<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Verona può copiare quel che fa Milano

La Milano del sindaco Sala sta dando corso ad un utile programma di miglioramento della fruizione della città da parte dei cittadini. La novità è che finalmente si è privilegiato il pedone e non l’auto. Ci si è accorti che il protagonista non è la macchina bensì l’uomo: per cui va bene far posto alla circolazione privata, ma solo dopo aver creato spazi dove gli abitanti e le molte migliaia di persone che si muovono in città possano continuare a farlo migliorando il loro rapporto con il contesto. Ed è proprio quest’ultimo che deve cambiare cominciando dagli spazi pubblici. Di fatto vuol dire recuperare superfici già destinate a parcheggi o alla viabilità e trasformarle in spazi attrezzati con verde, posti a sedere, aree di gioco ecc. La prospettiva è che nel tratto di quei 700-800 metri che nei casi più favorevoli una persona deve percorrere per andare da casa all’ufficio, da casa a scuola, o da casa al supermercato, abbia più occasioni per incontrare un luogo tranquillo dove prendere un caffè o fare quattro chiacchiere. Mi pare un’ottima idea, richiede modeste risorse economiche – e non è cosa trascurabile - ma in compenso impegna una Amministrazione pubblica ad un cambio di politica ambientale che si incanala nel più ampio filone del «green» che a sua volta rientra in una visione del miglioramento dell’ambiente. Se Verona volesse seguire l’esempio milanese – e sarebbe del tutto auspicabile - dovrebbe prima di tutto tranquillizzare i possessori di auto, quelli che non hanno una autorimessa e lasciano l’auto lungo le strade, fornendo loro una alternativa: per esempio, facendo funzionare le autorimesse pertinenziali e proponendone altre eventuali (nella Barcellona dell’inizio ’900 tutti gli incroci sono stati attrezzati con autorimesse sotterranee per cui nelle strade circostanti non si vedono auto in sosta). Poi dovrebbe affidare l’incarico di studiare un progetto – potremmo chiamarlo finalmente «la città a misura d’uomo» - ad un gruppo di persone tra le quali ci sia un bambino di 5 o 6 anni, una mamma e un automobilista, perchè con fantasia e libertà traccino sulla mappa la Verona che sognano. Luciano Cenna VERONA

Luciano Cenna

Suggerimenti