servizio. Lo constatiamo di continuo seguendo come broker assicurativi importanti clienti della Pubblica Amministrazione: le partnership se ben costruite portano indubbi vantaggi. Sono quindi convinto che l'iniziativa promossa dalla Fondazione Arena in collaborazione con il Gruppo Athesis vada ripetuta, coinvolgendo il numero più elevato possibile di imprenditori della provincia. È infatti indubbio che l'indotto creato dall'Arena superi i confini cittadini e sia trasversale a tutti i settori produttivi.

Il progetto è nato per sostenere la Fondazione durante la pandemia. Poi sono arrivati altri problemi, dalla guerra all'inflazione. Voi vi occupate della gestione dei rischi aziendali: qual è, dal vostro osservatorio, lo stato di salute delle imprese?

La crisi pandemica ha portato uno sconvolgimento globale per le imprese, uno scenario aggravato poi dalla guerra, dalla crisi energetica e da eventi climatici estremi. L'inflazione oggi all'8,5 per cento, l'aumento delle bollette, la scarsità delle materie prime pesano e stanno certamente penalizzando non solo le fasce più deboli della popolazione ma anche diversi settori produttivi. Ma in realtà il nostro approccio non è cambiato, anzi. Abbiamo dato supporto ai nostri clienti con servizi consulenziali specifici durante la pandemia e oggi, grazie anche al know how di Howden, continuiamo a promuovere una gestione integrata dei rischi aziendali. Mappare, analizzare, mitigare i rischi con attività di prevenzione e adottare poi le corrette tutele assicurative è diventato fondamentale per la sopravvivenza delle imprese e può trasformarsi in un vantaggio strategico competitivo. I nostri clienti stanno affrontando questo periodo con le ovvie preoccupazioni derivanti dall'incertezza, ma in generale abbiamo rilevato una buona resilienza e tanta voglia di ripartire, speriamo le condizioni del mercato lo consentano.

Francesca Lorandi

Suggerimenti