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I PROTAGONISTI

« Il vino e l' Arena hanno fatto conoscere Verona nel mondo»

« Le note di Verdi e la musica classica risuonano da sempre in casa nostra. Ora si possono sentire nella sala delle grandi botti dove riposa l'Amarone»
Impresa e cultura. Risuona la musica classica nella sala delle grandi botti dove riposa l'Amarone Zenato.
Impresa e cultura. Risuona la musica classica nella sala delle grandi botti dove riposa l'Amarone Zenato.
Impresa e cultura. Risuona la musica classica nella sala delle grandi botti dove riposa l'Amarone Zenato.
Impresa e cultura. Risuona la musica classica nella sala delle grandi botti dove riposa l'Amarone Zenato.

Nella sala delle grandi botti ovali della cantina di Zenato, l'Amarone riposa cullato dalle arie di Verdi. È intrisa di arte questa azienda che affonda le radici nel territorio veronese, in una storia che dalle rive del Garda ha raggiunto le colline della vicina Valpolicella. E che ha contribuito a portare, insieme alle sue etichette, Verona e il suo simbolo, l'Arena, nel mondo. Ma c'è molto di più in questa storia, come spiega Nadia Zenato, titolare insieme al fratello Alberto dell'omonima cantina, ed è un forte legame con il mondo dell'arte che ha trovato forma in numerosi progetti. L'ultimo, il supporto all'iniziativa 67 Colonne per l'Arena.

Cosa le è piaciuto di questo progetto?
Appena abbiamo saputo di questa chiamata volta a sostenere le attività dell'Arena di Verona abbiamo da subito aderito con entusiasmo. Siamo onorati di partecipare a questo importante progetto a sostegno di un patrimonio storico-culturale e artistico, motore economico del territorio veronese e simbolo dell'italianità nel mondo. L'interesse e l'investimento nell'arte è un atto doveroso, quasi un'estensione naturale del nostro modo di lavorare, di un'attitudine contemporanea di dialogare con gli appassionati dei nostri vini. La nostra passione ci ha sempre portato ad intrecciare il lavoro di viticoltori con il rispetto per il territorio e una naturale spinta verso il bello e l'arte.

Ci sono ricordi particolari che la legano all'Arena?
I miei primi ricordi mi riportano lì, quando fin da bambina mia madre mi portava all'evento di inaugurazione. E la musica classica risuonava spesso in casa nostra, soprattutto le opere di Verdi. Le stesse che oggi riecheggiano nella sala delle grandi botti ovali in cui riposa il nostro Amarone.

L'iniziativa è l'esempio di come numerose imprese possano mettersi in rete per supportare un monumento simbolo del territorio: pensa che iniziative del genere andrebbero replicate?
Le crisi economiche, la situazione pandemica e post-pandemica impongono tagli alla cultura nella spesa pubblica e risultano quindi sempre più importanti le risorse che provengono dai privati. Sarà proprio la capacità di fare sistema a fare la differenza. Quella capacità di generare visioni, quello slancio verso un futuro migliore da costruire insieme, la creatività nel trovare soluzioni alternative saranno le colonne portanti del cambiamento che verrà.

L'Arena è simbolo della città anche all'estero. Lei con la sua azienda viaggia da un lato all'altro del mondo: Verona trova che sia sufficientemente conosciuta e apprezzata nei Paesi stranieri?
Durante i miei viaggi all'estero mi ha sorpreso quanto Verona fosse una città amata, che lascia il segno in quanti la vistano. E da parte nostra, quando promuoviamo in giro per il mondo le nostre etichette, portiamo sempre anche il racconto del nostro territorio e delle sue bellezze, di Verona e dell'Arena suo simbolo. Sono dell'idea che c'è ancora ampio spazio per potenziare le peculiarità della nostra città attraverso iniziative come queste che vedono protagonisti tanti imprenditori ambasciatori del Made in Italy.

Siete un'azienda vitivinicola ma il mondo dell'arte è sempre stato parte integrante della vostra impresa. In che modo lo avete valorizzato?
Il mondo dell'arte ha sempre avuto un ruolo importante nella nostra azienda e oggi più che mai sentiamo l'esigenza di dare il nostro supporto a quel mondo della cultura, che è espressione di bellezza, creatività, ingegno, duramente colpito dalla crisi. Negli anni abbiamo ospitato mostre ed esibizioni live, promosso discussioni sull'argomento, coinvolto artisti per la creazione di etichette e packaging in edizione limitata, abbiamo creato una collana editoriale, il cui primo volume risale al 2010. La decisione di investire e supportare l'arte in modo strutturato si è concretizzata nel 2019 con la creazione della Zenato Academy, un laboratorio permanente di studio e sperimentazione in campo culturale e in particolare nell'ambito fotografico e luogo ideale in cui sostenere giovani artisti.

Come va questo progetto?
L'attività più importante della Zenato Academy è costituita dal progetto "Vino. Oltre" che vede coinvolte scuole di fotografia in Italia, Germania, Stati Uniti e Asia nell'interpretare, attraverso la fotografia e il linguaggio video e new media, il nostro mondo del vino, con uno sguardo nuovo e innovativo. Ogni progetto prevede una mostra fotografica e un catalogo bilingue italiano/inglese. Il primo progetto, Vino. Oltre gli oggetti, è stato realizzato in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Brera in Milano. La mostra, presentata a Verona alla Biblioteca Capitolare a ridosso di Vinitaly e poi allestita a Milano in occasione del Salone del Mobile 2019, è stata presente nel giugno scorso alla rassegna Centrale Festival, ospitata alla Rocca Malatestiana di Fano. La seconda tappa, Vino. Oltre il Paesaggio, che ha coinvolto gli allievi della scuola f/16 Schule für Fotografie di Berlino, è stata presentata all'Ambasciata italiana di Berlino lo scorso ottobre all'interno dell'European Month of Photography. Purtroppo, la pandemia ci ha impedito di inaugurare il progetto lo scorso aprile. Recupereremo il prossimo ottobre, allestendo la mostra in occasione di Vinitaly Special Edition. Nel 2019 abbiamo istituito anche la prima edizione del Premio Zenato Academy per la fotografia contemporanea.

Recentemente avete lanciato anche un progetto legato all'arte, con 2020 bottiglie di Ripasso 2017 numerate. In cosa consiste?
Alla fine dello scorso anno abbiamo chiesto all'artista bergamasco Francesco Pedrini di interpretare il difficile anno di sospensione che abbiamo vissuto. Ne è nata un'etichetta bianca, intesa come una pagina vuota da riscrivere e in cui trovare la forza di seguire quella luce che ci proietta verso il futuro. 2020 bottiglie di Ripassa 2017 in edizione speciale, proposte in coppia, le cui etichette riproducono l'opera Contemporaneo Infinito suddivisa in due sezioni: Contemporaneo e Infinito. Parte del ricavato della vendita verrà devoluta all'associazione culturale non profit The Blank di Bergamo che sostiene e promuove giovani artisti. Il prossimo progetto è la terza tappa di "Vino. Oltre", che sarà realizzata con una scuola italiana, la Fondazione Arti Visive di Modena. Gli studenti saranno da noi il prossimo autunno per conoscere la nostra realtà e interpretarla secondo la propria visione..

Francesca Lorandi

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