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Lo Stato ci chiede anche l’8 per mille

Siamo prossimi alla denuncia dei redditi e, sfogliando la documentazione da compilare e presentare al commercialista, in ultima pagina leggo la possibilità di scelta da parte del contribuente, per la donazione dell’8, del 5 e del 2 per mille del gettito Irpef. Oltre alla Chiesa Cattolica e ad altre Istituzioni religiose, a finalità di interesse sociale o associazioni culturali, noto pure che viene inserito l’8 per mille allo Stato e il 2 per mille ad un partito. A questo punto, con un pizzico di meraviglia e disappunto, mi domando se le tasse che paghiamo in ogni maniera sotto qualunque forma, se la percentuale o le aliquote che per legge devono essere versate allo Stato o che ci vengono detratte senza che ne accorgiamo, non sono ancora sufficienti per poter vivere una esistenza tranquilla e sentirsi un contribuente onesto sotto tutti i punti di vista? Anche in questo caso, lo Stato spia da un angolino per vedere se anche una minima parte è possibile carpirla pure in questo modo miserabile dopo che ha sprecato, nell’arco di 3 anni, quasi 20 miliardi per un reddito di cittadinanza che ha funzionato a metà e non ha dato i frutti promessi in campagna elettorale, con gran parte dei percipienti che lo prendono standosene a casa o svolgendo qualche altro lavoro in nero. Ma sorge subito la giustificazione e cioè che tale introito servirà per finanziare l’edilizia scolastica, la difesa dalle calamità naturali, la conservazione dei beni culturali, l’assistenza ai rifugiati, la lotta alla fame nel mondo, tutti provvedimenti che dovrebbero essere stati considerati nel bilancio annuale. Il fatto è che non si pone un freno a tutte queste spese che escono dalle nostre tasche sia per l’accoglienza dei migranti che per la gestione delle emergenze. Da ultimo il rincaro energetico con bollette che, a partire dal terzo trimestre, si gonfieranno ulteriormente quale effetto delle sanzioni alla Russia, con esito ora incerto. Ritengo che sia ora di inasprire la lotta all’evasione fiscale con pene severe e multe pesanti, controllare con maggior competenza e concretezza chi usufruisce dei bonus e lasciar perdere queste donazioni, che odorano di ipocrisia e calpestano la dignità dello Stato stesso. Giuliano Taborelli VERONA

Giuliano Taborelli

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