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Il giornalista intervistato da Maurizio Battista

Mario Calabresi ospite in redazione
«Si soffre ma si deve ripartire»

Il giornalista dialoga con l’avvocato Ambrosoli
Mario Calabresi intervistato da Maurizio Battista (foto Cozzolino)
Mario Calabresi intervistato da Maurizio Battista (foto Cozzolino)
L'intervista a Calabresi

Mario Calabresi è stato ospite oggi pomeriggio nella nostra redazione. Accolto dall'affetto dei redattori, ha poi dialogato in diretta web e radio con il caporedattore de L'Arena, Maurizio Battista, presentando il suo nuovo libro «La mattina dopo» già ai vertici delle classifiche nazionali. 

 

Cosa succede la mattina dopo? Cosa si prova il giorno successivo a un grande dolore che ci cambierà la vita? È quel vuoto, quel senso di smarrimento e di paura che proviamo quando la persona più cara improvvisamente non c’è più, o quando si perde il lavoro, o ancora quando un incidente segnerà per sempre un confine tra il prima e il poi, il tema del libro «La mattina dopo», del giornalista Mario Calabresi (Mondadori, 2019).

 

Calabresi è stato poi ospite, con l’avvocato Umberto Ambrosoli, alle  alle 18, al Teatro Stimate, nell’ambito della rassegna «Incontri con l’autore», ideata e promossa da Banco Bpm e con il coinvolgimento, in questa occasione, dell’associazione Prospettiva Famiglia.

 

Ambrosoli parla del libro di Calabresi

 

 

 

 

Mario Calabresi in redazione
Mario Calabresi in redazione

Mario Calabresi, perché un libro che racconta la mattina dopo? E perché adesso?

Da tanto tempo ci stavo pensando, ma non avevo mai avuto la possibilità di concentrarmi su questo progetto. E sembrerà quasi paradossale che il momento giusto sia arrivato proprio nella mia «mattina dopo». L’ho scritto in cinque mesi. Per 23 anni, precisamente da 26 a 49 anni, non mi sono mai fermato: lo stage, la scuola di giornalismo, le direzione dei quotidiani. Ho corso come un matto e la mia vita era scandita dal lavoro in redazione. Poi è arrivato il bisogno di fermarmi, approfondire, capire.

Nel libro ci sono tante storie di persone comuni, che hanno dovuto ricominciare da zero. Cosa le hanno insegnato?

Ho curato la mia «mattina dopo» ascoltando i racconti di persone di cui avevo avuto notizia proprio dai giornali. Li ho rintracciati, ci ho parlato insieme, li ho ascoltati. La storia che mi ha colpito in modo particolare è quella di Daniela che una sera, tornando da un allenamento, ha fatto un incidente ed è rimasta paralizzata. Un dramma che le ha cambiato la vita. Proprio lei mi ha fatto capire bene cosa significa ripartire: il suo segreto è stato la capacità di accettare quello che era successo con la consapevolezza che voltarsi indietro, vivere nel dolore, disperarsi non le avrebbe restituito la vita di prima. Allora bisogna concentrarsi ed elencare nella propria mente quello che si può ancora fare. Daniela oggi non può camminare ma può andare al cinema, al mare, leggere un libro, vedere le amiche. La vera disperazione arriva quando non si comincia la giornata così, quando si è soffocati dal dolore. La salvezza è quando si riesce a ragionare pensando: da adesso in poi.

Come ha scelto le storie da raccontare?

Inizialmente avevo pensato di concentrarmi su personaggi noti, raccontando la mattina dopo di un calciatore che non gioca più, di un politico che perde il potere. Ma poi ho pensato che sarebbe stato difficile identificarsi in queste storie, che sembrano molto distanti dalla vita delle persone comuni. Allora ho scelto di parlare di donne e uomini come noi.

E il pubblico dei lettori sta apprezzando molto il suo lavoro.

Mi fa piacere sapere che le persone, leggendo, abbiano la sensazione di vedersi rispecchiate nei racconti. Sentono compresa la fatica di ricominciare, vedono condivisa una sofferenza che appartiene anche a loro. Una mattina dopo è nella vita di tutti.

Silvia Allegri

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