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Gardaland, i sindacati continuano il confronto

CASTELNUOVO. Un altro incontro dopo la messa in mobilità di 65 addetti al parco divertimenti

Consolati (Cgil) e Ierulli (Uil): «25 lavoratori se ne sono andati via volontariamente: l'azienda non licenzi i pochi in esubero»
Gardaland &#232; in crisi: mobilit&#224; per 65 dei 237 dipendenti
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Gardaland &#232; in crisi: mobilit&#224; per 65 dei 237 dipendenti

Incontro interlocutorio, quello di ieri mattina nella sede veronese di Confindustria tra i rappresentanti dei sindacati - Riccardo Consolati (Cgil), Cesare Ierulli (Uil) e Andrea Sabaini (Cisl) – e Gardaland, rappresentata dal direttore Danilo Santi.
Un incontro che, da un lato, è servito a ratificare i verbali delle posizioni di quei lavoratori, almeno 25, che in queste settimane, andandosene su base volontaria, hanno raggiunto un accordo con l'azienda che ha attivato per 65 dei 237 dipendenti a tempo indeterminato la procedura di mobilità e che per 37 di loro è stata interrotta con l'attivazione per tre mesi dalla Cassa integrazione in deroga. Dall'altro lato, il nuovo confronto è servito alle forze sindacali, in virtù del numero importante di uscite volontarie, per ribadire a Gardaland la richiesta che, una volta terminata la Cassa integrazione, vengano mantenute in organico le eventuali posizione residue.
«L'ampia adesione su base volontaria conferma quanto avevamo sostenuto sin dall'apertura di questo stato di crisi», hanno detto Consolati e Ierulli a fine riunione. «Avevamo chiesto il ritiro della mobilità e la disponibilità ad utilizzare gli ammortizzatori sociali proprio perché convinti che in questo modo si sarebbe potuto ripristinare un clima più sereno e utilizzare questi mesi di Cassa integrazione per individuare ogni possibile soluzione alternativa al licenziamento unilaterale. Questo era il principio e i fatti stanno dando ragione a questa impostazione. Sicuramente in questi tre mesi di Cassa integrazione Gardaland cercherà di promuovere ulteriori uscite su base volontaria favorite dagli incentivi economici piuttosto che dalla possibilità di rientrare in organico come personale stagionale. A questi si aggiungono gli 11 dipendenti, che rientravano nel blocco iniziale dei 65, che sono stati ricollocati all'interno di una società fornitrice di servizi. A questo punto è evidente», sottolineano i sindacalisti, «che ci troveremo alla fine di questi 90 giorni con un numero ben ridotto di esuberi. Ed è per questi che abbiamo chiesto all'azienda, una volta arrivati a fine Cassa integrazione, di non procedere automaticamente a licenziamenti unilaterali ma di rinunciare alla loro mobilità. L'azienda ha dato disponibilità a valutare la proposta che, crediamo, risponde anche a principi etici evidentemente condivisi. Direi che questa è la novità di queste ultime settimane: l'impegno a governare questa fase non significa accettiamo un accordo a tutti i costi ma cerchiamo insieme di trovare la migliore soluzione condivisa. Questo a tutela non solo di questo blocco di dipendenti coinvolto dal rischio licenziamento ma anche di chi rimane al proprio posto di lavoro. E cosi continueremo a vigilare e ad incalzare l'azienda».

Giuditta Bolognesi

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