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Pitti si conferma ai vertici e riporta i buyer a Firenze

La sfilata sostenibile di Pitti Uomo in Fortezza da Basso a Firenze
La sfilata sostenibile di Pitti Uomo in Fortezza da Basso a Firenze
La sfilata sostenibile di Pitti Uomo in Fortezza da Basso a Firenze
La sfilata sostenibile di Pitti Uomo in Fortezza da Basso a Firenze

La Firenze di Giovan Battista Giorgini, che vi portò la moda - e tutto ciò che fecero poi i presidenti dei vari salone del Pitti: da Marco Rivetti a Mario Boselli, Franco Tancredi, Gaetano Marzotto, per arrivare a Claudio Marenzi, e all’ormai storico amministratore delegato Raffaello Napoleone - dopo il mai abbastanza deprecato Covid-19 che la costrinse a sospendere i saloni «vissuti», è tornata alla grande, rinata con la sua centesima edizione dedicata all’abbigliamento maschile «sentita da tutti come nuova linea di partenza e traguardo», come ha detto, fra l’altro, Raffaello Napoleone. Apripista e modello - dando lavoro, per la sua realizzazione, a 10.000 persone in sicurezza - Pitti Filati (assieme a Vintage Collection), alla Stazione Leopolda, ha registrato la presenza di oltre 1.700 buyer ed operatori del settore (fra i primi spiccavano francesi, tedeschi e statunitensi); Pitti Uomo e Pitti Bimbo (in contemporanea alla Fortezza da Basso) hanno raggiunto 6.000 operatori (oltre 4.000 i buyer provenienti dall’Europa: con Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Austria, Olanda, Belgio, Russia, Polonia, Grecia e Portogallo in testa, seguiti da Stati Uniti, Canada e Turchia, oltre ai rappresentanti della grande distribuzione e gruppi retail di Cina, Hong Kong, Giappone e Corea, ancora impossibilitati a spostarsi. Ai compratori e visitatori devono pure aggiungersi ben 700 giornalisti (300 provenienti dall’estero): il tutto, ovviamente, ha portato anche un incremento più che positivo del turismo, con alberghi e ristoranti affollati oltre agli immancabili acquisti di «souvenir» made in Italy, super lavori dell’artigianato, oggettistica compresa. «Via via che i Saloni entravano nel vivo», ha detto Agostino Poletto, direttore generale del Pitti, «si facevano strada la sorpresa e la soddisfazione non soltanto per il livello qualitativo delle proposte e degli scambi, ma anche per gli stessi numeri, superiori alle aspettative». Successo a tutto tondo, che ha visto trionfare il bianco per completi e spezzati (la giacca se non il giubbotto o un gilet, i pantaloni se non i bermuda e gli short, la tuta se non la felpa e l’immancabile t-shirt), oltre al nero, al blu, all’azzurro intenso, al marrone bruciato; e non possiamo trascurare gli stampati per un abbigliamento ultra disinvolto ed ultra giovane. Mentre si ripetono e si risentono sempre più i termini etico, sostenibile, green, impatto zero, ricordiamo Cuoio di Toscana, che ha triplicato la sua importante presenza desiderando così celebrare la rinascita italiana; Tombolini, marchio marchigiano sinonimo di stile sartoriale con la collezione «Zero Gravity», ricca di proposte sostenibili grazie a materiale organico e di riciclo; Areonautica Militare - fedelissima al Salone, e sempre ammiratissima - che desiderando celebrare la ritrovata fiducia e positività verso il futuro, la esprime nelle sue quattro differenti linee (Heritage, Urban, Pilot, Active) omaggiando nel contempo il 4° Stormo - che celebra i suoi 90 anni di storia - con grafiche e stampe; la grande disinvoltura di Mcs (già conosciutissima come Marlboro) dei veneti Gianfranco e Valter Sovenigo. In definitiva, i saloni del Pitti hanno riscosso un grande, meritato successo. Ad maiora! Nel frattempo, senza un attimo di tregua – ritenendo compratori e stampa dotati di ubiquità, o in altri casi desiderando avere solo un pubblico limitato -, dopo aver presentato una moda maschile «disimpegnata», Parigi convoglia su di sé l’interesse del mondo moda con le collezioni Haute Couture: ed abbiamo visto, ante sfilate, Giorgio Armani intrattenersi all’ambasciata d’Italia col presidente Mattarella. Nel frattempo, Roma si lancia con «AltaRoma» mentre - in contemporanea alla sfilata di Haute Couture di Giorgio Armani a Parigi - vi è stata la conferenza stampa di presentazione di TaoModa Week: niente a che fare con la Cina, ma con la splendida Taormina che, il giorno 16, con un Galà al Teatro Antico sarà protagonista della consegna dei «Tao Awards». Indubbiamente, il mondo della moda - con forza moltiplicata - vuol riprendere alla grande il tempo perduto.

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