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Sono poco sicuri meglio la bici

Non sono tra coloro che esultano per l’avvento dei monopattini, ovvero per il successo che stanno ottenendo in questi giorni. E ciò principalmente perché ritengo il monopattino un mezzo di trasporto con un grado di pericolosità elevatissimo, potendo esso circolare con tutta libertà sulle strade pubbliche, sia pure quelle a velocità limitata ai 10 chilometri, dove è pure possibile il conflitto con le automobili, le moto, le biciclette, gli autobus, i filobus e addirittura i pedoni. Possono circolare ovunque circolano le biciclette e quindi competono con esse. È un mezzo troppo fragile, la persona vi è troppo esposta e aggredibile. È un aggeggio che scorre su due rotelline troppo piccole per offrire un minimo di sicurezza; dotato di un sistema frenante non so quanto affidabile; nessuna, assolutamente nessuna, protezione per chi lo usa. Trovo sbagliato, e imprudente, che, oltre alla libertà di circolazione, siano state disposte agevolazioni e incentivi, posti di parcheggio riservati e gratuiti. E poi quel manubrio, che è solo un esile paletto verticale, lungo e fissato in un unico punto alla base, non offre al guidatore nessuna sicurezza. Si aggiunga che i monopattinisti, moltiplicatisi per la spinta dell’entusiasmo, occupano senza contrasto i posti degli spazi riservati ai ciclisti. Non solo, ma, forti di questa libertà, ormai si trovano monopattini ovunque, soprattutto sui marciapiedi. Infatti anche il giornale da notizia di elargizione di multe a loro carico. Per le esigenze del traffico minuto e snello, di breve distanza e che riguardi specialmente una singola persona, il mezzo ideale esiste già ed è la bicicletta. Essa è ormai collaudata, tutti la amano, ormai ha la sua rete ciclabile riservata e sicura, sempre in aumento. È un mezzo che presenta un ben diverso grado di sicurezza, una scioltezza che la rende piacevole a tutti. E che soddisfa tutte le esigenze di piccoli spostamenti, o addirittura percorsi più impegnativi, anche con distanze di centinaia di chilometri. Non senza aggiungere che esso è il mezzo che alimenta uno degli sport più amati e tra i più popolari, il ciclismo. Che bisogno c’è di incentivare una concorrenza che veramente non giova a nessuno? Ma la preoccupazione maggiore deve soprattutto riguardare l’indice di insicurezza, che con le attuali incentivazioni certamente si eleverà. Ciò in modo particolare nei centri e nelle città. Mi auguro che questa mia presa di posizione non sia quella di uno sparviero di cattivo augurio. Vittorio Castagna VERONA

Vittorio Castagna

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