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Poste, in coda e all’aperto

Il 1° ottobre sono passato tre volte per via Carlo Cattaneo, dove ha sede uno dei pochissimi Uffici postali rimasti in funzione in città. Al primo passaggio verso le nove ho notato una fila di otto persone appostata lungo lo strettissimo marciapiede che costeggia l'Ufficio stesso. Verso le dieci e trenta le persone in paziente fila erano undici, perlopiù molto anziane, e attendevano pazientemente il turno per entrare nell’Ufficio stesso, facendo attenzione a non farsi arrotare da auto e furgoni che a quell'ora sono piuttosto numerosi. Ripasso infine alle dodici e trenta e conto ben diciassette persone allineate sul solito marciapiedi in attesa di entrare nell’Ufficio Postale. Gli ultimi della fila, non trovando posto sullo stretto marciapiedi di via Cattaneo, si erano accomodati in via Teatro Filarmonico, ben protetti dal traffico automobilistico da quattro cassonetti per i rifiuti urbani. Ieri, se non altro, era una soleggiata e serena giornata autunnale, ma già oggi piove, fa piuttosto freddo e fra qualche settimana il clima invernale renderà estremamente disagevole e penoso l’accesso all’Ufficio Postale. Nel Terzo Mondo in casi simili si allestiscono dei ripari per il freddo, o per l’eccessivo caldo, con tettoie di foglie di banani o altra essenza vegetale reperibile in loco. Ma in Italia? Forse ci hanno già relegati nel Quarto Mondo? VERONA

Giuseppe Perotti

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