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Sbagliato il no al traforo per partito preso

In questi giorni si fa un gran parlare dell’idea dell’ing. Tommaso Ferrari, assessore, fra l’altro alla Mobilità, che avrebbe come traguardo la chiusura h24 7 giorni su 7 della Ztl cittadina. Prima di giudicare se l’idea è buona oppure no, cerco di valutarla, utilizzando il buon senso. Ricordo un carissimo amico, commerciante di via Roma, che un giorno mi disse: «Quando hanno chiuso via Roma ho protestato ma, se oggi volessero riaprirla, marcerei armato verso Palazzo Barbieri». Chiudere una grossa fetta del centro di una città credo sia un’idea che affascina molti illustri urbanisti ma, prima di arrivare a questo, bisogna trovare tutte le condizioni affinché un beneficio estetico e, anche ambientale, non si trasformi in una grossa tragedia per molti. Celebri urbanisti che, sicuramente l’ing. Ferrari ha letto e studiato, dicono che una città deve avere al suo esterno delle grandi circonvallazioni in modo che il traffico possa scorrere senza andare ad influenzare la viabilità del centro. Ebbene Verona, forse l’ing. Ferrari non lo sa, ha la parte nord bloccata dalle Torricelle, e solo un traforo permetterebbe ai molti cittadini che provengono sia dall’Est veronese sia dalla Valpantena di recarsi verso Borgo Trento e verso l’Ospedale, grande attrattore di traffico. La stessa cosa faciliterebbe coloro che, dalla Valpolicella, si devono recare verso Borgo Venezia e, ad oggi, si trovano intasati nei due sensi di marcia a Veronetta e in Borgo Trento. Invito l’assessore a chiedere notizie al capogruppo del Pd Fabio Segattini che, da qualche tempo, lavora in Piazza Isolo e lo può informare sulla disastrosa situazione del traffico e sull’inquinamento della zona. Ostacolare, per partito preso, l’idea del traforo è un obbrobrio che causa danni, costi e salute a centinaia di persone. Le code e gli intasamenti di via Interrato Acqua morta, via Giardino Giusti e della zona dal Teatro Romano fino a via Mameli sono impressionanti e, tutti coloro che hanno a cuore, spero non solo a parole, la salute dei cittadini dovrebbero pensare agli abitanti di queste zone. Talvolta penso che, se il confine del Trentino invece di fermarsi alle porte di Ossenigo fosse stato una trentina di chilometri più a sud, vi sarebbero ben tre trafori delle Torricelle ma i trentini sono una cosa e noi, purtroppo, un’altra. Gaudio Pedalino VERONA

Gaudio Pedalino

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