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Quel mancato riconoscimento

Credo che il grado di civiltà di un Paese, sia pur indebitato ma comunque uno dei più ricchi del mondo come il nostro, si misuri dal trattamento riservato ai suoi cittadini: non importa se di origine italiana o straniera. Da ormai 5 anni chiedo all’Istituto nazionale preposto che venga riconosciuto a mia madre l’assegno di accompagnamento che permetta di sostenere le spese di una badante in regola, la cui presenza è più che indispensabile, ma nell’ultimo verbale tutt’ora valido si definisce la mamma «lucida, vigile, parzialmente orientata». Eppure nella vita quotidiana non lo è affatto, e anzi mette a rischio di continuo l’incolumità sua e di chi la segue. Anche l’inserimento in una casa di riposo non è semplice, occorrono tempo e documentazione. Per fortuna, causa anche il mio lavoro, conosco alcune badanti che hanno bisogno di lavoro e resistono assunte per un certo periodo, così mi sono finora salvato. Inoltre mia madre ha ancora una quota di denaro depositato anche se tende naturalmente a erodersi. Mi chiedo cosa farebbe un semplice cittadino solo, che non abbia questi piccoli e relativi vantaggi. SAN GIOVANNI LUPATOTO

Fabio Muzzolon

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