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La resistenza al realismo produttivo

È significativa la massiccia presenza dei giovani francesi che si sono uniti alle proteste contro la riforma delle pensioni, perchè la considerano una minaccia per il loro futuro. Ci si chiede il perchè, dopo mesi di proteste, il movimento rimane forte e rumoroso con la partecipazione in massa di studenti. Nella grande manifestazione di Parigi, Mélenchon ha trovato le giuste parole per esprimere la inevasa domanda dei nostri tempi posta dai giovani, non solo francesi: quella del tempo per il lavoro ma anche per la vita, che non deve diventare miseria esistenziale al servizio della mercificazione di tutto. «Non difendiamo solo il diritto di godere solo di una pausa della nostra esistenza. Affermiamo, soprattutto, che il tempo della vita non è solamente il tempo vincolato al lavoro e socialmente utile, ma anche il tempo libero che non è un momento di inattività, bensì un tempo di cui disporre quando possiamo decidere cosa fare: vivere, amare, prenderci cura dei nostri cari, leggere poesie, dipingere, cantare e anche non fare nulla, oziare. Il momento cioè in cui possiamo essere totalmente umani». Sembra il discorso di un socialista romantico dell’Ottocento francese e invece può essere la chiave di un avvenire che non voglia produrre ancora di più, ma produrre in forma migliore, anche per avere un futuro ecologico. La riforma voluta da Emmanuel Macron è l’innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni entro il 2030 e prevede che dal 2027 salgano a 43 gli anni di contributi necessari: è un progetto universale che riguarda tutti i lavoratori. Le parole di Melenchon sembrano utopie lontane dalla vita reale, invece esprimono una «resistenza» irriducibile al realismo produttivo di questi tempi così tristi. Forse le nuove generazioni non vogliono essere trasformati in dispositivi «resilienti» e performanti per produrre beni in gran parte destinati alle immondizie, e cercano un lavoro alleato del tempo libero in modo spontaneo e naturale. È certo che il lavoro ha bisogno di tempo per sedimentare l’esperienza e vivere della creatività che produce, il tempo libero deve a sua volta importare dal lavoro lo sforzo dell’apprendimento che le esperienze rendono godibile. Pensare di togliere del tempo libero, per la vita privata, le vacanze e il pensionamento è come colpire il lavoro cioè un nostro senso del vivere nella fatica creativa ma anche nella sosta. Idalgo Carrara VERONA

Idalgo Carrara

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