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Sanità, grande assente nei programmi elettorali

Pare proprio che due anni e mezzo di emergenza sanitaria non abbiano insegnato molto alle forze politiche, nessuna delle quali ha elaborato un piano di rilancio per la sanità pubblica al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto costituzionale alla salute. La salute è infatti la grande assente dai programmi elettorali, nonostante gli Ordini dei Medici chirurghi e Odontoiatri e i sindacati di categoria abbiano continuamente stimolato la politica indicando possibili soluzioni alle criticità che da anni affliggono il nostro sistema sanitario, tra blocco del turnover, inadeguata ricognizione delle necessità – e di conseguenza errata programmazione del fabbisogno di medici – e progressivi tagli alla spesa sanitaria che uniti all’inflazione, e nonostante fondi straordinari stanziati durante l’emergenza Covid, hanno mantenuto l’incremento dei finanziamenti molto vicino allo zero. Come ha sottolineato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, queste criticità sono ancora lontane dall’essere risolte e la pandemia, oltre a non aver mollato la presa, inizia a far vedere i suoi effetti a medio-lungo termine in termini di ritardi nell'erogazione delle prestazioni, impatto del long Covid sulla salute fisica e mentale e «fuga» dal comparto pubblico del personale sanitario, sottodimensionato e demotivato. A tutto ciò si aggiunge l’invecchiamento della popolazione. La terza e poi la quarta età sono accompagnate da un carico di patologie che richiede terapie croniche, assistenza domiciliare e una presa in carico multidisciplinare. Questo tipo di invecchiamento pone nuove sfide in termini socio-assistenziali, organizzativi e di programmazione, e tutto ciò comporterà un impegno sempre maggiore per il nostro sistema sanitario. Cosa propongono le forze politiche per fare in modo che il Servizio sanitario nazionale sia in grado di rispondere a queste esigenze? L’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, poi, impone che vengano avviate riforme strutturali per cambiare il modello della nostra assistenza sanitaria, ma le Case e gli Ospedali di Comunità che si dovrebbero fare con i fondi del Pnrr rischiano di rimanere delle scatole vuote, le Aziende sanitarie sono costrette a spendere di più per assumere attraverso le cooperative e si chiede ai medici di famiglia in pensione di lavorare, senza programmare un adeguato ricambio generazionale. Come si vuol risolvere il problema della grave mancanza di personale negli ospedali e sul territorio? Sarebbe importante se la campagna elettorale si concentrasse anche su questi temi, magari coinvolgendo i cittadini nel dibattito. Dimenticare la sanità, infatti, significa ignorare la salute dei cittadini e mettere in pericolo il futuro del nostro sistema sanitario. Carlo Rugiu Presidente dell'Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona

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