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INTERVISTA - AMMINISTRATORE DI ALTECO

Matteo Albrigi

Arte e impresa - Le immagini di Carmen sulla giacca di Matteo Albrigi
Arte e impresa - Le immagini di Carmen sulla giacca di Matteo Albrigi
Arte e impresa - Le immagini di Carmen sulla giacca di Matteo Albrigi
Arte e impresa - Le immagini di Carmen sulla giacca di Matteo Albrigi

Restituire alla comunità parte di quanto ricevuto fino ad oggi”. C’è questo desiderio alla base della decisione di Matteo Albrigi, di sostenere il progetto delle 67 Colonne per L’Arena. Amministratore di Alteco, realtà che opera nel mondo della filtrazione, occupandosi di progettare, costruire e vendere impianti per la purificazione dei fluidi nel settore alimentare, chimico farmaceutico ed industriale, Albrigi ha con l’anfiteatro un legame molto stretto. Intimo.

Ce lo racconti...
Una delle motivazioni che mi ha spinto a sostenere il progetto è il ricordo di mio nonno Paolo Albrigi, un contadino e maestro di musica. La sera e nel fine settimana, insegnava per pura passione la musica ai futuri musicisti della banda musicale del paese dove viveva. Negli anni '30, nelle sere d’estate, camminava a piedi da Moruri, fino in piazza Bra per suonare nell’orchestra dell’Arena. Era in grado di suonare a memoria tutte le opere e, a volte, le canticchiava a noi nipoti. Credo che lo studio della musica e dell’opera lirica abbia contribuito alla formazione della sua personalità. Lo ricordo come un gran lavoratore ma capace di dedicare il giusto spazio alla sua passione: musica.

E oggi, cosa rappresenta per lei?
Per me l’Arena e l’opera lirica rappresentano il collegamento con il passato, una l’eredità preziosa di valori che abbiamo ricevuto, con l’impegno e il privilegio di viverli e conservarli. Solo seguendo i nostri valori ed adattandoli alle nuove sensibilità emergenti possiamo assicurarci la massima fiducia e serenità per il futuro.

Stiamo attraverso anni complessi: pandemia, guerra, inflazione stanno mettendo a dura prova la società ma anche voi imprenditori. In questo contesto, che ruolo può avere la cultura?
Prima di essere imprenditori siamo donne e uomini: la nostra capacità di far crescere e sfidare il tempo delle nostre aziende dipende anche dalla nostra capacità di comprendere e vivere e declinare i valori che abbiamo ereditato dal passato. La cultura ha un ruolo fondamentale: non può esistere una economia forte, sana, equa e sostenibile senza una buona cultura delle persone coinvolte, a partire dagli imprenditori.

E dalle opere liriche quali valori, quali insegnamenti possono nascere?
Sono dei classici e come tali portano con se insegnamenti e drammi sulle vicende umane. Cambiano i contesti, le tecnologia ma l’uomo tende a comportarsi nello stesso modo, per questo possiamo dire che il passato è il presente. La cultura ci aiuta ad avere una visione sul futuro, identificare i nostri obbiettivi e le nostre motivazioni; ci aiuta ad avere la creatività necessaria a trovare soluzioni e le loro conseguenze valutando tutte le sensibilità; ci aiuta ad avere maggior consapevolezza del mondo e del modo in cui viviamo e delle conseguenze delle nostre azioni.

Con Alteco viaggia molto: cosa significa portare Verona nel mondo?
Mi è capitato di incontrare persone all’estero che conoscevano Verona per la nostra Arena e per il festival lirico. Oltre che sentirmi orgoglioso di essere veronese, mi ha sempre stupito quanto aver condiviso l’emozione provata durante una rappresentazione nell’anfiteatro romano, con delle persone appena conosciute, abbia sempre creato una “connessione speciale”. Contribuire a sostenere qualcosa di unico a livello globale restituisce ancora più senso a quello che facciamo: in un modo così globalizzato che tende ad uniformare, avere delle radici solide ed identitarie dalle quali attingere unicità e antiche tradizioni restituisce energia e senso di appartenenza, ingredienti importanti per compiere qualsiasi impresa.

A proposito di estero: come state affrontando in azienda questi anni complessi?
Siamo nati 27 anni fa, operiamo per 80 per cento all’estero, siamo in 43 persone e fatturiamo circa 9 milioni. I nostri clienti sono sparsi per il mondo, solitamente sono molto strutturati e, come succede in molte altre aziende, ci chiedono molto. Noi ci diamo da fare per essere sempre in linea con le loro aspettative, soprattutto nel campo farmaceutico, a volte non è semplice, a volte abbiamo grandi soddisfazioni.

Ma questo mondo, complice anche le tecnologie, sta cambiando velocemente. Come si fa a mantenere la «barra dritta»?
Non è per tutti chiaro come riusciremo a "governare" tutte queste innovazioni. Di sicuro avremo bisogno di una forte determinazione per far sì che i valori in cui crediamo come ad esempio la libertà, equità, giustizia, coraggio, onestà che che ci hanno portato fino ad oggi potranno essere un faro per il nostro futuro. Guarda caso questi sono i temi trattati nelle opere liriche proprio: a dimostrazione che pur cambiando il momento storico e gli strumenti a disposizione, sono sempre i nostri valori a permetterci di vivere una vita di dignità e prosperità.

Francesca Lorandi

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