<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il documentario

San Rocco, viaggio nel santuario eretto oltre mille anni fa

Documentario su San Rocco (Cerpelloni)
Documentario su San Rocco (Cerpelloni)
Documentario San Rocco

San Rocco, un viaggio nella storia del santuario eretto oltre mille anni fa nel borgo di Quinzano. Il nuovo documentario di Mario Vittorio Quattrina rilegge l’antico manoscritto del sacerdote veronese don Antonio Pighi, terziario francescano interpretato dall’attore Stefano Paiusco.

 

Le riprese sono terminate e l’uscita in sala è prevista per l’estate. Promosso dall’Associazione culturale Storia Viva assieme al Comitato San Rocco, il documentario con brevi scene di fiction è diretto nella fotografia da Giuseppe de Berti mentre le scenografie sono affidate a Angiolino Bellè.

 

«La storia del santuario di San Rocco è tratta da uno scritto di fine Ottocento di don Antonio Pighi», commenta il regista e sceneggiatore Quattrina. «Per riprendere il suo linguaggio ho dovuto studiare la fonetica e la scrittura dell’epoca: un italiano elegante e molto bello con una scrittura evocativa e semplice. Dai suoi scritti emerge un “piccolo mondo antico” dove tutto appare buono e persino il male è giustificato. É un parlare rassicurante dove si riflette una prospettiva contadina fatta di piccole cose». Nel corso delle riprese non sono mancate alcune scoperte.

 

«All’interno della chiesa si trova una tomba con un foro da dove è stato possibile calare al suo interno una telecamera. Avremmo dovuto trovare i resti di una persona ma ne abbiamo ritrovati di tre. Forse sono di altri due preti seppelliti prima nelle vicinanze». Come pure curiosità.

 

«C’è un dipinto di santa Viridiana, una religiosa di Castelfiorentino. Poi, si incontra una raffigurazione di Gesù che tiene in mano un passero. Credevamo fosse riferito ai vangeli apocrifi ma è più verosimile sia un simbolo di povertà e sacrificio». Per Paiusco, impersonare don Pighi «è un onore». «A lui dobbiamo molto sulla ricerca e sulla conoscenza della città. Il senso del suo lavoro fa riscoprire la curiosità del conoscere come questa chiesa che invito a visitare». 

Marco Cerpelloni

Suggerimenti