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Concerto del Primo Maggio dai balconi dei tre fondi

Cerro, Concerto del 1° Maggio (video Zambaldo)

Non c’erano i big del tradizionale concertone del 1° maggio in piazza San Giovanni, ma i Fondi del Vajo Vesterle, un’Arena naturale impreziosita in questa stagione dalle mille sfumature del verde, hanno ospitato un altrettanto coinvolgente concerto offerto dal tenore Mario Chiarini, dalla violinista e sua moglie Pervinca Rista, da Andrea Conte, campione di handbike, tre maglie rosa del Giro d’Italia vinte, sulle spalle una storia sportiva e umana eccezionale e dalla poetessa e scrittrice Nerina Poggese che sa cogliere nei momenti della vita e nelle cose il senso profondo delle parole e dei sentimenti.

 

Da un capo all’altro dei Fondi si sono alternate musiche classiche, arie d’opera e canzoni di musica leggera in un repertorio che voleva celebrare la festa dei lavoratori, ma anche omaggiare quanti con silenzio e sacrificio si adoperano nella lotta alla pandemia di Covid-19 o infondere il coraggio, come nella composizione di Nerina, rivolta ai compaesani demoralizzati dal lungo periodo di isolamento.

 

I tre artisti si sono esibiti dai balconi delle proprie abitazioni in uno scambio musicale e canoro che è volato sull’erba rigogliosa della conca spandendosi da un capo all’altro del paese, mentre la voce tenorile di Mario leggeva il componimento di Nerina. In tanti hanno assistito, dai propri balconi ma anche scendendo in strada, applaudendo e unendosi con coralità sulle arie più note. Si è chiuso con l’inno nazionale cantato a più voci, e seguito dagli applausi e dalle richieste di bis.

 

«Mi sono emozionato perché ho sentito che quel grido “Vincerò” dalla Turandot di Puccini era uno stimolo per me e per tutti. Davvero che la faremo», commenta alla fine Mario e il pensiero di Pervinca va ai tanti lavoratori dello spettacolo, come lei costretti a un triste anniversario: «Tanti avrebbero voluto suonare e cantare, non solo in questo giorno ma anche in questi mesi, e sono stati impossibilitati a farlo per i teatri e le sale concerto chiuse. Ma dobbiamo resistere e confidare che ce la faremo», conclude. 

Vittorio Zambaldo

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