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I PROTAGONISTI

«Quanti incroci tra le nostre storie e la magica Arena»

I ricordi di Matteo Gasparato presidente del Consorzio Zai . «A 18 anni sono stato folgorato dalla Carmen firmata Zeffirelli»

«Questo progetto mi è piaciuto perché è riuscito a coinvolgere una molteplicità di imprenditori della zona grazie all'importante lavoro svolto dalla Fondazione in questi anni». Non ci ha pensato due volte Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai: di fronte alla possibilità di supportare l'Arena e la sua produzione, attraverso il progetto «67 Colonne», ha subito accettato. D'altra parte a questo simbolo della città, Gasparato è legato fin da quando era bambino.

Che ricordi ha?
Quando ero piccolo, i miei nonni una volta alla settimana mi portavano con l'allora filovia e poi con gli autobus in centro per vedere l'Arena, e spesso mi accompagnavano dentro a visitarla. Al mio compleanno non mancava mai il giretto in piazza Bra per i banchetti di Santa Lucia. Per tutti questi motivi mi sono legato sentimentalmente a questo monumento, tanto che quando sono diventato più grandino mi sono comperato i biglietti per uno spettacolo lirico. Era la Carmen di Zeffirelli. Ho coinvolto molti amici mie: avrò avuto diciotto anni ed è stata una favola incredibile. Senza dimenticare tutti i Festivalbar che hanno legato i miei coetanei a questo nostro pezzo di storia!

Perché il Consorzio Zai ha deciso di supportare l'iniziativa 67 colonne?
L'Arena è non solo la storia di Verona: ognuno di noi ha un pezzo di storia personale che si incrocia con quella del monumento, dei ricordi legati direttamente o indirettamente al nostro anfiteatro. Il Consorzio Zai ha deciso di supportare l'iniziativa «67 colonne» per sostenere la Fondazione che ha bisogno di tutto il supporto possibile per rilanciare la propria attività colpita dalla pandemia. La Fondazione è strumento fondamentale per il traino del turismo, dell'economia e dell'immagine di Verona nel mondo. Dagli spettacoli areniani passa molto indotto e quindi lo sviluppo della nostra città.

Quanto è importante che il sistema imprenditoriale faccia rete per sostenere un simbolo della città, fondamentale per l'economia del territorio?
Come ben sappiamo l'unione fa la forza e questo è dimostrato dalle «67 colonne». Infatti, la partecipazione entusiasta della gente ha permesso di raggiungere in breve tempo gli obiettivi prefissati. Ritengo che Verona sia già fortemente valorizzata dalla nostra amministrazione e dalle autorità territoriali. Tuttavia, è importante intensificare gli sforzi per promuoverla ulteriormente attraverso grandi eventi di risonanza mondiale, capaci di attrarre i media e la stampa internazionale.

Quali sono le carenze, i punti critici sui quali bisognerebbe lavorare di più per rendere la città ancora più attrattiva?
Se «non sprecare una crisi» è diventato un luogo comune universale di ogni momento di difficoltà, «trasformare i costi del rilancio in investimenti per il futuro» è per Verona un obbligo di lealtà e un dovere innanzitutto nei confronti delle giovani generazioni. Per questo, l'obiettivo ultimo da perseguire nella fase di ripresa dopo il lockdown è quello di potenziare le infrastrutture economiche e sociali della città, e investire le risorse disponibili, oltre che nelle misure di sostegno immediato a persone e mondo produttivo, in azioni trasformative che rendano Verona più resiliente a futuri shock di sistema, più reattiva e competitiva rispetto alle trasformazioni industriali e tecnologiche in corso, più sostenibile ed equa per limitare gli effetti degli shock sulle fasce più vulnerabili della popolazione e scongiurare un indebolimento strutturale.

Il Consorzio Zai può rivestire un ruolo strategico per il rilancio del territorio?
In una situazione post pandemica che ha inevitabilmente mutato i valori delle economie, il Consorzio Zai deve saper leggere l'attualità e diventare il propulsore di cambiamenti in ordine alle scelte più sostenibili e di rilancio dell'economia. Per farlo continuerà il suo dialogo con le istituzioni centrali, l'amministrazione regionale e comunale, con il Gruppo Fs e con l'Unione Europea, nonché con l'intero ecosistema logistico e interportuale che opera in una realtà unica come quella di Verona. Il mondo delle attività economiche legate all'Interporto Quadrante Europa ha bisogno di avere un interlocutore che sia consapevole della necessità di riconnettersi al sistema della produzione e della logistica e che indirizzi di conseguenza le proprie scelte ben sapendo che da esse dipende una catena di produzione fondamentale per lo sviluppo del territorio e dell'economia veronese.

Quali saranno le priorità?
Nuovo Terminal 750 metri, digitalizzazione e attenzione ai temi della sicurezza e dell'ambiente sono i cardini su cui lavoreremo per promuovere la sostenibilità economica, ambientale e sociale del trasporto merci. Da anni stiamo rafforzando e ampliando la rete di collegamenti ferroviari tra l'Interporto Quadrante Europa di Verona e i principali hub europei. Questo si traduce in centinaia di treni merci che settimanalmente collegano Verona con i più importanti porti e terminal d'Italia e d'Europa, riducendo così l'elevato numero di camion che quotidianamente transitano sulla rete stradale. Il nostro core business è l'intermodalità, ovvero il connubio ferro-gomma che permette di diminuire i mezzi pesanti sulle principali arterie stradali.

Come lo immagina il Quadrante Europa fra dieci anni?
Da sempre l'Interporto di Verona guarda al futuro. Dovremo portare a termine il processo di riforma legislativa degli interporti e darne piena attuazione, per permettere al Quadrante Europa, e quindi alle imprese veronesi e italiane, di competere a livello europeo. Ci concentreremo su alcune parole chiave come transizione energetica e digitale, innovazione tecnologica e sostenibilità, con l'obiettivo di diventare sempre più attrattivi e stimolare gli investimenti. Verona tra un decennio non dovrà essere qualcosa di nuovo ma accrescere il proprio ruolo di porta logistica dell'Italia, anche grazie a quanto facciamo ogni giorno al Quadrante. Allo stesso modo, immagino che la città di Verona verrà sempre più "internazionalizzata" in modo da competere sempre di più con i principali capoluoghi italiani ed europei..

Francesca Lorandi

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