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Lo sblocco degli sfratti è in arrivo

La città di Verona e le diverse località considerate solitamente come zone di villeggiatura, nel centro storico, sul lago di Garda e nelle colline veronesi, si sono adeguate alla tendenza ormai diffusa di offrire al mercato turistico formule locative comunemente conosciute come «B&B», o mediante contratti di locazione definiti «per periodi brevi», affidati a delle vere e proprie agenzie. Queste locazioni, in molti casi rappresentano veri e propri cambi di destinazione d’uso di queste unità abitative, e nel contempo sottraggono al mercato immobiliare diverse centinaia di alloggi costruiti in passato per essere messi in affitto. Molti di questi alloggi erano o sono ancora locati secondo le modalità previste dalla normativa di cui alla legge n. 359 del 8 agosto 1992, detta dei Patti in deroga, della durata di 4 anni più ulteriori 4, oppure sulla base della successiva legge, la n. 431/1998, detta della cedolare secca e con la durata di 3 anni più ulteriori 2. Di questo passo alla loro scadenza la maggioranza di questi contratti di affitto sono destinati ad uscire dal normale mercato privato delle locazioni, riducendo in tal modo il numero dei appartamenti disponibili per coloro che non sono nelle condizioni di poterselo acquistare Esiste, inoltre, un ulteriore e serio pericolo che riguarda diverse migliaia di famiglie e di persona (fra queste molti anziani), interessate o colpite dal 2019 ai giorni nostri da sfratto esecutivo convalidato. Secondo i dati del ministero degli Interni e reperiti dai vari tribunali, questi sfratti sarebbero a livello nazionale oltre 180.000, dei quali 1.700 interessano persone e famiglie del comune e della provincia di Verona. Il Covid aveva portato gli ultimi governi a sospendere, dal 2020, le esecuzioni degli sfratti, ma è probabile che a breve, anche sulla base delle forti pressioni esercitate dalle associazioni dei proprietari, l’attuale governo possa revocare il blocco degli sfratti in atto e migliaia di nuclei famigliari o singole persone potrebbero trovarsi su una strada. Purtroppo, a Verona non esistono idonee risposte da parte degli Enti preposti alle politiche abitative, quali l’Agec (comunale) e l’Ater (regionale). E ciò perché questi non hanno provveduto negli anni scorsi a programmare adeguati piani per manutenzioni dei edifici pubblici, cioè le case popolari che si rendevano disponibili. La conferma di ciò è stata data recentissimamente dalla presidente dell’Agec, la quale ha confermato che il suo Ente possiede nel Comune di Verona addirittura ben 575 alloggi vuoti, perché non idonei per locazione e quindi privi della messa a norma. Analogamente anche l’Ater territoriale di Verona, unitamente ai 97 altri comuni della provincia, si trova nelle medesime condizioni. E, per entrambi gli Enti per le case popolari, questo situazione risale a diversi anni fa. Dove erano i sindaci di Verona, i presidenti, i commissari, i direttori ed i consiglieri di questi Enti? Come procedere? Giuseppe Braga già segretario Sindacato Inquilini Sicet Cisl VERONA

Giuseppe Braga

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