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L'iniziativa

«L'Arena siamo noi, per questo vogliamo fare la nostra parte»

Gianfranco Tognetti, presidente di Banca Veronese
Gianfranco Tognetti, presidente di Banca Veronese
Gianfranco Tognetti, presidente di Banca Veronese
Gianfranco Tognetti, presidente di Banca Veronese

«L’Arena siamo noi, l’Arena è la nostra città», dice Gianfranco Tognetti. Per questo non ci ha pensato due volte ad alzare la mano quando la Fondazione Arena ha chiesto l’aiuto di tutta la città per supportare la sua produzione, sofferente dopo un anno e mezzo di pandemia. Il presidente di Banca Veronese ha così aderito all’iniziativa 67 Colonne, che risponde perfettamente a quella che è una vocazione della Bcc di Concamarise: lavorare per il miglioramento delle condizioni non solo economiche, ma anche culturali della comunità nella quale opera. Un’attenzione che l’istituto di credito ha avuto anche nei mesi più difficili dell’emergenza sanitaria, supportando aziende e famiglie dal punto di vista finanziario, ma anche avviando azioni concrete di sostegno a ospedali e strutture sanitarie. Perché anche questo - ne è convinto Tognetti – rientra tra i compiti di una banca immersa e radicata nel territorio.

Presidente, cosa vi è piaciuto di questa iniziativa?
Lo statuto di Banca Veronese recita: “nell’esercizio delle sue attività la società ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi”. La Fondazione Arena di Verona è una delle eccellenze culturali ed economiche del nostro territorio, ma anche del nostro Paese. Svolge la propria attività nel luogo che più di ogni altro rappresenta la nostra città e il nostro essere veronesi. Di conseguenza la nostra partecipazione al progetto “67 colonne” non poteva mancare.

Qual è secondo lei il ruolo dell’Arena e della sua produzione per il sistema economico veronese?
La Fondazione Arena di Verona con la sua attività estiva produce una parte considerevole del Pil dell'intera provincia, rappresenta pertanto un importante motore economico. L'eccellenza delle sue proposte artistiche fanno sì che Verona sia conosciuta in tutto il mondo come città d'arte e di cultura.

Come Bcc siete molto impegnati nel territorio, per le famiglie, le aziende, la comunità in generale. Pensa che tra i compiti di un istituto di credito ci sia anche quello di tutelare il patrimonio artistico e culturale locale?
Certamente sì. Da sempre alcuni istituti bancari hanno sentito la necessità di investire parte dei proventi in attività culturali che dessero lustro ulteriore alla propria attività e fossero un mezzo per trasmettere cultura ai posteri.

Quest’ultimo anno e mezzo è stato molto complicato per la comunità. Banca Veronese si è messa in gioco in prima linea per supportare famiglie, imprese, anche ospedali. Quali sono state le priorità che hanno guidato questo vostro impegno?
Siamo intervenuti con decisione sul fronte moratorie, sospendendo le rate dei mutui di famiglie e imprese in difficoltà nei pagamenti a causa del periodo di crisi da emergenza Coronavirus. Abbiamo fatto e stiamo tuttora facendo la nostra parte per assicurare liquidità e per concedere finanziamenti a privati, professionisti e attività, per salvaguardare le attività dei clienti, consentendo loro di proseguire la produzione e con la finalità di tutelare la forza lavoro. Abbiamo finanziato anche operazioni importanti per essere di sostegno alle aziende più grandi e più strutturate in un'ottica di rilancio e di investimento. Banca Veronese è stata attiva anche sul fronte della solidarietà, consegnando ai responsabili del reparto di Pneumatologia dell'Ospedale Mater Salutis di Legnago 20 generatori venturi con maschera e 20 caschi completi per la ventilazione artificiale.

E oggi, crede che si possa realmente parlare di ripresa, di rinascita?
Gli indicatori lasciano ben sperare. Il nostro Paese si trova ad affrontare una sfida importante che è anche una grande opportunità di sviluppo. Se saremo in grado di proiettarci con oculatezza nel futuro penso che si potrà veramente parlare di una rinascita. Dovremo senz'altro puntare sulla resilienza trasformativa, accrescendo la capacità del sistema nei confronti di future crisi di sistema. Per arrivare a questo si dovrà puntare su tutti quegli interventi finalizzati a eliminare o, quanto meno a ridurre sensibilmente, le vulnerabilità del Paese.

L’iniziativa delle 67 Colonne ha avuto anche il merito di mettere in rete imprese e privati per un obiettivo comune. Pensa che quell’individualismo che storicamente caratterizza il nostro sistema economico, veronese e del nordest, sia ormai superato? 
Banca Veronese è società cooperativa e da sempre si preoccupa di promuovere lo sviluppo dei propri soci e clienti, lavorando in sinergia con loro, creando una rete che possa sviluppare opportunità condivise. Siamo fiduciosi che questa iniziativa possa sviluppare importanti rapporti con i protagonisti di questo progetto. La pandemia e il conseguente lockdown ci hanno dimostrato come l'azione del singolo sia importante per la tutela e la salvaguardia della comunità. È evidente che la crescita di tutti potrà avvenire solo se riusciremo a superare quell'individualismo a cui lei fa riferimento.

L’ultima domanda, presidente. Quali ricordi associa all’Arena di Verona?
Il ricordo è la sommatoria di una moltitudine di ricordi: quelli dei nostri dipendenti e collaboratori. Dall'appassionato di musica lirica spesso presente più volte alla medesima opera per ascoltare separatamente la musica, la bravura del tenore, del baritono o del soprano, a chi vi ha lavorato durante gli studi universitari, da chi si è lasciato entusiasmare dalla maestosità della stella installata in Bra nel periodo natalizio, a chi si è semplicemente commosso nel veder dipingersi di rosa le pietre dell'Anfiteatro in un tramonto. L'Arena è la nostra città, l'Arena siamo noi.•.

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