L’obiettivo è distruggere l’euro?

Nel 1823 Monroe declinò la sua dottrina quella, per intenderci, dell’America agli americani. In effetti a quell’epoca gli Stati Uniti erano poca cosa rispetto ai più importanti Stati europei ma, nonostante ciò, volle indicare chiaramente che non voleva politiche espansive e colonizzatrici europee nelle Americhe. Questa dichiarazione, decisamente in anticipo sui tempi, manifestò la volontà degli Stati Uniti di avere una zona di influenza privilegiata ed il riconoscimento del proprio ruolo di «grande» potenza dagli altri Stati. Ora questa pretesa di spazio vitale (che brutti ricordi) e di rispetto al proprio ruolo di grande potenza viene da tempo pretesa anche da Russia e Cina mentre l’Europa si trastulla ancora nel volere restare divisa in tante piccole realtà. Di qui l’agire di Putin che ricorda, con le sue continue annessioni e pretese (Crimea e Donbass), non contrastate dall’Onu, le annessioni di Hitler di Austria e Sudeti, con le note conseguenze… Però Putin non vorrebbe avere la Nato troppo vicina e potrebbe retoricamente domandarsi: perché c’è la Nato quando è sparito il suo opposto Patto di Varsavia? E vorrebbe anche fare sua la dichiarazione di Monroe vista come «mondo slavo». Perché Monroe si e Putin no, si chiede il russo? E gli Stati Uniti non mostrano, peraltro, alcun desiderio a smorzare i toni anzi danno l’idea di voler spingere la Russia allo scontro. Forse gli Stati Uniti hanno un secondo obiettivo? In effetti un conflitto avrebbe gravi conseguenze economiche per l’Europa che applicherà dure sanzioni contro la Russia la quale, per ritorsione, bloccherà le forniture di gas, da cui deriverebbe il crollo dell’industria europea ed un conseguente quanto travolgente sviluppo dell’economa statunitense, che andrà a sostituire la produzione industriale europea. Risultato finale: distruzione dell’euro, che tanta paura fa al dominio del dollaro nel mondo finanziario globale! È forse questo il vero obiettivo di tutta questa tragedia? Pierluigi Ziliotto VERONA