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INTERVISTA IL CEO DELLA VILLAFRUT DI OPPEANO

Matteo Falzi

«Verona come Parigi La nostra Torre Eiffel si chiama Arena»
Arte e cultura Matteo Falzi è il ceo della Villafrut di Oppeano
Arte e cultura Matteo Falzi è il ceo della Villafrut di Oppeano
Arte e cultura Matteo Falzi è il ceo della Villafrut di Oppeano
Arte e cultura Matteo Falzi è il ceo della Villafrut di Oppeano

Come la Tour Eiffel per i parigini. «La nostra torre Eiffel si chiama Arena, rappresenta noi veronesi, la nostra cultura, il nostro segno, il marchio di riconoscimento della nostra città», afferma Matteo Falzi, che anche quest’anno con l’azienda di cui è Ceo, la Villafrut, di Oppeano - specializzata nell'aggregare la produzione ortofrutticola e nel gestire la logistica per le principali catene della grande distribuzione organizzata – ha deciso di sostenere il progetto delle 67 Colonne.

Perché?
Nel 2021 abbiamo aderito con molto entusiasmo alla prima edizione dell’iniziativa 67 Colonne, quindi abbiamo voluto esserci anche l’anno successivo. Con l’occasione si è anche creato un bel gruppo di imprenditori, e questo penso renda tutti noi partecipanti molto orgogliosi. È quasi un peccato che siano soltanto 67 le colonne da sostenere con questa iniziativa, perché ho l’impressione che fuori da questo gruppo ci siano molti altri imprenditori e società che vorrebbero manifestare concreta vicinanza al nostro anfiteatro e a ciò che rappresenta.

Quindi se l’aspettava una simile adesione al progetto da parte della città, da imprese e cittadini...
Quando mi venne proposta, non compresi nell’immediato la portata di questa iniziativa, che in breve tempo è diventata però molto chiara. Mi passi il paragone: è un po' come se i parigini non riconoscessero che il simbolo della città è la torre Eiffel. Suonerebbe quantomeno strano. La nostra torre Eiffel si chiama Arena, rappresenta noi veronesi, la nostra cultura, il nostro segno, il marchio di riconoscimento della nostra città.

Pensa che la collaborazione tra pubblico e privato per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del territorio vada più incentivata?
Sicuramente. Sono convinto che due entità così lontane, come il pubblico ed il privato, se riescono ad unirsi, diventano profondamente complementari. Questo tipo di iniziative, grazie alla loro trasversalità, riescono a coprire visioni e soluzioni a 360 gradi, e il progetto delle 67 colonne per l'Arena ne è un esempio.

Prima la pandemia e l’emergenza Covid, poi il conflitto tra Russia e Ucraina, i nuovi equilibri geopolitici, l’inflazione in aumento: come sta andando questo anno per voi?
Pensavo che la pandemia avesse toccato le coscienze economiche e politiche di tutto il mondo. L'ultima cosa che serviva alla nostra economia era una guerra seguita da una crisi energetica, infatti stiamo vivendo un vero cambiamento geopolitico. Gli interessi economici stanno prevalendo sugli interessi della comunità. Riguardo all’inflazione, la ritengo una cosa sana se strutturata e controllata da meccanismi economici, dobbiamo fare attenzione alle aziende come al potere d'acquisto dei nostri consumatori. Villafrut è nel settore agricolo, stiamo andando bene, sono soddisfatto dei risultati raggiunti. Siamo molto dinamici, da sempre siamo abituati a lavorare con delle variabili poco prevedibili, si immagini gli eventi atmosferici che determinano le caratteristiche dei nostri prodotti.

E in una fase storica così complessa che ruolo può avere la cultura?
La nostra cultura e la nostra storia ci consentono di ricordare da dove veniamo, la nostra storia, le tradizioni, ciò che siamo stati. In questa frenesia e in questo mondo che corre così veloce, fermarsi a guardare una bella opera permette di ricordare la storia, accarezzare le nostre origini, avvertendone l’importanza. Io credo che l’essenza della nostra cultura si possa riassumere nel passeggiare in città, tra i nostri monumenti.

Il 2023 è l'anno del centenario dell'Arena Opera Festival: si festeggerà una tappa importante. Cosa si augura per questo anniversario, per la Fondazione e per la nostra città?
Mi aspetto letteralmente che venga colta appieno questa opportunità di valorizzare la tradizione storica e culturale così radicata nella città. Nutro grandi aspettative sull’ottima riuscita di Opera Festival 2023 e anche sull’effetto volano che coinvolgerà l’intero compartimento turistico locale. Del resto non manchiamo di esperienze in questo settore, né di figure in grado di organizzare bene un evento di tale caratura: ci sono tutti gli ingredienti per un appuntamento culturale in grado di fare ancora una volta la storia di Verona, la nostra storia.•.

Francesca Lorandi

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