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Ricerca e innovazione

Hemera, luce e speranza per chi ha lesioni spinali

Lo spin off dell'Università di Verona sta sperimentando una terapia cellulare avanzata per la rigenerazione dei tessuti nervosi danneggiati
Il team di ricerca del progetto Hemera Pharma
Il team di ricerca del progetto Hemera Pharma
Il team di ricerca del progetto Hemera Pharma
Il team di ricerca del progetto Hemera Pharma

Un'idea nata nei laboratori dell'ateneo di Verona, che ha ospitato i primi esperimenti il cui successo ha portato alla creazione di una startup nata sotto l'egida dell'università scaligera, della Statale di Milano e dell'Istituto Clinico Humanitas. Si chiama Hemera Pharma, nome ispirato alla dea greca che rappresenta il giorno, ed è un progetto sorto per dare sbocco ad anni di studio e ricerca nel campo delle lesioni spinali.

«Un campo che mi ha sempre appassionato», spiega la professoressa Ilaria Decimo, direttrice Ricerca e sviluppo della startup di cui è cofondatrice insieme Francesco Bifari, direttore sviluppo prodotto, Massimo Locati, direttore scientifico e Guido Fumagalli, presidente di Hemera. L'amministratore delegato è Cristiana Vignoli, Giuseppe Dastoli è direttore sviluppo clinico, Gianfranco Bellezza guida il markeitng scientifico. Lo staff è composto da 27 persone, dislocate su due sedi operative a Milano e Verona.

 

La sfida

«Vogliamo restituire la luce del giorno a chi rischia di vivere nell'oscurità delle disabilità motorie. Da tempo», spiega Decimo, «lavoro sulle lesioni del midollo spinale e ne studio gli approcci farmacologici: è una sfida che mi appassiona quella che punta a rigenerare il sistema nervoso centrale. Quando si danneggia non c'è modo di ripararlo: ecco, il mio obiettivo è individuare un approccio per la rigenerazione di quel tessuto».

Le lesioni del midollo spinale che ogni anno colpiscono nel mondo 500.000 persone, generano infatti una compressione o una lacerazione a cui segue l'instaurarsi di uno stato infiammatorio che conduce a una perdita di tessuto nervoso, sostituto da quello cicatriziale. In buona sostanza, il microambiente che si genera intorno alle cellule danneggiate gioca a sfavore nel processo rigenerativo e di recupero, spingendo il paziente verso una forma di invalidità motoria permanente. I ricercatori del progetto Hemera hanno iniziato a lavorare allo sviluppo di un «prodotto farmacologico basato su cellule immunomodulanti».

 

Le cellule rigeneranti

Spiega Decimo: «Con gli altri founder abbiamo pensato di partire dalle cellule che di solito si trovano nei tumori, aiutandoli a crescere: possono essere usate in altri contesti, ad esempio di degenerazione del sistema nervoso centrale, là dove il tessuto non è più in grado di crescere». Il passo successivo è stato la loro iniezione in un modello animale con midollo spinale lesionato in modo grave, tanto da non essere in grado di camminare.

«E dopo aver trapiantato quelle cellule», spiega la ricercatrice, «abbiamo visto un miglioramento nel recupero motorio: riprendevano a camminare». A quel punto, grazie al successo ottenuto con i modelli animali è arrivato il brevetto italiano, e il team di Hemera è ora in attesa dell'estensione europea che arriverà a breve.

 

Supporti e capitali

Se inizialmente il progetto di ricerca è stato sostenuto da associazioni veronesi e vicentine che assistono pazienti con lesioni midollari, aziende del territorio e fondazioni bancarie, successivamente la startup è riuscita a reclutare finanziamenti arrivando a tre aumenti di capitale da parte di imprenditori privati.Da lì si è resa necessaria la creazione di una rete al di fuori dei confini italiani. «Abbiamo superato molte delle tappe del percorso che porta questa ricerca base a diventare uno studio clinico, che è lo scopo per cui è nata».

«Ora», prosegue la professoressa Decimo, «abbiamo davanti a noi un anno durante il quale saremo impegnati ad affinare il prodotto: la cellula che produciamo in laboratorio deve ottenere il via libera per l'uso clinico, superando una serie di procedure indispensabili per validarne la qualità. Successivamente a metà del prossimo anno richiederemo all'Ema l'autorizzazione allo studio clinico, previsto tra il 2025 e il 2026».

Lo scopo di Hemera infatti è arrivare alla creazione di un prodotto farmacologico efficace e sicuro, adatto ad essere somministrato ai pazienti, e standardizzato una volta raggiunte le caratteristiche per l'approvazione da parte degli enti regolatori per l'uso clinico. I pazienti verranno reclutati nei centri ospedalieri e riabilitativi: non saranno un grosso numero, 10, 15 perché la lesione midollare è considerata una patologia rara.

«Attualmente», conclude Decimo, «non esiste una cura per le lesioni al midollo complete, che comporta cioè la perdita dell'uso delle gambe e nella quale il sistema nervoso non è più in grado di ripararsi. Quando la terapia diventerà uno studio clinico», aggiunge Decimo, «probabilmente lo cederemo per rendere possibile la produzione di cellule su larga scala». E dare così più di una speranza a tutti i pazienti con lesione midollare completa. Nei giorni scorsi l'ad Cristiana Vignoli ha ricevuto il «Women Startup Award» di Gammadonna:, fondato nel 2004, premia donne che investono le proprie competenze in settori sfidanti ad alto contenuto tecnologico, trasformando l'innovazione in progressi e benefici concreti per la società.

Francesca Lorandi

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