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Lasciamoli ai giovani

Tornare ad occupare gli oltre 5.000 borghi disseminati nel territorio italiano, molti dei quali abbandonati da anni. Ne parlano architetti, artisti e liberi pensatori solitari. È di moda discuterne, un po’ meno provare a viverci, specie fuori stagione. Intanto la maggior parte si trova sulle alture dell’Italia centrale- le dorsali appenniniche- lontani da abitati, con inesistenti connessioni internet e sconnessi collegamenti stradali: non per altro sono disabitati o ad abitarli è rimasto abbarbicato solo un vecchio solitario. Le persone interessate al loro ricupero residenziale sono i giovani, già provati da esperienze durissime, gli intellettuali o i pensionati: i primi sognano di arrampicarsi sui dirupi per pascolare le capre; i secondi di ascoltare Bach rimpiangendo l’ultima amata; i pensionati, di trovare un compagno per il tresette. Per tutti loro la casa sognata è un ex rudere di pietra sistemato alla meglio ma con un grande camino su cui ardono ciocchi di rovere o di castagno al cui tepore crogiolarsi sorseggiando tè nero con un plaid sulle ginocchia e, a piacimento, confidando ad un amico vecchi peccati carnali, o altre prodezze giovanili. Lasciamo che nei borghi ci ritornino i giovani e le persone forti; gli anziani e i vecchi teniamoceli in città e facciamoli vivere bene e a lungo: sono preziosi. VERONA

Luciano Cenna

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