<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

La questione adesso è solo politica

Una bella lettera, quella di Ugo Zanetti sul superbonus. Mi sia consentita qualche considerazione a margine. Da ingegnere asseveratore trovo ingeneroso il giudizio di Zanetti sulla categoria degli asseveratori anche se mi è capitato di vedere preventivi asseverati in cui per magia tutti i prezzi impresa erano magicamente identici al prezzario regionale. Ma ciò dipendeva dal fatto che avendo la legge attribuito un beneficio fiscale di 110 a fronte di una spesa di 100, non c’era più interesse a fare gare autentiche tanto pagava Pantalone. A me piace nella lettera di Ugo Zanetti la logica di mercato. Nella logica di mercato tutto diventa chiaro. In linea generale se si ritengono ingiusti i bonus edilizi, bisogna ammettere che anche la spesa statale post terremoto per il ripristino dell’edificato sarebbe meglio che fosse sostenuta dai privati interessati eventualmente assistiti da idonea polizza assicurativa. In una logica di mercato invece di spendere 60 miliardi pubblici per calmierare il prezzo del gas e del petrolio è meglio avviare un programma di miglioramento energetico dell’edificato in modo da ridurre i consumi in via permanente. Il problema è sempre politico. C’è chi preferisce erogare assegni chiamati redditi di cittadinanza o mandare in pensione prima semplicemente per prendere voti. I Bonus edilizi al 110% ed il reddito di cittadinanza hanno salvato da morte certa i Pentastellati. Capita adesso di sentire molti che invocano canali di immigrazione legale perché in Italia non ci sono più lavoratori. E spesso sono gli stessi che un quarto d’ora dopo lamentano l’immigrazione e vogliono rispedire a casa loro gli immigrati dopo qualche settimana di lavoro stagionale. Questi cercano schiavi. Se fosse confermato che è nell’interesse generale che lo Stato aiuti il miglioramento energetico e sismico del patrimonio edilizio esistente concedendo quello che può concedere cioè puramente sconti fiscali, sarebbe interesse dello Stato diluire nel tempo lo sconto in modo che il deficit pubblico non salga troppo. Prima del 2018 il deficit dello Stato era dovuto unicamente alla spesa per interessi ed era ormai nell’ordine dei 60 miliardi l’anno. Nel 2018 arrivarono i «barbari» con il reddito di cittadinanza e le pensioni accelerate ed il deficit arrivò a 80 miliardi. Il Covid ha fatto esplodere il deficit e poi ci si aggiunse il 110%. Ora lo Stato ha ogni anno spese per 800 miliardi ed incassa tasse per 600. 200 miliardi di deficit nascosti nelle pieghe di bilancio. Per migliorare dieci milioni di unità immobiliari serviranno 1.500 miliardi. Di questi 1.000 per essere a carico dello Stato, dovranno essere spalmati in trenta quarant’anni con un carico per anno di 25 – 30 miliardi. Questa somma è ragionevole perché sarà in parte compensata dall’aumento delle entrate corrispondente. Quel che serve è una decisione politica che stabilizzi i bonus edilizi, quali che siano, per un lungo periodo di tempo. Servono decisioni strategiche. Serve anche che lo Stato decida che il miglioramento energetico la vince anche sul paesaggio. Oggi le priorità sono queste ed il futuro non sarà roseo. Il futuro ci imporrà di vivere sulle risorse del posto senza più far conto sulla cooperazione internazionale. In sostanza, si salvi chi può. Bruno Gilioli SOAVE

Bruno Gilioli

Suggerimenti