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La questione della Nato resta cruciale

Come si usa dire, «tanto tuonò che piovve». La situazione dell’Ucraina, dal colpo di Stato del 2014, alle rivendicazioni delle popolazioni di etnia e lingua russa della Crimea e della regione del Donbass, con relative proclamazioni di indipendenza è cosa nota da parecchi anni. La preoccupazione della Russia di non volere ai propri confini Paesi aderenti alla Nato, con relativi armamenti e regole di intervento, è altrettanto nota, ed è una preoccupazione di tutte le superpotenze, vedi, solo ad esempio, la crisi di Cuba del 1962 tra sovietici e americani. Henry Kissinger e Romano Prodi qualche anno fa, l’ambasciatore Sergio Romano più recentemente, hanno espresso pubblicamente la loro preoccupazione con parere negativo a che l’Ucraina entrasse nella Nato, per i motivi destabilizzanti di cui abbiamo detto sopra. L’ex presidente Trump, avendo creato positivi rapporti di collaborazione e rispetto con il presidente Putin, aveva sempre ostacolato questa affiliazione fonte di instabilità ed aveva anche tagliato i finanziamenti alla Nato stessa, chiedendo una maggiore partecipazione finanziaria agli altri soci dell’Alleanza. Del tutto contraria si è manifestata la politica dell’amministrazione Biden che, in linea con la tradizione democratica di esportazione della democrazia con le armi, ha rifinanziato la Nato, riaprendo anche, di fatto, all’adesione dell’Ucraina. È ovvio e risaputo quale sarebbe stata la reazione di Putin a questo capovolgimento nelle relazioni, a questa, se vogliamo, provocazione. Diventa anche evidente che l’obiettivo vero era ed è la rottura delle buone relazioni con la Russia di alcuni Paesi europei, Germania e Italia in testa, perchè non gradite all’amministrazione americana. Da qui, tutto ciò che sta succedendo oggi in Ucraina. Le sanzioni che si stanno applicando nei confronti della Russia creeranno dei problemi a Putin nel breve periodo, mentre nel tempo spingeranno lo stesso a consolidare l’asse con la Cina ed altri Paesi emergenti, mentre a noi italiani faranno danni duraturi, con una riduzione della qualità della vita dei nostri concittadini, tale da farci rimpiangere i tempi della pandemia dello smart virus Covid. È questo che vogliono i nostri concittadini? Personalmente ne dubito, ma tant’è. Il potere del popolo è solo una pia illusione da molto tempo oramai. Adriano Dal Bosco VERONA

Adriano Dal Bosco

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