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L’identikit di uno statista di alto profilo

Il presidente Sergio Mattarella
Il presidente Sergio Mattarella
Il presidente Sergio Mattarella
Il presidente Sergio Mattarella

Il toto Presidente della Repubblica è già in corsa. A suo tempo, scatterà il toto Presidente delle Regioni, quello del Presidente delle Province e il toto Sindaco (Potrebbe capitare anche il toto Vescovo). Tutto sommato, è un segno di un certo interesse per la gestione della polis, nella varietà delle configurazioni territoriali. Potrebbe tradursi anche in una occasione provvidenziale per verificare la tenuta o meno del sistema democratico, se segnala crepe da ponte Morandi o gode ancora di una certa buona salute. Comunque, l’Italia sta vivendo un momento significativo del suo percorso di vita democratica. Ed è chiamata a dare prova di quanto è interessata al bene della Nazione, cioè al bene comune, o alla spartizione del potere finalizzato agli interessi di parte. In altri termini, il Parlamento e, in ogni caso, tutti i grandi Elettori, documenteranno alla storia se saranno in grado di intercettare e di scegliere uno statista, al di sopra delle parti, o un opportunista, partiticamente schierato. Uomo o donna che sia. La scelta fa la differenza del sentire democratico maturo. Senza ipotizzare e trasognare esseri umani sovrumani, segnati dal destino, sarebbe comunque interessante accordarci, tra Italiani, non tanto sul chi vorremmo come Presidente, ma sul suo identikit, sicuramente di alto profilo. Concretamente, l’identikit di un autentico statista. Intendiamoci anzitutto sul significato da attribuire a questo termine, statista appunto. Esso evoca una persona che ha forte il senso dello Stato, inteso come l’insieme delle istituzioni riconosciute dalla Costituzione. Anzi, un cittadino che personifica le istituzioni dello stato al punto da presiederne, autorizzato da una legittima elezione, lo svolgimento ordinato e organico. Compito, ovviamente, impegnativo e, non di rado, logorante, dal momento che fa parte della sua mission far stare al loro posto le singole istituzioni e metterle in sistema: l’istituzione parlamentare legislativa, l’istituzione governativa e l’istituzione giudiziaria. Ognuna con la propria autonomia, ma nessuna del tutto indipendente, tutte funzionali al bene d’insieme della Nazione. Nel quadro e nell’orizzonte di una politica europea e mondiale. E lui, il Presidente, garante della Costituzione, è l’anima di ognuna e di tutte insieme. E mentre egli ha il compito di tenere monitorato l’operato delle tre istituzioni, esse stesse tengono monitorato il suo, garanzia e stimolo di bene operare in funzione della Nazione, nella reciproca stima e fiducia. Di qui la seconda caratteristica di un Presidente che sia uno statista: l’attenzione alla Nazione, cioè alla cittadinanza, sollecitando costantemente le tre istituzioni citate ad essere sempre, incondizionatamente, al servizio dell’intera cittadinanza. Per un Presidente, la Nazione, cioè tutti e singoli i cittadini, sono la sua Famiglia, alla quale riserva le migliori energie, con stile di abnegazione, sottraendo persino delle risorse agli affetti della sua famiglia originaria, dalla quale tuttavia ha il diritto e dovere di ricevere comunque il consenso al mandato e il sostegno nel suo compimento. Va da sé, allora, che, come statista, deve almeno essere politicamente navigato ed estremamente competente; deporre ogni casacca partitica; essere laico, di una laicità inclusiva di tutti i valori civili, anche quelli religiosi; essere empatico con la gente di ogni età, rango, condizione sociale ed economica; in pratica, farsi carico delle problematiche della gente comune, che riguardano il lavoro, la casa, la salute, la disabilità, le povertà e marginalità, la viabilità, la sicurezza, l’accesso ai servizi, la sostenibilità economica e sociale, la scuola, la cultura, l’ecologia, il turismo, l’oggi e il domani dei giovani con la loro fuga all’estero, le case di riposo, il fenomeno dell’immigrazione; tenersi ricaricato di grande umanità, cioè di sensibilità, di disponibilità all’ascolto e di interlocuzione su tutti i fronti, di pazienza, di longanimità e di lungimiranza, di senso concreto della storia, di buon senso, di umiltà, pronto a lasciare serenamente il suo ruolo, convinto di non essere necessario, indispensabile, insostituibile. Deve essere dotato dunque di una personalità fuori del comune, innervata di valori civili democratici, pur senza considerarsi un deus ex machina, un super uomo. Con tutti i suoi onori se ne va Sergio Mattarella, dotato di almeno alcune delle qualità che caratterizzano uno statista. I Grandi Elettori Italiani si accingono ad eleggere il nuovo Capo della Repubblica. È l’ora del “cercasi uno Statista”, con la S maiuscola. Siamo convinti che l’Italia non ne è sprovvista. Possiamo contare su persone, donne e uomini, che ne rivelano almeno la propensione. Poi potranno farsi e maturarsi sul campo. Come è accaduto per Sergio Mattarella.

Mons. Giuseppe Zenti

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