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Swinger International

«Le mie creazioni in Arena, che gioia. Un tempio che raccoglie tutte le arti. E lì si indossano gli abiti migliori»

Il gusto del bello Mathias Facchini con Sara Cavazza Facchini
Il gusto del bello Mathias Facchini con Sara Cavazza Facchini
Il gusto del bello Mathias Facchini con Sara Cavazza Facchini
Il gusto del bello Mathias Facchini con Sara Cavazza Facchini

Partita da una produzione artigianale di abbigliamento in jeans, negli anni Settanta, grazie all'intuito di Dino e Lilly Facchini, e in seguito divenuta un'azienda trend setter per lo stile "denim fashion", l'azienda veronese Swinger International Spa, realtà in continua crescita globale oggi sotto la guida di Mathias Facchini, associata a importanti brand di fama internazionale quali Missoni, Fendi, Vivienne Westwood. Già leader in qualità di licenziatario, oltre ad aver acquisito la proprietà del marchio Genny, con Sara Cavazza Facchini, moglie di Mathias, al timone del reparto creativo - l'azienda si è imposta nel firmamento del Fashion Made in Italy fino ad essere fortemente conosciuta anche al di fuori dei confini nazionali, in particolare nei mercati del Medio Oriente e americano. Ma l'attenzione di Swinger International Spa non è rivolta solo ai grandi numeri, bensì a temi di rilievo come la sostenibilità, l'arte e la cultura, espresse principalmente attraverso il marchio Genny con l'attuazione di attività solidali, scelte e selezionate con grande attenzione da Sara Cavazza Facchini. «Il progetto 67 colonne è perfettamente in linea con la nostra visione aziendale, ma anche le nostre passioni personali, in quanto entrambi amiamo l'arte in tutte le sue espressioni», raccontano Mathias e Sara, entrambi collezionisti d'arte. «E l'Arena di Verona è un tempio che le raccoglie davvero tutte, da quella visiva, a quella performativa, da quella musicale e scenografica, a quella poetica e letteraria».

Tante, quindi le ragioni che tre anni fa vi hanno spinto ad aderire al progetto di Fondazione Arena e Gruppo Athesis.
Sara: È un onore poter lasciare un segno all'interno dell'Arena di Verona. È un luogo al quale sono molto affezionata. Da bambina avevo la passione per la danza e l'Arena rappresentava il sogno di un palcoscenico che tutto il mondo ci invidia. Inoltre, per noi è importante contribuire al sostegno del territorio attraverso questo tipo di attività che diano lustro alla città che amo e nella quale vivo.
Mathias: Sono fiero che il nostro Gruppo sia stato tra le prime aziende ad aderire a questa nobile iniziativa e che oggi sia annoverato tra i maggiori sostenitori dell'Arena, simbolo e orgoglio della nostra città, ma soprattutto promotrice di arte e cultura.

Dopo tre edizioni, cui proprio di recente è seguita l'inaugurazione della quarta, qual è la vostra impressione?
Mathias: Nato nel 2020 per la quasi assoluta mancanza delle attività in anfiteatro a causa del Covid, il progetto ha dato la possibilità ad una così preziosa risorsa nazionale non solo di superare momenti drammatici, bensì di poter tornare a splendere contribuendo a strepitosi risultati anche nell'anno del Centenario.
Sara: Anno dopo anno ho potuto ammirare una forte crescita sia a livello organizzativo che a livello artistico e questo da parte mia è fortemente apprezzato tanto che, per l'edizione del centenario, ho sentito la necessità di dare il mio contributo creativo attivamente attraverso la creazione delle divise per lo staff. È stato per me un grande onore vedere le mie creazioni all'interno dell'Arena di Verona.

La prima volta in Arena?
Sara: Avevo una decina di anni e ricordo quel momento come un turbine di emozioni. Una volta attraversato l'arco d'ingresso mi è sembrato di fare un salto nel passato. Mi ha veramente sorpreso quella sensazione di passaggio dal mondo di fine anni '80 al quale ero abituata a un edificio di oltre duemila anni dove ho respirato al tempo, e si respira ancora oggi, la sua storia. Poi è iniziato il concerto di Tina Turner, che sul palco sembrava una leonessa: capelli strepitosi, abiti luccicanti, ma soprattutto una grandissima energia che ha coinvolto tutto il pubblico, che per due ore è stato una cosa solaMathias: Sin da bambino ho imparato a conoscere l'anfiteatro più famoso al mondo. Ho spesso avuto l'opportunità di partecipare a spettacoli di apertura o gran gala. Tutto ciò mi ha sempre affascinato e attratto. La musica, i costumi e le luci, ma anche la cura, l'attenzione ai dettagli e l'eleganza che tra il pubblico si notava. Questo grande senso di rispetto per l'Arena era sottolineato ad esempio dalla voglia di chiunque di indossare, durante le serate in Arena, il miglior abito che si aveva nell'armadio. Questo rispetto verso l'istituzione "Arena" mi piace molto''
Il contesto globale non è dei più confortanti. Quale responsabilità sociale si sente di assumere un imprenditore come lei, Mathias?
Mathias: Da imprenditore e padre voglio essere un esempio positivo e, grazie ai risultati ottenuti dalla nostra realtà, voglio mandare un messaggio stimolante ai giovani e agli altri imprenditori. Ma la forza di un'azienda non è fatta da un'unica persona, bensì dall'intero gruppo di dipendenti, collaboratori, filiera produttiva e rete commerciale; se Swinger ottiene grandi risultati è grazie e, soprattutto, ai i miei collaboratori. Oltre a ciò, il mio impegno in termini di responsabilità sociale è quello di sostenere, a livello nazionale, attività di ricerca scientifica contro il cancro con Fondazione Veronesi e Fondazione IEO Monzino.Mentre, sul territorio veronese contribuiamo a supportare la cooperativa Sociale Quid e siamo tra i maggiori sostenitori della Fondazione "Angeli del Bello".

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