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I PROTAGONISTI Continua il viaggio tra gli imprenditori veronesi che aderiscono all’iniziativa

«Facevo la comparsa. Ho scoperto il fascino e i segreti dell’Arena»

Tutti insieme per l’anfiteatro La presentazione del progetto 67 colonne sul palco dell’Arena FOTO  MARCHIORIImpresa e cultura Il titolare di Ar-Ve, Fabrizio Degano
Tutti insieme per l’anfiteatro La presentazione del progetto 67 colonne sul palco dell’Arena FOTO MARCHIORIImpresa e cultura Il titolare di Ar-Ve, Fabrizio Degano
Tutti insieme per l’anfiteatro La presentazione del progetto 67 colonne sul palco dell’Arena FOTO  MARCHIORIImpresa e cultura Il titolare di Ar-Ve, Fabrizio Degano
Tutti insieme per l’anfiteatro La presentazione del progetto 67 colonne sul palco dell’Arena FOTO MARCHIORIImpresa e cultura Il titolare di Ar-Ve, Fabrizio Degano

Ha scoperto i segreti degli arcovoli dell’Arena quando, da ragazzo, trascorreva le estati lavorando come comparsa durante il Festival lirico. Un legame e una passione che ha radici profondi, quella di Fabrizio Degano per l’anfiteatro simbolo della città. Anche il titolare di Ar-Ve Srl, società di arredamento e mobili per ufficio specializzata nel settore delle concessionarie auto, ha voluto supportare il progetto “67 Colonne”, ideato e promosso dalla Fondazione Arena e Gruppo Athesis per sostenere il monumento che domina la Bra, ma anche la sua produzione.

Cosa le è piaciuto del progetto “67 Colonne per l’Arena” e quali motivazioni l’hanno spinta a supportare l'iniziativa?

Il progetto mi è piaciuto subito per l’idea evocativa che crea il suo nome, che ricorda come l’arena fosse originariamente composta anche da una cornice di colonne che ora non c’è più. Poi, mi è piaciuto nella sostanza: sono amante della mia città, della cultura e del modo artistico, e non potevo assolutamente mancare ad una iniziativa che riconduce al simbolo principale di Verona.

La sua azienda opera in un settore nel quale l’estetica, la bellezza, rivestono un ruolo fondamentale. Vivere a Verona, in un territorio così ricco di arte e cultura, l’ha influenzata e la influenza nel suo lavoro quotidiano?

Vivere a Verona è un valore aggiunto che apprezzo e assaporo quotidianamente. Tutto questo mi aiuta spiritualmente: sono circondato da bellezze architettoniche, paesaggistiche. Questa è una citta a dimensione d’uomo nella quale non manca assolutamente nulla. Sicuramente questo aspetto ha influenzato il mio lavoro in positivo e attraverso le nostre realizzazioni cerchiamo di trasmetterle ai nostri clienti.

Lavora molto anche all’estero. Il made in Verona e, più in generale, il made in Italy inteso come bellezza, qualità, saper fare, hanno ancora un peso nei mercati stranieri?

Tutti i miei clienti stranieri quando vedono la nostra provenienza ci invidiano molto: in molti casi è argomento di intrattenimento e di piacevoli conversazioni. In diversi casi ho proposto una vista a Verona, e ogni volta i miei clienti hanno accettato con molto piacere. È evidente come provenire dall’Italia e da un contesto geografico e culturale particolare sia molto apprezzato all’estero.

Un tempo c’erano i mecenati, senza i quali non avremmo avuto talenti conosciuti nel mondo come Leonardo e Michelangelo, e senza i quali, probabilmente, il patrimonio artistico non avrebbe attraversato i secoli arrivando fino a noi. Oggi ritiene che il ruolo di un'impresa sia anche quello di affiancare lo Stato e impegnarsi per la tutela di queste bellezze?

Se affiancare lo Stato vuol dire partecipare insieme a mantenere e preservare il patrimonio artistico e culturale sono pienamente concorde e felice di essere un mecenate moderno: penso che un’azienda debba mettere in campo delle forze economiche non solo in progetti di questo tipo, ma anche nell’aiutare chi ha avuto meno fortuna nella vita.

Il meccanismo dell’Art bonus è stato creato proprio con l'obiettivo di incentivare questo coinvolgimento dei privati. Lo trova efficace? Servirebbero ulteriori strumenti per potenziare la tutela del patrimonio artistico e culturale?

Lo strumento dell’Art Bonus è un ottimo stimolo per incentivare tutti noi imprenditori nell’investire nel patrimonio artistico e culturale, questo si traduce in un vantaggio per tutti. Le aziende virtuose hanno bisogno di strumenti come questi per sostenete l’arte e la cultura.

Il progetto, nello specifico, punta a tutelare e valorizzare il simbolo di Verona: quali sono i suoi legami con questo territorio e con l’Arena?

Sono molto legato al territorio e da buon veronese molto orgoglioso della bellezza del nostro territorio e delle nostre innumerevoli opere d’arte. Da ragazzo, durante il periodo della scuola ho fatto alcuni lavori estivi, e per un paio di anni anche la comparsa nelle opere liriche in Arena. Ho vissuto l’Arena nel cuore dei suoi arcovoli, nella bellezza delle gradinate piene di spettatori viste dal palcoscenico. Anche per questo ho un ricordo affettuoso di questo grande monumento.

La sua azienda è impegnata anche in altri progetti a supporto del territorio e della comunità?

Sì, aiutiamo l’associazione Pmg Italia che supporta la mobilità di persone bisognose, fragili e disabili, anche nella nostra provincia: abbiamo acquistato uno spazio sui loro mezzi per i prossimi 3 anni. Finanziamo anche una società sportiva di calcio, aiutandola nella promozione dello sport.

Il progetto "67 Colonne per l’Arena" è stato ideato per supportare l’Arena e la sua produzione in un anno molto difficile. Come lo ha vissuto la sua azienda? Crede che la ripartenza sia davvero vicina?

La mia azienda ha sofferto la contrazione commerciale, dal momento che lavoriamo principalmente nel settore del Retail Automotive. Io sono ottimista per natura e vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, quindi sono assolutamente sicuro che torneremo molto presto a lavorare a pieno regime e anche per questo stiamo investendo nella digitalizzazione dell’azienda e nelle strutture di produzione.•.

Francesca LorandiFrancesca Lorandi

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