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Lettera aperta alla premier per la pace

Ricorrendo il primo anno della guerra in Ucraina provocata dall’aggressione della Federazione Russa, vorremmo fare qualche riflessione e proposta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. 1) Anzitutto il rifiuto di ogni guerra di attacco, ma anche di difesa, per le tragiche conseguenze che soffrono il popolo, i civili, i militari, in particolare le donne, i bambini e le bambine. La nostra Costituzione all’articolo 11 sancisce questo principio: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Il suo governo ha garantito assistenza militare all’Ucraina per il 2023 insieme con l’Europa, con la Nato, con gli Stati Uniti e continua a mandare aiuti militari per vincere questo tragico conflitto. Ma la vittoria significa ulteriori vittime militari e civili, anche bambini e bambine. Vorremmo che lei, presidente Meloni, ascoltasse l’appello dei bambini d’Europa che chiedono la pace ai capi di Governo e di Stato. «Kids action peace 10 Gennaio ’23». È una vergogna e ipocrisia continuare a investire nelle fabbriche e commercio delle armi e poi parlare di pace. 2) La pazzia della guerra continua nei nostri giorni in tanti paesi del mondo anche con armi made in Italy, anche in Ucraina mietendo vittime civili. Dice papa Francesco: «La vendita delle armi è la peste più grande». La fabbrica delle armi e le banche «armate» sono complici della tragedia delle guerre. 3) Lei, Presidente, crede veramente che il continuo invio di armi, cosi dette di difesa, deciso anche dal parlamento italiano, fermerà la guerra? C’è bisogno di un passo nuovo: cessare il fuoco, fare la pace, ricostruire il paese, sanare i cuori, altrimenti sarà la morte di tutti, anche perché c’è il rischio nucleare. 4) L’Onu ha già condannato l’invasione russa. È necessario che l’Europa anche con il suo intervento convochi una speciale Assemblea dell’Onu per trattare la pace. L’iniziativa spetta a chi ha ancora l’uso della ragione e a chi ama ancora la vita. I grandi la chiamano «Diplomazia», i piccoli, i bambini la chiamano «facciamo pace». E il Vangelo di Gesù ci dice che «se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei Cieli». Nel silenzio accogliamo queste sante parole. La storia farà la sua giustizia, ma noi, umani, dobbiamo fare una nuova giustizia. Facciamo silenzio e lasciamo parlare le vittime innocenti del nostro tempo. 5) Chiediamo, supplichiamo di cambiare gli aiuti in armi in aiuti di vita e di pace: ospedali da campo, medicine, generatori di corrente, trattori per continuare a lavorare la terra e seminare grano per tutto il mondo, giocattoli, libri di scuola e di cultura. Riduciamo la spesa militare nel mondo del 2%, come chiedono i 50 premi Nobel e creiamo un dividendo di pace per affrontare i problemi del mondo. Il popolo della manifestazione del 5 novembre a Roma nella piazza San Giovanni, i movimenti nonviolenti, «Italia, ripensaci», «Europa for peace», il vescovo di Roma Francesco e tantissimi altri movimenti gridano Pace! Appoggiamo gli obiettori di coscienza, ucraini e russi per diventare con loro operatori di pace. Possiamo sembrare ingenui, ma è l’unica strada della vita, quella della pace. Vincenzo Zambello Luigi Forigo Franco Mosconi Raffaele Nogaro Comunità «La Madonnina» VERONA

Vincenzo Zambello Luigi Forigo Franco Mosconi Raffaele Nogaro Comunità «La Madonnina»

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