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Calzaturificio Jumbo

«L’Arena è un biglietto da visita che fa brillare Verona nel mondo La cultura fa crescere le imprese»

Non c’è crescita professionale, e conseguentemente aziendale, che possa prescindere dal «benessere personale». Alla Jumbo Spa di San Martino Buon Albergo fondata da Silvano Danieli nel 1980, e oggi condotta da Marina - con i figli Riccardo e Beatrice - ed Elena Danieli, il concetto è ben impresso da sempre. E con l’adesione al progetto 67 Colonne per l’Arena, nel quale il calzaturificio veronese ha debuttato la scorsa primavera, promette di uscirne solo che rafforzato. «Se prima pensavamo che il welfare aziendale, ossia il benessere psicofisico che sin dall’avvio della nostra attività cerchiamo di garantire a ogni lavoratore, si traducesse essenzialmente nel creare condizioni di sicurezza sul lavoro al passo con le nuove tecnologie, e andare incontro alle rispettive aspirazioni professionali, ora siamo infatti convinti che ad assumere un ruolo sempre più centrale sia anche la componente culturale», dice Marina Danieli.
 

Come siete venuti a conoscenza del progetto promosso da Fondazione?
Sapevamo che esisteva già da qualche anno, ma non ne conoscevamo ancora tutti i dettagli, né l’impegno così imponente della macchina organizzativa che vi stava dietro a questa iniziativa che abbraccia imprese e cultura. Almeno fino a qualche mese fa, quando un gruppo di alti dirigenti di Adidas - per il cui settore calzature la Jumbo è unico fornitore accreditato in Europa e ha fin qui prodotto oltre 86 milioni solo di ciabatte - è venuto a farci visita nel nostro stabilimento per celebrare i 40 anni di collaborazione. «Come accogliere un ospite per noi così importante?», ci siamo chiesti. Con il biglietto da visita più prestigioso che abbiamo. L’Arena. Allora abbiamo pensato di organizzare per loro un evento dedicato, proprio nell’anfiteatro. Nel reperire informazioni abbiamo scoperto la straordinaria opportunità offerta dalle 67 Colonne. Quella di vivere il tempio dell’opera da un’altra «postazione». Come autentici attori, colonne portanti del suo rilancio nel mondo. Quello che doveva essere un momento «privato», si è dunque trasformato nel tassello prezioso di un più ampio mosaico. Di un progetto di fatto «comunitario» che abbracciamo davvero con tanto orgoglio.
 

E così, «per la prima volta», volendo richiamare lo slogan del centenario del festival lirico - Cento volte la prima volta - entrate in questa nuova famiglia. Che «ritorno» vi aspettate?
Un ingresso che il 9 luglio scorso abbiamo festeggiato, in concomitanza con l’anniversario del sodalizio tra Jumbo e un’azienda famosa in tutto il mondo come Adidas, partecipando alla rappresentazione de La Traviata, preceduta da una spettacolare cena nello Star Roof, sotto le stelle, sull’ala dell’Arena. Il ritorno, se così vogliamo chiamarlo, non ha prezzo. Specie per un’azienda come la nostra che ha sempre puntato sulla valorizzazione del capitale umano. Le 67 Colonne per l’Arena offrono un ulteriore spunto di arricchimento personale sia per i nostri dipendenti, che grazie a questa iniziativa andremo a sensibilizzare attorno al mondo dell’opera, che per noi imprenditori. Pensiamo solo a quali progettualità e spazi di confronto possono nascere da occasioni di convivialità e aggregazione quale quello costituito da una rappresentazione lirica. Non solo. Aderendo al progetto ci siamo davvero resi conto dell’universo che pulsa in mezzo a queste pietre. Quanta gente, tra operai, maestranze, manager e professionisti dello spettacolo, si impegna ogni giorno per tenere viva l’Arena. Una vera e propria “azienda della cultura”, da custodire e valorizzare tutti assieme.
 

C’è un’opera del cartellone 2023 che l’ha particolarmente colpita?
Quando mi hanno detto che in occasione del centenario sarebbe andata in scena una nuova Aida, con dei laser al posto delle piramidi, la reazione è stata di grande scetticismo. Poi ho assistito all’allestimento del regista Stefano Poda e devo dire che è stato uno spettacolo molto emozionante. Se l’Aida tradizionale impressione per la maestosità, questa nuova produzione incanta per l’eleganza e l’innovazione.
Senza dimenticare i concerti dell’extra lirica. Sentirli in Arena non è la stessa cosa che in uno stadio. Un palcoscenico davvero «irripetibile». E ad averlo, siamo proprio noi. 

Un palcoscenico mondiale, che mette la centro la persona, proprio come Jumbo. Quali sono, attualmente, le colonne del vostro welfare aziendale?
Quando, tra 2019 e 2020, ci siamo trovati di fronte a una importante e inaspettata crescita, che ci ha portato a incrementare la forza lavoro da una media di cinquanta dipendenti a quasi duecento, abbiamo capito che la prima cosa da imparare era come parlare alla nuova generazione di lavoratori, fatta per lo più da giovani. Di qui l’idea di creare una academy fatta da professionisti esterni, in grado di favorire il rapporto con i neoassunti, e di riflesso la collettiva crescita personale e professionale. Proprio perché crediamo e puntiamo molto sulla formazione, lo scorso giugno abbiamo recuperato anche una parte dell’ex stabile della società Athesis per trasformarlo in una reparto di taglio e giunteria destinato alla formazione dei futuri artigiani del comparto, nostri dipendenti e non.

Francesca Saglimbeni

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