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Sui teologi incaricati dalla Nasa

La Nasa avrebbe incaricato un gruppo di teologi, immagino cristiani, per uno studio sulla possibilità dell’esistenza, su altri corpi dell’universo, di alieni, cioè di altri esseri intelligenti extraterrestri (Luigi Bignami, Avvenire, 28.12.2021). Ciò al fine di non trovarsi in difficoltà nel caso di eventuali clamorosi annunci che possano provenire da parte di qualcuno. Il Direttore della Specola Vaticana, il gesuita Padre José Gabriel Funes, richiesto di una sua opinione, avrebbe espresso l’idea che secondo lui la possibilità non sarebbe da escludere, non dovendosi pretendere di porre limiti alla potenza creatrice di Dio. Io non mi arrogo una competenza che non ho e non intendo esprimere giudizi in proposito. Ma, letto l’articolo, da semplice cristiano, qualche interrogativo me lo sono posto, soprattutto in ordine alla affermazione di Padre Funes. Quando un cristiano recita il Credo, quello apostolico gerosolimitano, dice: «Credo in Deum Patrem omnipotentem, Creatorem coeli et terrae et in Jesum Christum , Filium ejus “unicum” Dominun nostrum…». Non traduco per riguardo a chi lo recita ad ogni messa in italiano. Questo passo significa che Gesù, Dio e Uomo, è l’«unico» Figlio di Dio, pure unico in tre Persone. Perciò Gesù è anche l’unico nostro Signore. E si è fatto Uomo ed ha patito per gli uomini, è morto come Uomo ed è resuscitato per redimere tutto il genere umano. Se così è, e così credo che sia, io non mi colloco spontaneamente tra coloro che sono in attesa di annunci sensazionali: rimango nelle mie vecchie convinzioni, che ritengo aderenti alla mia fede e consolidate dal tempo. Perché si manifesti una nuova umanità, o un genere simile di esseri intelligenti, dovrebbe esserci stato, o dovrebbe arrivare, un altro Gesù Cristo, anche perché la potenza creatrice nel nostro Credo viene attribuita alla seconda Persona della Santissima Trinità: «per Quem omnia facta sunt». Per chi non è cristiano dovrebbe esserci un altro dio che crea questi esseri, a meno che questi non si formino dal nulla. Questi esseri, poi, dove abiterebbero? Evidentemente su un altro corpo celeste simile alla terra. Ma gli astronomi finora non hanno individuato nessun astro di questo tipo. Che Dio abbia in mente di crearlo? Io ne dubito molto, anche se il creato attuale consta, oltre alla nostra galassia, fatta, dice Bignami, di un miliardo di stelle, a sua volta di mille miliardi di altre galassie. Inoltre questa eventuale nuova umanità sarebbe costituita da esseri intelligenti e innocenti o peccatori, come noi e quindi bisognosi di redenzione? Sia nell’un caso che nell’altro ci sarebbe bisogno di un altro Gesù Cristo, per crearli o per redimerli con la morte e resurrezione. E si incorrerebbe nuovamente nella realtà della Unità divina di Gesù, che non può che essere Lui solo. E la fede cristiana dice anche, per di più: «Christus amplius non moritur», più non muore. Trovo le ipotesi troppo complicate e mi ci perdo. Ma, per venire in soccorso al Padre Funes e non dargli torto, la potenza creatrice di Dio rimane lo stesso impegnata nella moltiplicazione continua e perpetua di creature umane. Vittorio Castagna VERONA

Vittorio Castagna

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