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Consultique SCF

«Il senso di responsabilità collettiva può portare un cambiamento positivo. Qui sta la forza di questa iniziativa»

«Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla». Il pensiero di Martin Luther King è altresì il manifesto di cui Consultique SCF Spa si è dotata fin dalla sua fondazione ad opera di Cesare Armellini, presidente della società scaligera, leader nazionale della consulenza finanziaria indipendente e partner del progetto «67 colonne per l’Arena». «Applicata alla professione e in particolare al contesto della consulenza finanziaria, tale citazione enfatizza l'importanza di adottare un approccio proattivo, volto a superare i modelli tradizionali e a creare un cambiamento significativo nel settore», spiega Armellini. «Alla base della nostra iniziativa imprenditoriale c’è infatti la volontà di sanare una criticità, consistente nella prevalenza di un approccio commerciale che non sempre ha messo al centro gli interessi del cliente». Di qui la creazione di una soluzione che mettesse l'investitore al primo posto, e che «non solo ha cambiato il modo in cui viene offerta la consulenza finanziaria, ma ha posto le basi per una maggiore fiducia e trasparenza tra consulenti e clienti».

Trova similitudini con l’approccio di Fondazione Arena innescato attraverso la membership?
L'applicazione di questo principio alla comunità di Verona e all'iniziativa citata evidenzia come il senso di responsabilità collettiva possa guidare un cambiamento positivo a livello locale. L'impegno di cittadini e imprenditori nel contribuire attivamente al benessere della città dimostra che, affrontando insieme le sfide e lavorando per il miglioramento della comunità, è possibile realizzare trasformazioni significative che beneficiano tutti. In entrambi i casi, l'azione individuale e collettiva basata su una visione di cambiamento e miglioramento, è la chiave per non diventare responsabili di situazioni indesiderate per inerzia o inazione.

Come si è evoluto, a suo avviso, il progetto?
Ha visto una escalation fino al clou del centenario del festival lirico. Aldilà dei numeri impressionanti dati dalla visibilità, dagli incassi, dal numero degli spettatori, va sottolineato che non c’è stata alcuna casualità nel raggiungimento di questi traguardi, bensì un lavoro duro e incessante di tutti coloro che hanno partecipato a tale impresa. Ho percepito un vero entusiasmo e grande forza imprenditoriale da parte di tutti i partecipanti. Noi imprenditori questi aspetti li captiamo e ne sappiamo dare il giusto valore. Del centenario mi ha sorpreso la novità artistica che ha avvicinato anche un pubblico meno orientato a questa cultura artistica.

Quali momenti del Centenario l’hanno più emozionata?
La prima in Arena è stata uno spettacolo unico in quanto ciò che ha sempre contraddistinto l’Aida ha raggiunto i suoi massimi livelli, parlo del suo grandioso sfarzo scenico (imponenti scenografie, lussuosi costumi e grandi cori) accompagnato dalla famosa marcia trionfale. Emozionante anche la cena stellata Star Roof, maestosamente annidata tra il secondo e il terzo anello dell'Arena, che vanta un'atmosfera romantica senza paragoni, trasformando ogni momento in un'esperienza indimenticabile che lascia senza fiato. Inoltre, vivere Il Barbiere di Siviglia dalla prima fila è un'esperienza che catapulta nell'essenza stessa dell'opera oltre ogni immaginazione. Avere il maestro d'orchestra a un soffio da te, sentirsi avvolgere dalle melodie di tutti gli 80 musicisti dispiegati in tutta la loro maestosità proprio davanti ai tuoi occhi, e poter quasi toccare gli strumenti musicali che tessono la trama sonora di questo capolavoro è stato qualcosa di magico.

Il legame della famiglia Armellini con l'Arena?
Ricordo con nostalgia i tempi dell'infanzia, quando mia nonna, appassionata di opere, attendeva con ansia il momento di assistervi ed era presa nella lettura costante delle stesse. Il primo oggetto che ho comprato nella mia nuova casa è stato il pianoforte sui cui la mia prima figlia ha fatto molti anni di studio, istruita dalla famosa professoressa Palmieri. Avrei voluto impararlo anch’io ma nella vita non tutto è possibile. In compenso posso godermi la mia Verona, che sotto tale aspetto offre tanto.  

Quanto è importante nell’attuale contesto, che pubblico e privato facciano squadra?
In un contesto economico globalizzato, pieno di incertezze e volatilità, diventa fondamentale che settore pubblico e privato collaborino strettamente. Le 67 colonne sono una partnership vitale per stimolare la crescita economica, incentivare l'innovazione e costruire una società più resiliente alle crisi. Un modello efficacemente replicabile in diversi ambiti dell'economia e dell'industria. Inoltre, è essenziale riconoscere che la cultura e l'educazione svolgono un ruolo cruciale nel determinare il successo di tali iniziative. La mia azienda si impegna attivamente nella promozione della cultura finanziaria in Italia, rivolgendosi non solo ai risparmiatori ma anche a coloro che lavorano a stretto contatto con gli investitori. Siamo diventati il centro di formazione per consulenti finanziari più rilevante in Italia, offrendo percorsi che conducono alla «Certified Financial Planner», con oltre 223.000 certificati in 28 Paesi. Un passo significativo in Italia, dove il livello di cultura finanziaria è stato storicamente basso, con il ventiseiesimo posto a livello mondiale.

Francesca Saglimbeni

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