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Fondazione Banca Popolare di Verona

«Esiste un legame senza tempo tra la nostra banca, la città e l’Arena Una storia d’amore che continua»

Tradizione e futuro Una scena dell’Aida di Stefano Poda, la nuova produzione di Fondazione presentata nel 2023 FOTO ENNEVIIl sostegno Una scena di Aida sulla giacca di Andrea Marconi
Tradizione e futuro Una scena dell’Aida di Stefano Poda, la nuova produzione di Fondazione presentata nel 2023 FOTO ENNEVIIl sostegno Una scena di Aida sulla giacca di Andrea Marconi
Tradizione e futuro Una scena dell’Aida di Stefano Poda, la nuova produzione di Fondazione presentata nel 2023 FOTO ENNEVIIl sostegno Una scena di Aida sulla giacca di Andrea Marconi
Tradizione e futuro Una scena dell’Aida di Stefano Poda, la nuova produzione di Fondazione presentata nel 2023 FOTO ENNEVIIl sostegno Una scena di Aida sulla giacca di Andrea Marconi

Il legame con la città e con il suo monumento simbolo è più longevo di quel che si pensi. E risale a quando, nel 2014, la Banca Popolare di Verona sottoscriveva lo statuto che la schierava tra i promotori e fondatori della stessa Fondazione Arena. «Testimonianza del grande attaccamento della banca alla sua città e della lungimiranza dei vertici dell’epoca, che ritennero doverosa la concreta partecipazione al progetto riguardante l’inestimabile tesoro storico, architettonico e culturale che l’anfiteatro romano costituisce per l’intero territorio», spiega Andrea Marconi, segretario della Fondazione Banca Popolare di Verona, oggi espressione del Gruppo Banco BPM sul territorio scaligero. La quale, ora come allora, ritiene allo stesso modo doveroso aderire al progetto «67 Colonne per l’Arena», sostenendo l’iniziativa fin dalla prima edizione. «In occasione del Centenario del festival lirico, inoltre - continua Andrea Marconi -, intendiamo rinverdire il legame originario, partecipando al progetto studiato da Fondazione Arena con il sostegno del Gruppo Athesis con un contributo Executive, a suggello di una collaborazione che non è mai venuta meno nel corso di questi anni».

Cosa vi ha convinto, nello specifico, di questa forma di collaborazione tra pubblico e privato?
La collaborazione tra pubblico e privato è imprescindibile in ogni settore. E il progetto «67 Colonne» è un esempio. Sembra tuttavia paradossale che ci si accorga di tale necessaria interazione solo o prevalentemente nei periodi di crisi, mentre nelle fasi di crescita si sia talora indotti a presunzioni di autosufficienza. Chiunque, proprio come Fondazione Arena e Gruppo Athesis, promuova virtuose forme di cooperazione merita fiducia e convinta adesione, nella consapevolezza che l’unione delle rispettive risorse conduca a un risultato che è superiore alla mera somma delle risorse stesse.

Per voi il Centenario del festival rappresenta una sorta di «ritorno a casa».
E anche di più. Si tratta di una consolidata «storia d’amore» che si rivitalizza, che sboccia ancora una volta. Assistere a un programma eccezionale, quale quello aperto dalla prima dell’Aida in mondovisione, con la partecipazione di artisti di fama internazionale, è stata una grande emozione per la città di Verona e per tutti noi. Come banca del territorio abbiamo fortemente voluto essere presenti a questo momento artistico e culturale, che farà per sempre parte della storia del territorio e della lirica internazionale.

C'è un allestimento che vi ha colpito più di altri?
L’Aida «futuristica». La quale ha raccolto commenti discordanti da parte degli amanti della tradizione, mentre per noi, non meno appassionati delle forme classiche, è stato un allestimento particolarmente affascinante, in una pregevole sintesi di semplicità e cura dei particolari. Anche il Nabucco suscita emozioni particolari, sia grazie all’eccelsa qualità dei solisti e dell’orchestra sia grazie al coinvolgente contributo del coro.

Banco BPM è da sempre attento alla cultura come parte integrante dello sviluppo di una società, oltre che della sua economia. Oggi in che modo si traduce questa visione?
Nel passato la nostra banca ha sostenuto, e in molti casi organizzato, diverse iniziative culturali nella regione quali gli incontri con autori letterari, veri e propri spettacoli e concerti aperti a tutta la cittadinanza, nelle principali piazze del Veneto. Lo stesso Banco BPM, nasce dalla progressiva fusione di più banche popolari ultracentenarie, tra cui Banca Popolare di Verona, per le quali la mutualità e il supporto al territorio fanno parte del dna. Oggi il Gruppo mantiene, dunque, la medesima attenzione, tanto da aver costituito alcune importanti Fondazioni sugli storici territori di riferimento, che tra i vari obiettivi hanno proprio quello di sostenerne le esigenze sociali e culturali.

Banca e Fondazione sono insomma costantemente attente ai bisogni delle comunità, che si evolvono e cambiano, tra questi il "bisogno" di cultura e di bellezza. E quale palcoscenico migliore della millenaria Arena di Verona, su cui vanno in scena opere scritte nel passato, ma sempre attuali, rivisitate, riallestite con modernità e attualità?
Siamo infatti convinti che questo legame tra passato e presente, da noi sostenuto, sia un unicum, in grado di rendere Verona speciale in tutto il mondo, per un panorama internazionale. I veronesi sentono l’Arena come qualcosa di proprio e per tale motivo abbiamo supportato questo importante progetto di cui anche i cittadini si sentono pienamente partecipi.

E ai dipendenti tutto ciò come viene trasmesso?
Anche attraverso la formazione, che spazia dai temi tecnici, indispensabili per mantenere elevati livelli di competenza e professionalità, ad argomenti inerenti alla sfera della salute e del benessere personale con contributi di formatori esterni specializzati. Fino alle più recenti iniziative volte a promuovere, da una parte, una cultura aziendale ESG, con particolare riferimento all'ambito ambientale e sociale, dall’altra lo sviluppo di uno stile di leadership inclusivo e partecipativo, senza dimenticare le iniziative rivolte alla genitorialità e al caring, alla valorizzazione dei giovani, dei talenti e delle generazioni in azienda.

Francesca Saglimbeni

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