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i protagonisti

«Ogni volta che vedo l'Arena mi sorprendo. Una meraviglia»

Carlo Orlandi, amministratore delegato Area Est di Assiteca
Carlo Orlandi, amministratore delegato Area Est di Assiteca
Carlo Orlandi, amministratore delegato Area Est di Assiteca
Carlo Orlandi, amministratore delegato Area Est di Assiteca

La sua espressione di meraviglia è la stessa, ammette, ogni volta che passa accanto all'Arena. Ed è la medesima che ha sempre notato nei volti dei clienti stranieri quando «nella prima esperienza lavorativa nell'azienda di famiglia li accompagnavo in piazza Bra per una visita all'Arena: in qualsiasi periodo dell'anno le loro espressioni manifestavano vero stupore di fronte a questo meraviglioso monumento». Un patrimonio da tutelare, lo definisce Carlo Orlandi, amministratore delegato Area Est di Assiteca, gruppo italiano specializzato nella gestione dei rischi d'impresa e nel brokeraggio assicurativo, presente da quarant'anni a Verona. «L'Arena è parte della nostra storia, da sempre un potente generatore di energie e quindi un potenziale collettore di eccellenze», riflette, spiegando i motivi che hanno spinto il gruppo ha supportare il progetto 67 Colonne.

Assiteca è partecipata dal fondo francese Tikehau, ma mantiene forti le sue radici veronesi. E l'adesione a questa iniziativa ne è una dimostrazione. Cosa le è piaciuto del progetto?
Assiteca è oggi il più grande Gruppo italiano nella gestione dei rischi d'impresa e nel brokeraggio assicurativo, quotata dal 2015 in Borsa Italiana. Nel 2019, l'ingresso di Tikehau nell'azionariato ci ha permesso di consolidare il nostro progetto di crescita e confermare il ruolo di leader nazionale. Ma Assiteca è e rimane una realtà profondamente radicata sul territorio: la presenza in ben venti città italiane è un fattore distintivo rispetto ai nostri competitor stranieri. A Verona in particolare siamo presenti fin dal 1982, il prossimo anno festeggeremo il nostro quarantesimo anniversario di attività. L'Arena rappresenta, per chi come noi vive e crede in questa città, un simbolo e un patrimonio culturale da amare e tutelare. Il progetto 67 colonne, dopo la triste estate del 2020 con l'anfiteatro muto e vuoto, è un messaggio forte a tutta la cittadinanza. Abbiamo colto quindi la proposta di adesione con grande entusiasmo: rendere omaggio all'Arena, sostenendo la sua ripresa, è stato quasi un dovere morale.

Nel tempo avete coltivato e rafforzato queste vostre radici veronesi stringendo legami e collaborazioni.
Per noi l'attenzione verso il territorio è sempre stata fondamentale e strategica, come evidenziato nel nostro Report di sostenibilità. Negli anni, per farci conoscere e creare un legame con il tessuto imprenditoriale, abbiamo sviluppato un'estesa rete di relazioni e partnership con le associazioni locali, in primis con il sistema Confindustria, convinti che la nostra attività sarebbe stata apprezzata e avrebbe portato benefici soprattutto alle medie imprese del territorio. L'impegno nei confronti della collettività e dell'ambiente si è poi concretizzata attraverso il sostegno di diverse iniziative di carattere sociale, culturale e sportivo.

Dal suo punto di vista, quanto è diffusa tra gli imprenditori questa sensibilità, questa attenzione verso il territorio, la comunità, il patrimonio artistico e cultura?
Più che di sensibilità parlerei di una strategia che dovrebbe essere adottata da tutte le imprese, per valorizzare e sostenere il nostro immenso patrimonio artistico e culturale con continuità. Lo sforzo dovrebbe essere maggiore, ma qualcosa rispetto al passato si sta muovendo.

Il progetto vede tante aziende unite in rete per un unico obiettivo, in un territorio storicamente segnato da un certo individualismo. Pensa che aver aderito a questa iniziativa possa fare da traino ad altre aziende?
L'iniziativa promossa dalla Fondazione Arena di Verona in collaborazione con il Gruppo Athesis è stata una vera innovazione per questa città. Ho avuto l'occasione di partecipare alla presentazione del progetto: si respirava una grande positività e sinergia tra le diverse realtà aziendali, tutte unite da un obiettivo condiviso, oltre gli specifici interessi. Il ruolo dell'Arena in questo progetto è sicuramente centrale, perché è "parte della nostra storia", un monumento che parla della nostra città al mondo intero e ci rappresenta. Credo sia da sempre un potente generatore di energie e quindi un potenziale collettore di eccellenze. Sono certo che un'iniziativa come questa vedrà nel corso delle prossime edizioni altre imprese pronte a partecipare: l'arte e la musica sono portatrici di valori nei quali tutti possiamo riconoscerci al di là delle differenti attività.

Nascere in questo territorio crede sia un valore aggiunto per un'azienda?
La forza del nostro Gruppo sono le persone: è grazie all'impegno e al contributo di tutti i lavoratori che abbiamo raggiunto i risultati di oggi e per questo ne siamo ancor più orgogliosi. La filiale di Verona ha ovviamente contribuito a questo successo ed è oggi leader nel nord est con 80 risorse dedicate, circa 50 milioni di premi intermediati e un portafoglio clienti molto diversificato in più settori merceologici. Al territorio va riconosciuto che ha sempre avuto una forte vocazione di crescita e sviluppo, anche all'estero, con storie imprenditoriali di eccellenza.

E questo ultimo anno e mezzo come è andato per voi?
Alla base del buon andamento di Assiteca c'è anche una forte diversificazione della clientela che ci ha consentito di non avere perdite sul fatturato, che anzi, fortunatamente, è cresciuto. La pandemia ha contribuito a creare un legame più profondo con le imprese, che abbiamo potuto assistere nella gestione dell'emergenza e proteggere grazie alla tenuta delle coperture assicurative. Fortunatamente in questi ultimi mesi riceviamo dai nostri clienti messaggi di entusiasmo e molte aziende stanno tornando ad investire. Tutti noi abbiamo potuto verificare quest'estate il ritorno dei turisti che hanno "invaso" la città e la provincia, segno tangibile che il nostro territorio è vivo e pronto alle sfide dei prossimi anni..

Francesca Lorandi

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