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Un monito che chi rifiuta di ricordare

È con grande piacere che ho letto su L’Arena di giovedì l’articolo: Verona e l’olocausto. Era ora che Verona riparasse al grave ritardo; in particolare mi è parso opportuno, oltre che commovente, che l’articolo fosse affiancato da quello che ricordava il dott. Carlo Rimini, presidente della comunità ebraica per molti anni, nel giorno del suo funerale. Le pietre d’inciampo, presenti da tempo in molte altre città europee ed italiane, permettono di mantenere vivo il monito per il più disumanizzante tra gli obbrobri umani, che hanno contraddistinto il secolo scorso, lasciando sui posteri un sentimento di incredulità ed orrore per tanta disumanità gratuita concepita da esseri umani. Mi auguro che le pietre siano effettivamente d’inciampo (senza però conseguenze fisiche!) per coloro, di cui sarei curiosa di conoscere le motivazioni contrarie, che hanno ritardato per tanti anni questo doveroso omaggio di Verona alle vittime della barbarie nazi-fascista, di modo che anche loro possano riflettere su ciò di cui l’uomo non dovrebbe mai più tollerare il concepimento. Le pietre saranno, lo spero, anche di monito per tutti ad adoperarsi, per quanto in ognuno possibile, per sconfiggere il disinteresse di molti per gli accadimenti che anche in questo nostro nuovo millennio si verificano sotto gli occhi impotenti di ognuno, coinvolgendoci moralmente, pur direttamente incolpevoli, ma per l’ignavia di molti. Laura Marinoni VERONA

Laura Marinoni

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