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Per l’Arena extra lirica servono scelte lungimiranti

L’Arena affollata per un concerto
L’Arena affollata per un concerto
L’Arena affollata per un concerto
L’Arena affollata per un concerto

Fa piacere che anche su L’Arena prenda piede il dibattito sulla necessità di un uso qualitativo dell’anfiteatro veronese per gli eventi extra lirici (per ultimo il lettore Gaetano Giavoni lo scorso 30 aprile). Ciò in parallelo a quanto sta avvenendo nel mondo culturale, musicale, istituzionale e fra i cittadini. Ma anche in contemporanea al dibattito sulla invivibilità del centro storico, sulla più conveniente tipologia di turismo, sulla cronica mancanza di attenzione alle ricchezze monumentali e sulla opportunità di diverso utilizzo degli spazi dei singoli quartieri. Insomma, il tema risulta di straordinaria importanza per lo sviluppo di Verona. A tale proposito in primis occorre dire che non si potrà più verificare un uso «monopolistico» dell’anfiteatro: episodi assurdi quali la concessione di 14 (quattordici) date nel 2022 per i concerti di Zucchero, caso tra l’altro pressoché unico in Italia, o la ripetizione annuale o biennale di esibizioni di altri pur autorevoli artisti italiani senza alcuna evidente innovazione nel repertorio, non dovranno necessariamente ripetersi. Per non parlare poi dei molti eventi caratterizzati da banalità e privi di contenuti ospitati in questi ultimi anni in Arena invece che in altre location. Tutto ciò, purtroppo, esclusivamente per ragioni di mero profitto, motivate dall’incasso immediato e senza quelle strategie complessive di media/lunga durata necessarie per una città votata all’arte quale Verona. Occorre quindi, da subito, differenziare e pensare strategicamente, anche attraverso la realizzazione di eventi straordinari, pensati specificatamente per il nostro anfiteatro. Certo nei primi periodi potrebbe originarsi una riduzione degli introiti e delle date di utilizzo. Ma se si avrà la lungimiranza e il coraggio di imboccare dichiarativamente e senza tentennamenti questa strada, se si riuscirà a far individuare l’Arena davvero come un «unicum» degli eventi extra lirica in Italia e all’estero gli effetti a ricaduta potranno essere straordinari, contribuendo anche all’individuazione di un’utenza di più lunga permanenza nell’area territoriale. Su questo tema stanno anche cominciando ad interrogarsi alcuni esponenti delle categorie del business di riferimento cittadino, peraltro finora silenti sulla tematica. Ovviamente per perseguire questa strategia occorre soprattutto una assai attenta campagna di sensibilizzazione e promozione verso le diverse realtà culturali e organizzative estere. I rari casi di artisti veramente a livello internazionale (come ad esempio il prossimo concerto di Peter Gabriel, che non a caso ha voluto personalmente a tutti costi tornare nel nostro anfiteatro) o nel 2022 la emozionante esibizione di Nick Cave (innamorato dell’Arena e che ha preteso una sola altra data italiana al sud) debbono diventare il dizionario dei prossimi interventi. E non solo nel settore musicale: basti pensare alle potenzialità di aree come il musical, lo sport e lo spettacolo a tutto tondo (perché, ad esempio, non pensare ad un lavoro in anteprima realizzato insieme a Cirque du Soleil o a competere con Napoli nell’accaparrarsi l’unica prossima data italiana del tour mondiale dello spettacolo di musica e parole di Bono degli U2 finito al teatro San Carlo?). Tutto sta nel condividere da subito, esplicitandola, la direzione da seguire e nell’agire rapidamente, anche senza paure di coinvolgimento di altri attori (Regione, Provincia, realtà imprenditoriali e associative, qualificati gruppi settoriali, aziende private ecc.). Qualcuno si trincera dietro la mancanza di altre strutture dimensionalmente idonee in città: al di là del fatto che qualcosa c’è (palasport, stadio), occorre guardare in maniera innovativa ad altri contenitori dislocati nei quartieri, anche con idee davvero diverse. Senza dimenticare che da decenni si parla invano della costruzione di un nuovissimo Forum multiuso che potrebbe ospitare eventi di qualsiasi tipologia. E allora, valutiamo questa ipotesi e diamogli corpo! È peraltro ovvio che stante la attuale anomala situazione nella struttura organizzativa di Arena Extra, per qualsiasi scelta sui prossimi eventi extra lirici risulta fondamentale ed essenziale il diretto coinvolgimento del Comune di Verona, proprietario dell’anfiteatro. Durante uno straordinario concerto di Leonard Cohen in Arena (era il lontano settembre del 2012) ho dialogato attorno a me con spettatori da tutto il mondo. Uno di loro, spagnolo, è diventato un amico e, innamorato della serata e del luogo, è ritornato più volte in città. Questa è la tipologia culturale e di utenza che occorre ritrovare rapidamente nel futuro settoriale, nell’interesse dell’intera comunità veronese.

Mimmo Colombo

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