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Ma ci sono codici bianchi più bianchi?

Venerdì mattina proprio davanti al Pronto soccorso di Borgo Trento, in Lungadige Attiraglio, una macchina buttandosi completamente a destra mi ha investito mentre ritornavo tranquillamente con la mia bici da corsa. Sono stata portata al Pronto soccorso da una ambulanza. Sanguinavo e avevo bisogno di punti di sutura, oltre ad un trauma cranico minore. Mi viene dato il codice bianco. Ero la prima: bene, penso, non perderò molto tempo. Subito dopo sul display compaiono una decina di codici verdi davanti a me. Pazienza penso, evidentemente qualcuno sta peggio di me, aspetterò. Ad un certo punto però chiamano un codice bianco che sul display compariva dietro di me. Numero 988 mentre io ero 986. Erano le 11.20 (io sono poi entrata alle 13.37!). Mi faccio avanti e chiedo gentilmente spiegazioni. L’infermiera dice che il medico può chiamare anche uno dopo se lo ritiene opportuno! Resto allibita. Allora ci sono codici più bianchi di altri? Le persone che erano presenti ed hanno assistito alla scena, hanno fatto delle rimostranza di tipo razzista. Il ragazzo che mi è passato avanti era nero! Lungi da me pensare che mi è passato davanti solo perché nero, resto però amareggiata da questo sistema. I codici bianchi, e lui lo era, devono a mio avviso seguire la numerazione di arrivo, a meno che il medico nel frattempo non decida di cambiare colore al codice. Faccio inoltre presente che aveva un terzo dei miei anni, non sanguinava come la sottoscritta e come mi ha detto lui stesso dopo: «Aveva mal di pancia». Io comunque non discuto i codici, sono gli addetti al Triage che li decidono, dico solo che i codici bianchi, se non sono tramutati in altro colore, devono seguire l’ordine di arrivo. Mi rammarico anche che una infermiera, forse pensando che non avessi guardato il display, o approfittando del mio stato di malessere, mi ha un po’ imbrogliata, dicendo che in pratica il medico chiama chi vuole. Resta l’amarezza che nei nostri nosocomi non si rispettino le regole! Per fortuna ho trovato un giovane specializzando in ortopedia, di cui desidero fare il nome: Andrea Bissoli, per ringraziarlo ufficialmente. Mi ha dato i punti di sutura sulla falange e ho colto in lui la passione per il suo lavoro, la competenza e la gentilezza nei miei confronti. Dobbiamo sperare in questi giovani e soprattutto sperare che le regole siano rispettate da tutti: non ci possono essere codici più bianchi di altri. Gabriella Dimitri VERONA

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