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Linee guida e poi ritornare al passato

Non voglio addentrarmi nelle polemiche sorte in relazione ai vari episodi che hanno caratterizzato Sanremo, ma vorrei stigmatizzare alcune circostanze, per me e, credo anche per altri, molto disturbanti. La prima: il bombardamento mediatico, su tutte le reti Rai, telegiornali compresi, che è imperversato da oltre un mese intorno all’avvenimento. La seconda: l’avvenimento. Tutta la Nazione sembra fermarsi avvitandosi intorno al Festival. Cinque giorni, una sfilza di «canzoni» o meglio di esibizioni funzionali alla promozione, non tanto della musica, ma di se stessi e dello spettacolo nel suo insieme. Sono ben consapevole del ritorno sul piano economico, che questa configurazione del Festival di Sanremo comporta e che, nel bene o nel male, l’importante è parlarne. Tuttavia penso che bisognerebbe, una volta per tutte, ritornare con i piedi per terra e ridimensionare lo spettacolo a quello che dovrebbe essere e cioè una gara fra canzoni e cantanti. Tornare all’antico schema di tre serate, 10 canzoni per sera più la finale e non oltre la mezzanotte. Basta e avanza anche per i più appassionati del genere. Infine mi permetto di avanzare l’opinione che solo cambiare il Cda della Rai, senza agire a monte, non porterebbe ad alcun risultato. L’anno prossimo si ripeterebbe la stessa cosa ad orientamento invertito rispetto a quello presente. Servono delle linee guida e dovrebbe farle la Commissione parlamentare della Rai. Chi non le segue va a casa. Silvana Paroli VERONA

Silvana Paroli

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