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I protagonisti

«Il vino è senza confini e ci insegna a sognare. Come la nostra Arena»

Sandro e Raffaele Boscaini
Sandro e Raffaele Boscaini
Sandro e Raffaele Boscaini
Sandro e Raffaele Boscaini

L’Arena, patrimonio di tutti, da tutti va sostenuta. Ne è convinto Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, che auspica per il futuro in un ampliamento del progetto delle 67 Colonne, "oltre i confini provinciali". Con la certezza la risposta sarebbe ampia, come già lo è stata nelle prime due edizioni di questa iniziativa, "una sorta di nuovo mecenatismo 2.0", come la definisce il figlio Raffaele, direttore Marketing e Coordinatore Gruppo Tecnico Masi. In questa intervista raccontano il loro rapporto con l'arte e la cultura della città, e con la stagione areniana che quest'anno, dopo la pandemia, "è tornata nel pieno del suo splendore".

 

Per il secondo anni Masi Agricola ha deciso di supportare questo progetto.

Sandro Lo scorso anno eravamo stati spinti dall'urgenza di supportare una nostra eccellenza, attraverso un progetto nuovo e inedito: un'esperienza che si era rivelata molto positiva e che, per questo motivo, sarebbe stato sciocco buttare via, considerando anche la grande partecipazione delle imprese del territorio. La nostra Arena ha duemila anni di storia e ha ospitato quasi un centinaio di stagioni del Festival: è giusto che tutti insieme ci diamo da fare per un progetto sinergico e continuativo, che duri negli anni e che coinvolga tutti coloro che possono dare un contributo, sia finanziario che di idee.

Raffaele Considero questo progetto una sorta di nuovo mecenatismo 2.0, figlio delle dinamiche che si sono susseguite con la pandemia e il post pandemia. Se lo scorso anno c'era la necessità impellente di dare soccorso a un'Arena in difficoltà, tra capienza dimezzata e incassi ridotti, oggi prevale la rinnovata coscienza di ciò che abbiamo, di questo patrimonio da scoprire e sostenere.

 

Vi aspettavate un simile successo dalla prima edizione, una tale generosità da parte di imprese e privati del territorio?

Raffaele Mi aspettavo una risposta importante, ma non in questi termini. Credo sia stata una risposta di liberalità più che visibilità: in tantissimi hanno partecipato al progetto 67 Colonne ma non per avere il proprio nome scritto o menzionato, ma perché hanno voluto farlo col cuore, per senso di appartenenza. E questo è molto bello, fa onore a Verona.

Sandro Secondo me un'iniziativa di questo genere sarebbe opportuno che allargasse il suo perimetro: che coinvolgesse cioè anche le province di Brescia, Trento, Mantova, VicenzaVerona dovrebbe lanciare un messaggio: non c'è provincialismo né preclusione perché questo nostro monumento esercita la sua influenza - così com'era al tempo dei romani - su un'area più ampia e omogenea, che raggiunge anche il Trentino e la Lombardia orientale. Un ritorno oltre i confini provinciali: perché l'Arena non è solo dei veronesi ma è un patrimonio italiano, che travalica la provincia e la regione.

 

È una sfida da vincere. Il tema di questa edizione delle 67 Colonne è "Oltre i limiti": potrebbe essere un'interpretazione...

Sandro È importante andare oltre il limite del provincialismo. Questa iniziativa non può essere fatta solo da professionisti chiusi nella scatola di vetro, ma va condivisa e deve diventare strutturata e stabile nel tempo.Ma per me andare "oltre il limite" ha anche un legame con il tema della sostenibilità che rischia di essere troppo spesso interpretato solo dal punto di vista ecologico, ambientale. Invece ha un significato più ampio, che coinvolge anche l'aspetto economico e sociale. L'impresa non può lavorare solo per se stessa e per gli stakeholders, deve anche ricordarsi del territorio nel quale si inserisce: questa osmosi è fondamentale.

Raffaele Oltre il limite è anche non darsi i limiti. L'Arena con la sua Opera ce lo insegna: non ha confini, è ascoltata in tutto il mondo. Nemmeno la lingua rappresenta un limite perché il suo linguaggio è universale.

 

E con l'arte e cultura Masi ha un legame forte, storicamente. Perché questa attenzione?

Raffaele Il vino è piacevolezza senza confini, è una delle espressioni di un territorio che viaggia nel mondo, è la possibilità di trasferire altrove emozioni che hanno radici qua. È la stratificazione di esperienze fatte nei secoli che attraversa i continenti. Parallelamente anche l'arte funziona così: un'opera può passare di mano in mano, nelle generazioni e nei secoli trasmettendo conoscenze, senza limiti di spazio e tempo.

Sandro Il nostro legame con il mondo della cultura è consolidato ormai da tempo. Quest'anno sarà la quarantunesima edizione del Premio Masi, nato in un momento storico molto difficile, quando l'enologia veronese e più in generale italiana non aveva niente a che fare con quella attuale, era "solo" il fabbisogno energetico del lavoratore. Attraverso la Fondazione Masi abbiamo voluto mettere nel nostro vino l'anima di un territorio: quando un vino è fatto bene, con intelligenza e amore non serve solo per il compiacimento del corpo ma diventa un prodotto da mettere sul piedistallo: così, attraverso il Premio Masi, vogliamo mettere sul piedistallo le persone eccellenti del territorio, che hanno saputo eccellere nelle diverse arti.

 

Tornando all'Arena: questa ha davvero tutte le caratteristiche per essere l'edizione della rinascita...

Raffaele Quest'anno vedo finalmente un ritorno al vivere pienamente la stagione areniana: c'è grande emozione tra il pubblico, se ne parla di più, e più spesso come un evento imperdibile. Anche i numeri della stagione 2022 lo confermano. Non solo: la socialità è tornata nel pre e nel post opera, con una città che abbraccia il suo anfiteatro, che è capace di accogliere degnamente un turismo internazionale e di livello.

Sandro Sto amando, di questa edizione, anche gli «intermezzi» che trovo di estrema importanza. Penso ad esempio ai Carmina Burana, a questi testi poetici medievali universali e popolari allo stesso tempo: canti che erano in grado di creare un ambiente di cultura e di svago universale e di grande portata e che, attraverso iniziative come questa voluta dalla Fondazione Arena, vengono poste sullo stesso livello delle opere liriche. Apprezzo che ogni anno ci siano progetti che rappresentano modalità con cui, nei secoli, i popoli si sono espressi attraverso la musica e il canto.

Francesca Lorandi

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