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Tutti quei pianti non mi fanno cambiare idea

Parce sepulto: per carità il rispetto per i morti non è mai (o quasi) in discussione. E così sia anche per Berlusconi. Ma non mi sento di unirmi al coro di tutte queste prefiche (almeno quelle lo fanno a pagamento) che piangono il grande uomo. Di Berlusconi ho sempre pensato tutto il male possibile e il fatto che sia morto, considerato che la coerenza dovrebbe essere a mio parere un istinto più che una dote o virtù, non può certo farmi cambiare idea. Conseguentemente mi sento offeso da lutti nazionali e funerali di Stato deliberati per l’occasione. Offeso e in vergogna come italiano. Non mi sembra che siano molte le voci in questo senso in questi giorni così assurdi per una democrazia. Ci siamo fatti ridere dietro da mezzo (e forse più) mondo a causa di quest’uomo; sta andando in porto una riforma della giustizia che traduce in concreto, grazie al ministro Nordio, le idee in proposito del grande defunto e assistiamo comunque alla sfilata-ammucchiata di politici d’ogni colore dietro la sua bara. C’era un tempo in cui era diventato ridicolo per quasi tutti. Ma siamo un popolo dalla memoria corta, frutto di menti passate al setaccio di decenni di berlusconismo. Luigi Verzini VERONA

Luigi Verzini

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