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Acs Dobfar

«Arte e musica fanno parte di noi. La cultura è un linguaggio universale. Orgogliosi di essere a fianco dell’Arena»

L'idea. Le scene di Aida sulla giacca di Giacomo Paglini
L'idea. Le scene di Aida sulla giacca di Giacomo Paglini
L'idea. Le scene di Aida sulla giacca di Giacomo Paglini
L'idea. Le scene di Aida sulla giacca di Giacomo Paglini

Alla Scala di Milano, vicinissima a dove tutto è iniziato, Acs Dobfar ha un palchetto riservato per le rappresentazioni liriche. E dal 2021, anno di avvio della membership “67 colonne per l’Arena”, cui l’azienda di Vimercate aderisce in qualità di partner Benefactor sin dalla prima ora, «possiamo vantare di sedere in un “posto d’onore” anche nel tempio dell’opera per eccellenza: l’Arena di Verona», sottolinea l’ingegnere Giacomo Paglini, direttore di stabilimento della Acs (Antibiotici Cristallizzati Sterili) Dobfar (Dobbiamo Farcela), fondata nel lontano 1973 insieme ad altri tre amici e nel tempo divenuta leader di settore. «In cinquanta anni – prosegue Paglini - abbiamo consolidato la nostra presenza in Italia con ben 11 stabilimenti produttivi e quasi duemila dipendenti distribuiti tra Lombardia, Veneto, Abruzzo e Lazio, generando un fatturato di quasi un miliardo di euro, e siamo la prima società produttrice di farmaci generici al mondo ad essere stata approvata per esportare i propri prodotti negli Usa».

La presenza in terra scaligera ha dunque favorito il vostro avvicinamento al progetto?
Del progetto siamo venuti a conoscenza tramite un contatto con l’ufficio commerciale marketing di Fondazione Arena e ne siamo subito rimasti entusiasti. Abbiamo immediatamente voluto unire il nostro nome alla schiera di partecipanti locali, e non solo locali a quanto pare. Per il resto teniamo a dire che la cultura fa parte del nostro dna da sempre. Storicamente la nostra azienda ha sempre sostenuto, finanziato e promosso progetti di impatto sociale e culturale su tutto il territorio italiano. Successivamente all’acquisizione dello stabilimento veronese, grazie all’opportunità di partecipare alle “67 Colonne per l’Arena” - profondamente legata a un simbolo della storia veneta e in particolare veronese – l’iniziativa ci è sembrata anche un’ottima occasione per immergerci nel tessuto culturale e sociale di questo meraviglioso territorio.

Quali sono i valori e gli obiettivi della membership in cui vi rispecchiate?
Riteniamo che cultura e arte siano un linguaggio universale, vocato a trasmettere messaggi comprensibili a tutti, ovunque nel mondo, nonché un modo per farsi conoscere e stabilire legami, rapporti, connessioni. Tant’è che Acs stessa, fin dalla sua fondazione, ha utilizzato, all’interno dei propri stabilimenti, la Pop Art come strumento di comunicazione della propria presenza a tutto il mondo, fondendo l’esperienza tecnica e tecnologica di produzione di farmaci salvavita con la bellezza dell’arte grafica.

Che rapporto "personale" ha lei, ingegnere Paglini, con la rappresentazione lirica?
Nonostante la vita di oggi sia molto frenetica e gli impegni mi portino spesso a viaggiare, cerco di ritagliarmi alcuni momenti personali, purtroppo mai abbastanza, per partecipare almeno un paio di volte all’anno alla stagione lirica. L’opera è un importante punto di riferimento anche per i dipendenti del gruppo Acs che ad ogni stagione partecipano attivamente. Assistere dal vivo alle recite in un contesto così carico di storia e tradizione qual è quello dell’Arena, è un’esperienza appassionante davvero unica. Pochissimi altri luoghi al mondo sono in grado di trasmettere simili emozioni.

L'adesione al progetto di Fondazione Arena ha contribuito ad avvicinarla ulteriormente al tempio dell’opera?
Sicuramente questa membership con Fondazione Arena è stata importante dal punto di vista personale in quanto mi ha dato la possibilità, non certamente scontata, di poter entrare in contatto con una realtà diversa da quella con cui quotidianamente mi confronto e conoscere persone del settore, che con la loro passione e abnegazione per l’opera hanno fatto sì che anche la mia curiosità personale nei confronti di questo genere di così alto livello crescesse ulteriormente.

Quindi Acs ha deciso di sostenere il progetto delle 67 Colonne per l’Arena anche per la prossima edizione 2024-2025?
Certamente, andremo in continuità con quello che è il nostro percorso stabilito nel 2021. Infatti, la nostra adesione per l’edizione appena inaugurata è già stata confermata. 

Sempre in base a questa prima esperienza nel progetto, pensa che le imprese - anche quelle di settori più tecnico scientifici come la vostra - si stiano rendendo conto che la Cultura non può essere mero intrattenimento, ma leva importante per la crescita di un Paese?
Acs, rappresentando appieno il settore tecnico-scientifico, quindi una realtà apparentemente distante da quella dell’arte e della cultura, è certamente un esempio di questa accresciuta consapevolezza. Progetti e iniziative come quella delle 67 colonne per l’Arena, che vedono un coinvolgimento diretto delle imprese, sono esperienze fondamentali per diffondere e radicare una coscienza nel settore industriale rispetto al ruolo svolto dalla Cultura nello sviluppo di un paese. La cultura, oltre ad essere un piacevole hobby, è soprattutto una manifestazione importante della personalità, non solo delle persone fisiche, ma anche delle aziende che attraverso di essa e con essa possono farne un elemento identitario distintivo, come ha fatto e fa Acs da 50 anni.

Francesca Saglimbeni

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