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Seguiamo l’esempio di Berlino

«La strada maledetta fa un’altra vittima»... «Nuovo tragico incidente nella curva fatale». Titoli che si leggono spesso e che danno la colpa alla curva o alla strada stretta e non piuttosto all’indisciplina, quasi sempre la velocità, dell’automobilista o motociclista che sia. Una curva che magari era stata disegnata a suo tempo per salvare dall’abbattimento una bella antica cascina o una chiesetta. E poi se c’è una curva pericolosa o una strettoia basta non correre e non succede nulla, ammesso ovviamente che anche gli altri non corrano. Ma questo, inculcarlo agli italiani di tutte le latitudini, ivi comprese direi le forze dell’ordine, è impossibile. Ma siete mai stati oltre confine? In Francia se si intravvede un pedone in prossimità delle strisce pedonali (sempre ridipinte e ben visibili e spesso precedute da efficaci dissuasori) le auto si fermano a venti metri. Un’altra riflessione. A Berlino dove le auto rispettano (ma veramente!) il limite dei 30, sono stato a un concerto una domenica pomeriggio. A parte la sala piena con molta gioventù, come arrivavano i berlinesi? O col mezzo pubblico, tram, bus o metrò, o in bici (anche più d’un anziano) o, alcuni, in taxi. Le piste ciclabili sono immense in una città piena di verde. Circa i limiti di velocità mi corre il dovere di ricordare che pure a Verona c’è vigente un’ordinanza del 7/5/2020 del Comando Polizia Municipale che estende i 30 all’ora a «tutte le strade cittadine all’interno dei bastioni». Ma ci pensate? In una splendida lettera a L’Arena ancora del novembre 2017 Michele Boato dell’Ecoistituto del Veneto spiegava tutti i vantaggi dei 30 all’ora e l’incapacità, o non determinazione, a farli osservare. Riporto due passi della lettera (tra parentesi sono le risposte di Boato) circa gli incidenti sulle strisce: «La colpa è soprattutto dei pedoni che, prima di attraversare, non guardano le macchine che arrivano» (falso, il codice della strada obbliga gli automobilisti a farlo, non i pedoni). E poi: «Non servono gli autovelox e i dissuasori, bastano i vigili» (falso, non ho mai sentito di una multa fatta a un automobilista che non ha dato la precedenza ad un pedone). E cosa pensare poi dell’inquinamento acustico, soprattutto delle moto e delle marmitte truccate? Io abito in centro storico sull’Adige, di fronte, a cento metri c’è il lungadige dell’Università: ebbene d’estate devo tenere le finestre chiuse per non sentire il rombo delle moto e auto a 80 all’ora che poi giunte nel lungadige Galtarossa si sfogano a più di 100 all’ora. E dove sono i controlli di velocità (che so peraltro essere difficoltosi da allestire) con multe salate e ritiro della patente quando è il caso? E quanti vigili d’ambo i sessi si vedono in bicicletta? Paolo Mezzelani VERONA

Paolo Mezzelani

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