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LA SFIDA DELLA LIRICA. Il sovrintendente Cecilia Gasdia e l’impegno per la nuova stagione

«Muti come Toscanini. Questa è la ripartenza»

Riccardo Muti dirigerà l'orchestra alla prima dell'Arena
Riccardo Muti dirigerà l'orchestra alla prima dell'Arena
Riccardo Muti dirigerà l'orchestra alla prima dell'Arena
Riccardo Muti dirigerà l'orchestra alla prima dell'Arena

La ripartenza non può che iniziare da qui, da quella Arena che nel mondo è immagine e simbolo della migliore «italianità», quella legata alla cultura, all'arte, alla storia, alla grande tradizione musicale, in una parola alla bellezza. Ripartenza dunque dalla grande lirica e dai maggiori nomi che ne sono interpreti e protagonisti, in quell'anfiteatro che si conferma così il più grande appuntamento con l'opera sotto il cielo stellato. Lo ha ribadito durante l'incontro di ieri il sovrintendente di Fondazione Arena Cecilia Gasdia, facendo appello, nel nome di questa ripartenza, alla città tutta. Perché, ha detto, «se è vero che questa emergenza sanitaria che ci ha colpiti da un anno è stata paragonata ad una guerra, allora vorrei ricordare che, un po' come accadde appunto dopo la seconda guerra mondiale, quando nel maggio del 1946 a Milano Arturo Toscanini diresse il primo concerto alla Scala ricostruita in tempi record dopo i bombardamenti, ecco, così il 19 giugno l'erede morale di quel grande Maestro, il Maestro Riccardo Muti tornerà in Arena dopo 40 anni per dirigere l'Aida in forma di concerto nel 150° anniversario dalla sua prima rappresentazione al Cairo. Un segnale fortissimo, e da noi fortemente voluto, per aprire questa stagione 2021 ormai alle porte, A questo stiamo lavorando tutti con passione. L'Arena è tornata ad accendersi anche la scorsa estate, in tempo di emergenza, con un programma ad hoc, e oggi più che mai è pronta a ripartire». «In base al più recente studio dell'Università di Verona, il festival lirico areniano produce un impatto economico sul territorio pari a 500 milioni», ha proseguito Gasdia. «Ma la vita non è fatta di soli numeri, e un'Arena forte, presente e solida è per la città anche e soprattutto uno stimolo positivo, una speranza, in uno dei momenti più grigi, difficoltosi e tormentati della nostra storia: un invito alla creatività. Verona, come collettività civile, ha bisogno di noi, per tornare a credere, sperare e progettare un futuro. Auspichiamo che con noi si schierino i grandi mecenati della città, siano essi privati o aziende, in una sorta di nuovo Rinascimento, per combattere e vincere insieme le difficoltà del nostro presente e trovarci ancor più compatti ed affiatati nel prossimo futuro. Verona riparte dall'Arena. Adottare una delle 67 colonne, ma anche un solo mattone è muoversi per il bene collettivo, della città e del territorio, in un simbolico abbraccio all'anfiteatro, così come le 67 colonne reggevano le arcate della cinta esterna che abbracciava il monumento». Quanto alla stagione 2021, oltre al concerto diretto dal Maestro Muti, Gasdia ha confermato «la volontà di Fondazione Arena di realizzare la propria programmazione, fedele al cartellone: 42 serate, titoli e cast come da programma; unica variazione, allestimenti più leggeri, grandiosi ma insieme immateriali, giocati sulle nuove tecnologie, con spettacolari ed innovative video proiezioni, adatte a vestire l'imponente cornice areniana, facendo così del problema sanitario un'opportunità di rinnovamento interpretativo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Galetto

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