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Sì alle norme sull’omicidio nautico

Gli incidenti nautici e i tre morti nei laghi hanno riacceso la polemica sulla sicurezza. Si torna a parlare di pene più severe, dell'introduzione del reato di omicidio nautico così come è avvenuto per l'omicidio stradale. Un disegno di legge attende da due anni di essere approvato. Al momento non è possibile applicare le aggravanti di velocità e guida in stato di ebbrezza. Greta Nedrotti, vittima con il fidanzato dell'incidente nautico avvenuto una settimana fa sul lago di Garda, se fosse stata soccorsa si sarebbe potuta salvare. L'autopsia ha rivelato che la giovane sbalzata dalla barca è morta per annegamento. Negli atti dell'inchiesta per omicidio colposo e omissione di soccorso nei confronti di due tedeschi, manager e finanzieri di cinquantanni, sono entrate le immagini registrate dalle telecamere collocate sul molo del rimessaggio. Al momento di scendere dal motoscafo uno dei due turisti barcolla, forse in stato di ebbrezza per aver bevuto molto. Quella sera, però, i due rifiutano di farsi visitare al pronto soccorso. Sono stati disposti, invece, i domiciliari per la ventunenne belga che venerdì scorso sul lago di Como era alla guida dell'imbarcazione che ha causato la morte di Luca Fusi. Lo studente si trovava con due amici sull'imbarcazione travolta dal motoscafo dei giovani turisti stranieri. La Procura di Como indaga per omicidio colposo e naufragio. La normativa sull’omicidio stradale, che vorrebbe l’arresto in caso di aggravante come la fuga o l’omissione di soccorso, non sarebbe bene estenderla alla circolazione nautica? Antonio Cascone PADOVA

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